Oltre la fine del lu munnu 13 agosto 2008

mercoledì 13 agosto 2008


Metti quattro amici votati alla setta dei tassellati scalzi, mettigli una guida
appassionata di nuovi percorsi e di nuove avventure, metti queste cinque persone
in un luogo magico e sperduto dell’appennino, aggiungi degli sterrati favolosi e
condisci il tutto con dei panorami mozzafiato e un buon barbera: ecco che
ottieni una giornata da ricordare :-))))))))))))))))

Tutto era partito quasi per scherzo all’indomani della Purverera:”ci sono dei
percorsi vicino casa dei miei che forse si possono fare con un bicilindrico…“
Devo ammetterlo, quando sono partito con questa avventura non credevo che sarei
riuscito a portarla a termine, ne immaginavo che avrei scovato dei posti cosi
belli e magici…
ma si sa, la natura riserva sempre delle sorprese, basta solo avere
l’incoscienza e la voglia di andare a scoprirla…
Detto fatto, in meno di due mesi completo le ricognizioni e posso finalmente
inviare a Nuvola Rossa il messaggio:”il giro è pronto, quando vuoi ci andiamo!”
All’inizio mi risponde:” ok, ma vengo col mono” “perfetto - penso tra me e me –
cosi se faccio brutta figura posso sempre dire che LUI era col mono”.
Passano alcuni giorni, ne approfitto per segare una pianta (mannaggia a Geppo!)
e per togliere qualche pietra nel punto più bastardo; visto che mi ci trovo
decido di eliminare un pezzo dove non è proprio il caso di passare con un bi.
Pochi giorni prima del giro sbircio sul sito e vedo che le forchette volanti si
stanno mobilitando in massa, Orfeo invece di venire col mono viene col bi e si
porta altri tre guerrieri.
“miiii, e mo che gli racconto a quessi? - penso tra me e me - Mi devo portare
la contraerea altrimenti me li vedo volare sopra la testa :-((((((((((((( Mi do
malato, deciso! Anzi no, dico che ho venduto la moto… anzi no, espatrio!!!”
Avere dietro di me dei lupi affamati di quel calibro non mi fa dormire sonni
tranquilli, ma ormai sono in ballo e non posso (e non voglio) tirarmi indietro.
Sabato 11 ci ritroviamo al famoso (per le due gnocche del bar) benzinaio Q8
sulla salaria: il tempo di rabboccare un po’ di benzina ed accorgersi che viene
pure il guerriero chiappaciammariche col mono, (che dopo questa giornata verrà
ribattezzato chiappapolvere) e si parte.
Partiamo con una sorta di prologo, un lungo e larghissimo sterratone che ci
porta fino alla frazione Sala da cui scorgiamo il primo di una lunga serie di
panorami favolosi.

L’incendio dello scorso anno ha completamente distrutto la vegetazione
circostante, dei pini che facevano bella mostra di se in questo sterrato non
rimangono che degli scheletri :-((((((((((.
A distanza di un anno non riesco ancora a farmene una ragione, probabilmente
perché questi sono i miei boschi, quelli dove son cresciuto, quelli che mi hanno
insegnato l’amore ed il rispetto per la natura.

Ripartiamo, da adesso in avanti il gioco inizia a farsi serio.
Raggiungiamo una casa e da li ci infiliamo in un sentiero: bello e tecnico, con
una serie di saliscendi davvero sfiziosi. In pochi minuti siamo a Forcella,
facciamo lo slalom tra case antichissime e in pochi minuti siamo fuori: sbaglio
strada e mi infilo in uno sterrato senza uscita :-(((((((((
Torniamo indietro ed imbocchiamo una frangifuoco ormai invasa da erba altissima.
Non è facile capire dove va la strada ma stavolta non sbaglio, alla fine il
tratto risulterà facile e divertente.
Tappa di trasferimento su asfalto, breve tratto sterrato altro trasferimento su
asfalto fino al primo punto impegnativo di giornata.

Tempo fa un mio amico trialista (si dice cosi?) mi aveva segnalato questo
percorso, dicendomi che era si bello e divertente, ma che c’erano dei sassi ed
una pianta che potevano rappresentare un problema per una moto della stazza
della mia. Non per questo mi ero demoralizzato, e munito di piede di porco e di
sega avevo “adattato” il percorso alla mia moto, che altrimenti non sarebbe mai
passata di li.

