Gnik gnik!

giovedì 16 settembre 2010


Gnik gnik, maledizione, cos’è questo rumore, e soprattutto, da dove viene?

Gnik gnik, sta piovendo ed mancano 40km a Roccaraso.

Gnik gnik, fanculo, esco dalla A25 e provo a capire cosa succede.

Gnik gnik,  screekkk, gnik gnik… fanculo fanculo fanculo, non può essere di nuovo il cuscinetto posteriore.

Gnik gnik, controllo: è il maledettissimo cuscinetto posteriore!

Gnik gnik  ########!!!! C’è un altro “rumore” ma preferisco non scriverlo.

Mi metto in cerca di un meccanico: “Sa, sono le 4 e tra un’ora devo andar via – ok tranquillo grazie lo stesso – senta ho un cuscinetto rotto… se vuole le smonto la gomma tanto ci vuole un attimo… - no, è tardi al limite domani – si ma vede non abito qui vicino, cerchi di capire – mi spiace non posso aiutarla…” Fanculo alla proverbiale ospitalità abruzzese, in Tunisia un ragazzo di domenica ha mollato 3 ragazze, ci ha riparato la gomma e non ha manco voluto esser pagato, fanculo! Terzo mondo? Forse il nostro, non l’Africa! Comunque io una persona non l’avrei mai fatto andar in giro con un cuscinetto rotto fossero state le dieci di sera, meccanici di merda! Sento San Maxxx, mi risponde la sua segretaria bionda (da quanto in qua i santi hanno una segretaria bionda?) mi da i codici dei cuscinetti li compro e mi fiondo a Roccaraso.

Gnik gnik, vorrei fermarmi a cercare un altro meccanico ma Marty mi mette fretta e proseguiamo.

Gnik gnik e la moto sbanda in curva sulla giuntura di un viadotto…

Arrivo in hotel, saluto tutti, una doccia e sono sulla moto: bene ho solo un cuscinetto rotto ed è quello sulla corona ;-))). Quando sto per forzare il cuscinetto mi viene il dubbio di non aver preso quello giusto: controllo. La fortuna oggi non mi assiste, ho sbagliato a prendere proprio il cuscinetto rotto!
 

Lisstaioli a cena...

La serata scorre allegra e spensierata in hotel, sembra di essere all’asilo, con bambini luridi zozzi caciaroni ma contenti e un paio di maestri a cercare di tenerli a bada… mission impossible! Già, l’entusiasmo e l’allegria della Lissta non si piegano nemmeno di fronte alla pioggia battente o alla stanchezza!  
Piove cazzo! Piove che dio la manda giù tutta la notte! Le mie labili speranze di fare un giro simil asciutto si infrangono miseramente il sabato mattina di fronte alla perseveranza della pioggia. Decido di fare lo stesso il giro con la mia moto contando sul fatto che Carmine riesca a reperire un cuscinetto a Pescara. Cambio le carte in tavola, inverto il senso del giro nella speranza di arrivare al Blockhaus con il sole e mando Marty con Zalex a fare da apripista. 
Zalex&Marty in versione apripista dell'Arrosticino
Superiamo il valico della Forchetta, scendiamo verso Palena e proseguiamo verso Fara S. Martino. Il tempo regala qualche sprazzo di sole, solo l’asfalto viscido crea qualche problema alle staffette con qualche innocua intraversata :-OOO. Con dei cambiamenti così importanti all’ultimo secondo di solito il giro se ne va a puttane, invece il treno Tama-TaRoma funziona davvero bene! A Pretoro la musica cambia, il cielo si fa cupo, la pioggia fa la sua comparsa e iniziamo ad incontrare i primi rivoli d’acqua in strada: rassegnati ci infiliamo l’antipioggia e saliamo verso la “cima Coppi” del giro, il Blockhaus. Spero fino all’ultimo in un miracolo, evoco Eolo nella speranza che spazzi via le nuvole, magari solo per qualche secondo, il tempo di ammirare il superbo panorama che solo la Majella sa regalare… Niente! 