I primi metri li affrontiamo tranquilli, poi mi fermo subito dopo un ponte:”e mo
dove si va?” - chiedono tutti perplessi - “che non la vedete la strada? Quella
li a destra…” “quale? noi non vediamo nulla””fidatevi, salite su per il sentiero
poi occhio che la strada (si fa per dire) curva a dx in salita” “Vi faccio
strada poi mi fermo prima del tratto tecnico”
Pur conoscendo a memoria il percorso, ci vuole un po’ di coraggio per buttarsi
su per una salita senza vedere la strada e con davanti a se un muro di
vegetazione…
Vado, metto la prima e do gas, curva dx in salita poi bella sgasata su per il
rettilineo: GODURIA!!!!
Arrivo al punto tecnico, Scheggia si ferma, io molto timoroso faccio strada.
Supero alla bene e meglio (leggasi: con una botta di culo) il tratto tecnico,
parcheggio la moto e torno indietro per aiutare gli altri.

Scheggia si mette a far foto poi quando viene il suo turno passa la macchina ad
Orfeo…
Non so se è più rintrucillito Orfeo o se è più veloce scheggia, fatto sta che
del passaggio di Scheggia sulla macchina fotografica non ne rimane traccia
:-PPPP

La parte successiva è tecnica, molto più di quanto credessi, ma non crea il
benché minimo problema ai miei scolaretti di giornata :-PPPPPPPPPPP
Arriviamo a Venamartello, ne approfittiamo per bere e per gustarci l’ennesimo
panorama di giornata. Ripartiamo, altro sterrato, stavolta facile e molto
divertente, in pratica un percorso fatto apposta per un bicilindrico: una vera
goduria, ci voleva proprio dopo quel tratto tecnico :-))))

Raggiungiamo Tallacano e da li saliamo a Sasso Spaccato.
Non credo che si possa descrivere un posto del genere, ma lo sguardo stupito ma
allo stesso tempo entusiasta dei miei compagni di ventura la dice lunga sulla
bellezza di questo posto.
E’ mezzogiorno, mia madre ci aspetta con un bel piatto di tagliatelle ai funghi:
viiiia!!!!

Facciamo il pelo ai tasselli e in dieci minuti siamo a casa Ferretti.
Stendo un velo impietoso sul pranzo, per fortuna avevo detto a mia madre di
cucinar poco altrimenti il giro sarebbe finito li. La cosa che invece è finita
(e in poco tempo) è stato il Barbera prodotto dal padre di Marty: credo sia
stato battuto il record mondiale di svuotamento di bottiglie
:-PPPPPPPPPPP
E’ dura ripartire, ma il meglio viene adesso :-)))))))))))))))))

Primi km asfaltati poi di nuovo sterrato. Passiamo sulla cima di un crinale e da
li in breve siamo al paese disabitato di Rocchetta: adesso comincia la scalata
alla Cona!
La vegetazione ha invaso completamente questo sterrato e, tanto per cambiare,
vado alla cieca cercando di ricordarmi il percorso. Salgo convinto, i “miei
scolaretti” seguono fiduciosi il loro prof, e fanno bene: esco dal percorso (ma
tanto loro non se ne accorgono) e mi infilo tra due rocce alte una decina di
metri.
Sembra di stare nella foresta pluviale, ci sono alberi altissimi e una flora
completamente diversa da quella fin qui incontrata. E’ l’ennesimo luogo magico
della giornata, osservo lo sguardo stupefatto dei mie compagni di avventura e mi
compiaccio: ho fatto davvero un buon lavoro!
Ripartiamo, la scalata alla Cona non è finita. Sinistra breve rettilineo poi su…
si ma su dove che non vedo un accidenti? La fortuna mi assiste e non sbaglio,
salita finale poi curva a dx, la moto sale su un cantone eeeee… bum per terra.
I miei scolaretti non seguono l’esempio e si fermano in tempo, rialzo la moto e
mi infilo in mezzo a delle erbacce altre un metro e mezzo :-))))))))))
Arriviamo in cima e ci godiamo una visuale a 360°.
“adesso?” chiede qualcuno “adesso arriva il bello” rispondo io :-)))))))

Arriviamo “dove finisce lu munnu”, il tempo di rinfrescarci e ripartiamo.
Salita, curva a dx altra curva a dx 90° discesa secca poi sx 90°.
“siamo sicuri che si passa di qui?” chiede dubbioso Orfeo “vai tranquillo, so
cosa faccio”
Quello che non sapevo, invece, è che qualcuno del posto aveva parcheggiato il
trattore carico di legna al centro dello sterrato :-(((((((((((( Nooo, non ci
voleva; far passare 4 bicilindriche di li è un’impresa, “sposta lu trattore, no
non si sposta, ‘ppiccialo, ma come che non va dai spostiamolo a mano, spignete…”
in poche parole, le comiche :-)))))))
Ripartiamo, la parte iniziale è pianeggiante e facile, verso la fine troviamo
delle curve secche in salita, da fare a tutta il divertimento sale!
Arriviamo al secondo punto X della giornata.
Mando chiappapolvere in avanscoperta, torna dopo qualche minuto:”passate tutto a
sx, a metà c’è una curva sx in salita, continuate a tenere la sx per non finire
nei canaloni poi nella curva a dx mantenetevi a sx” C’avete capito qualcosa? Io
no, eppure questo tratto l’avevo fatto due settimane fa: era il tratto dove ero
caduto tre volte in 50 metri (il mio record).
Scheggia sale per primo, sale deciso e in pochi secondi lo vediamo sparire.
E’ il mio turno: mi raccomando a tutti i santi che ho e salgo.
Primo tratto ok, poi curva a sx, gas e… e poi mi pianto sul prato.
Chiappapolvere mi aiuta, riparto, curva a dx poi di nuovo gas a tutta, la moto
salta, le mie gambe mi aiutano a rimanere in sella proseguo altra curva
affrontata “a modo mio” ma alla fine sono in cima. Lo riconosco: ho ancora molto
da imparare!
Pian piano arrivano gli altri (bravi). E’ fatta il peggio è passato. Da qui in
avanti lo sterrato si allarga e diventa pianeggiante. Filiamo veloci in una
pineta e iniziamo a scendere.
Ultimi km percorrendo un tratto della Purverera fino ad Uscerno dove il giro si
conclude.
Che dire: è stato un giro bello, divertente, a tratti impegnativo, ma è stato un
gran giro!
Un doveroso ringraziamento ai miei “scolaretti di giornata” e un grazie a madre
natura che per l’ennesima volta è riuscita a stupirci con paesaggi sempre nuovi
ed incantevoli.
Ciao
Mané

Le foto le trovate qui http://www.forchettevolanti.com/images/Dovefinisceilmondo/foto.php

Lo scoglio dell'aquila

sabato 2 agosto 2008




Non ho mai scritto su questo forum, e non ho mai scritto un report di un volo (di solito scrivo report di uscite in moto), ma quando ti capitano delle giornate come domenica scorsa a castelluccio....
Due sole parole su di me: Mi chiamo Mané sono di ascoli piceno e volo una gradient golden II.
Nonostante voli da tre anni ho ancora poca esperienza di volo, ma la passione è tanta.