Nebbia, di quella più bastarda, di quella che nemmeno con un baazooka riesci a bucare, figuriamoci con le deboli luci di un Transalp! Mi metto davanti a far battistrada al gruppo, con la visiera alzata per cercare di vedere qualcosa, con le dita pronte sul freno nel caso non dovessi vedere una curva. Nel silenzio surreale del bosco avverto un rumore sordo e convulso: tu tun, tu tun, tu tun, tu tun, tu tun, tu tun, tu tun! No, non è il cuscinetto, è il mio cuore che batte forte! Ho paura maledizione, non vedo nulla e ci sono 40 persone che seguono la mia scia, se sbaglio rischio che si facciano male. Passo Lanciano, a malapena riesco a vedere i bar della piazza, proseguo riducendo ulteriormente l’andatura. Ma quanto sono belle le curve che portano al Blockhaus? Quelle nel bosco sono meno chiuse e più scivolose mentre quelle in cima sono meno tecniche e più veloci: un paradiso! Ma oggi no, oggi non si riesce a distinguere una curva da un rettilineo, oggi si naviga a vista ma siccome non si vede un cazzo si naviga a cazzo! Semplice no? :-))) 

Mentre avanzo attraverso questo muro impenetrabile abbandono l’idea di andare al Blockhaus e decido di scendere all’Eremo. Percorro un rettilineo, capisco di essere sul largo piazzale dove (in teoria) a sinistra ci sarebbe l’hotel cazzo-ne-so di 5 piani e a destra il bivio che scende fino all’eremo di S. Spirito. In teoria perché in pratica si vede a malapena la linea bianca sull’asfalto… Ricordo a memoria ogni curva, davvero, ogni singola curva di questo percorso, figuriamoci i bivi ma… il bivio è qui ma non lo vedo , non vedo nemmeno l’hotel eppure il mio gps mentale mi dice che gli sono di fronte ma se fosse cosi lo vedrei, ma dove che non si vede nulla? Porca miseria che situazione del cazzo! Fermo il gruppo:”NON VI MUOVETE DA QUI MANCO SE VIENE IL PAPA IN PERSONA, VADO A CERCARE IL BIVIO!”  Parto come faceva mia nonna cento anni fa, con il lumicino, nel buio chiaro di questa nebbia, alla ricerca del bivio perduto. Seguo per alcune centinaia di metri il bordo strada e trovo due grosse pietre messe di traverso:”Oh cazzo, questo è l’ingresso del Blockhaus? E il bivio dove cazzo è finito? Sarà mica stato fagocitato da questo mare di nebbia? Bhooo!!!” Torno indietro, prego che tutti abbiano seguito il mio ordine e siano fermi a bordo strada, prego perché se uno di loro fosse in movimento rischierei seriamente di andargli addosso…  Raggiungo il gruppo e mi rimetto in cerca del bivio, pochi metri e lo trovo:”vedi che il mio gps mentale non sbagliava! Ero proprio davanti al bivio, solo che non lo vedevo, nebbia di merda!”

La nebbia concede un attimo di tregua, durerà poco!
Iniziamo a scendere, pian piano, dapprima attraversando dei prati e poi un bosco (beato chi li ha visti); un occhio guarda avanti l’altro controlla che Zalex, Marty e gli altri seguano alla giusta distanza. Tutti gli organi sensoriali sono in stato di massima allerta, mentre nel profondo della nebbia mi sembra di vedere LUI: la “causa” di tale afflizione. Ha lo sguardo incazzato ma sotto sotto ride sarcasticamente: “mi sfottete perché vado poco in moto e quando lo faccio diluvia? Beh, allora beccatevi sta nebbia, cosi non potrete dire che è colpa mia…” Lo mando bonariamente affanculo e dopo poco usciamo dalla nebbia (a volte mandare a fanculo Elio funziona!). Torniamo a dar gas, godendoci una minima parte di quei superbi panorami che si godono da questa strada, pochi metri e giriamo a sinistra verso l’eremo di S. Spirito. Una veloce visita e siamo diretti verso il ristorante. Il mio Gps mentale cerca una scorciatoia, Marty non si fida, io domando ad un local che conferma quello che immaginavo: c’è una strada asfaltata che taglia in due la montagna e permette di arrivare in breve al ristorante.
Il nostro arrivo viene salutato dalla sempre sorridente  Federica e da alcuni avanzi di galera di Roma. Provo a capire com’è il morale della truppa osservando gli sguardi dei partecipanti: sono stanchi ma contenti :-)))) Il pranzo all’Abruzzese scorre tra me che mangio col cronometro in mano e i partecipanti che si ingozzano come se non avessero mangiato per mesi e la prof che mi maledice in tutte le lingue conosciute: “ Mimmo era dimagrito di 4 kg e ne ha già ripresi 3…"

Anche Federica si stupisce di quanto mangia il Prof
La risalita in sella mi riserva una bruttissima sorpresa: il cuscinetto si risveglia e da cenni di immediato cedimento! Sono con il morale a pezzi: Carmine non ha trovato il cuscinetto, mi tocca abbandonare la moto e sono l’unico a conoscere bene il percorso :-(((((. Il sindaco di Lettomanoppello mi permette di lasciare la moto nel garage della protezione civile, mentre Mandrache si offre di accompagnarmi… “dai, tutto sommato poteva andar peggio, poteva mettersi a piovere…” penso tra me e me. E giù un acquazzone di quelli che dio lo manda! Mandrache deve tornare al ristorante a prendere la giacca: mi tocca lasciarlo andare da solo e salire con Giorgione! Cazzo, oggi non ne va dritta una, accidenti! Lentamente saliamo verso Passo S. Leonardo, mentre poco a poco la pioggia lascia spazio ad alcuni scorci mozzafiato. L’allegria e la simpatia di Giorgione mi fanno dimenticare il fatto di non essere con la mia moto, lo scazzo lascia velocemente spazio all’allegria e al sano cazzeggio. 
La strana coppia dell'Arrosticino: Mané&Giorgione
Scendiamo verso Pacentro percorrendo “lo Stelvio d’Abruzzo” una serie di 15 tornanti che ricordano quelli dello Stelvio. Ci fermiamo a vedere dall’alto le maestose torri del vecchio castello, ma la nuvola fantozziana non molla la presa, e ci costringe a scappare. Via veloci verso Cansano, Pescocostanzo e finalmente Roccaraso.

La stanchezza non lede minimamente lo spirito allegro e perculativo dei partecipanti, e la cena si rivela l’ennesima occasione per fare casino e per prendersi in giro. Quando il giorno prima i miei colleghi mi chiedevano perché andassi a Roccaraso nonostante la pioggia non avevo saputo rispondere. E’ difficile far capire cosa spinga le persone a mettersi in moto nonostante pioggia, vento, freddo e senza sapere dove e cosa si andrà a vedere… ma mi basta guardare in faccia ogni singolo partecipante per trovare la risposta!

Faccia da... Arrosticino!
 Domenica la pioggia concede una meritata tregua al gruppo e lasci ampi spazi al sole. Per alcuni arriva il momento dei saluti per altri è solo l’inizio di un’altra bellissima giornata in moto. Superato il Valico della Forchetta giriamo a destra verso sud. Attraversiamo un bellissimo bosco e dopo poco siamo a Pizzoferrato. L’antico borgo meriterebbe una visita ma il tempo è tiranno e il mio road book mentale dice che siamo in ritardo. Ripartiamo, la strada si allarga, le curve si aprono e la Majella finalmente si svela in tutta la sua bellezza. Verso Montenerodomo  il gps TAMA 1.0, dopo un giorno di onorato e impeccabile servizio, inizia a tentennare e mi accorgo che urge una release più aggiornata. La release 1.1 arriva in un battibaleno in sella al GS 800 guidato magistralmente da Carmine e si dimostra subito molto valida: in pochi minuti siamo a Roccascalegna. Organizziamo un giro a piedi intorno alla fortezza, fiduciosi  delle informazioni fornite dalla nuova release, ma dopo alcuni minuti mi accorgo di un virus bastardello che a volte fornisce false informazioni solo per il gusto di veder penare i partecipanti (urge una scansione antivirus). 
Seguendo le indicazioni del GPS Tama 1.1 in vena di scherzi   
Rotta verso Est, verso l’Abbazia di San Giovanni in Venere con le release 1.1 e 1.2 che si alternano alla guida del gruppo mentre la release 1.0 si gode il meritato riposo. E’ bello vedere Alberto, Eugenio e Carmine alternarsi alla guida del gruppo e condurlo verso una meta: sembra una cosa normale, invece questa è la prima volta che il gruppo esce insieme :-). Onde evitare spiacevoli disguidi (leggasi “funerale” in corso) decido di rimanere a sorvegliare le moto e a godermi il panorama sul litorale molisano, mentre gli altri fanno una fugace visita all’Abbazia. La release 1.2 (by Eugenio) ci accompagna lungo la costiera adriatica fino al ristorante a Francavilla  e si dimostra molto matura. Osservo compiaciuto il serpentone di moto, lo vedo avanzare sicuro nel traffico aiutato dai “cugini” romani sempre pronti a farsi in quattro pur di aiutare gli inesperti consanguinei, lo osservo con la faccia di chi credeva ad un sogno ma non credeva di riuscire a realizzarlo fino in fondo e così bene, lo osservo pensando a chi a questo sogno ci ha creduto e ha affrontato tutte le difficoltà senza battere ciglio, lo osservo pensando a chi è partito senza neanche sapere dove andava e chi li avrebbe guidati, lo osservo e penso che tutto questo mi è mancato e tanto.

Un gruppo di moto segue fiducioso l'apripista: un'emozione indescrivibile!

Grazie a tutti

Mané

Ps.Scusate ma i ringraziamenti ed i saluti mi stanno sul cazzo:  tanto lo sapete bene quanto io sia grato ad ognuno di voi e sapete che presto tornerò a rompervi le scatole.
 
Le foto sono su http://picasaweb.google.com/manetransalp3