Stavolta vi racconto di una battaglia iniziata un mese fa, una battaglia che non son riuscito a combattere per più di un mese a causa di condizioni avverse, una battaglia che qualcuno giudica a volte crudele ma che per me è una sorta di linfa vitale.
Era da un mese che cercavo di arrivare lassu, lassu dove una volta una coppia di aquile regnava sovrana, un luogo magico che proprio da questo nobile animale ha preso il nome: lo scoglio dell'aquila.
Arrivo a castelluccio con i miei due amici e compagni di mille avventure nei cieli del centro italia, un'occhiata veloce e capiamo subito che questa sarà una giornata che si farà ricordare...
Il vento dopo un mese di indecisioni di incomprensioni e di acquazzoni sembra essersi stabilizzato e soffia costante e tranquillo da ovest, l'ideale per arrivare lassu in cima allo scoglio dell'aquila e al vettore Durban's))
La salita a piedi al decollo del vettoretto è massacrante, i 25Kg della vela si fanno sentire sulle nostre spalle ma la voglia di volare ci fa accettare questa seppur dura, fatica.
Il mio amico Ubaldo si attarda, lo chiamo via radio e mi dice di andare che poi mi raggiungerà. "No Ubaldo, stavolta dobbiamo andarci insieme lassu" "tu intanto vai, io ti riprendo"
Roberto l'altro mio amico non ci pensa due volte, solleva la sua vela deciso, due passi ed è in volo pochi passaggi ed è già 30 metri sopra il decollo.
Vorrei aspettare Ubaldo, ma so che presto me lo vedrò sbucare da qualche parte senza accorgemene, cosi dispiego le mie ali al vento corro e in pochi metri sono in volo. La battaglia inizia subito, passaggi radenti sul costone del vettoretto per cercare la massima ascendenza, con un occhio puntato sul gps per controllare l'avanzamento (impostantissimo quando si vola qui) e uno rivolto agli altri volatori.
Roberto mette subito in chiaro le cose e ben presto sparisce diretto non so in quale landa di castelluccio, io invece continuo a fare dei passaggi fino a raggiungere quota 1800 e da li inizio il mio traversone fino a sotto lo scoglio dell'aquila. La vela inizia a ballare ed un paio di volte prova a chiudersi, ma io la controllo e proseguo anche se un po intimorito.
Il bip del variometro inizia a farsi sentire sempre più: +3 +5 +6.5 metri al secondo!!! di ascendenza Durban's))))))
Passo davanti allo scoglio dell'aquila, osservo la sua imponenza e la sua bellezza, da terra o meglio dalla strada non si riesce a percepire la magia di questa roccia. Proseguo la vetta è ancora lontana.
Arrivo a quota 2000 metri "da qui in poi si balla, ma durerà solo qualche centinaio di metri poi si stabilizzarà!" penso tra me e me.
Già, ma i miei amici? dove sono? Roberto che non ha la radio sta puntando verso il rifugio perugia e ubaldo? "ubaldo ubaldo ci sei? ubaldo ubaldo mi ricevi?" Niente tutto tace, boooo forse è ancora a terra. 2400 metri, e sono appena le sei.
Mi gusto il panorama sulla piana e su tutta la vallata del tronto.
Non ci sono parole per descrivere un simile spettacolo!
Arrivo a quota 2800m... che faccio? quasi quasi mi faccio un giro in piana. In 4 anni di volo non ho mai girato la piana, ho l'imbarazzo della scelta... ci metto poco a scegliere la mia meta: castelluccio.
Punto le mie ali e provo a fare la mia prima traversata della piana.
Avanzo a 15/20 km/h e dopo mezz'ora sono sulla verticale, l'entusiasmo è a mille!!!!!
Faccio una virata stretta sulla verticale del paese e mentre la faccio mi chiedo cosa staranno pensando giù a terra... "forse che sono un pazzo, ma magari qualcuno penserà che sono solo un sognatore che sta nel suo ambiente naturale: le nuvole!"
Dura poco, il variometro segna 2000m, se voglio rimanere in volo devo tornare al vettore.
Volto le spalle al paese e complice il vento filo ad oltre 60km/h verso il vettore. E' fatta, ce l'ho fatta, quante volte da piccolo ho visto le vele lassu in alto sopra il paese ed adesso l'ho fatto io. La vela fila veloce e in pochi minuto il mio variometro torna a farsi sentire: rincomincia la battaglia Durban's)
Sinistra destra lungo il pendio, 2000 2100 2200 poi l'occhio cade in basso e vedo Ubaldo che sta salendo a tutta birra: c'è poco da fare, ha un'altra marcia rispetto a me!!!
Lo chiamo via radio e finalmente mi risponde.
"Che quota hai? quant'è l'avanzamento?"
"2700m, 30km/h di avanzamento" rispondo io.
"E' ancora presto, andiamo a fare un giro?"
"Ok, io vorrei andare verso il Guaidone, magari la c'è qualche bella termica"
"no, io vado a castelluccio poi al fontanile, poi ci sentiamo" si congeda ubaldo.
Abbandono di nuovo la cima del vettore diretto verso una nuova sfida una nuova meta verso qualcosa che mi regali qualche emozione.
E di emozioni un luogo come castelluccio ne ha tante da regalare, basta solo saperle cogliere...
Sorvolo il campo scuola, li guado e li saluto con l'augurio di arrivare un giorno quassu. Pochi metri ancora e sono sul Guaidone, la vela continua a scendere... un'occhiata all'inghiottiotoio alla piana e a ubaldo che ha raggiunto il fontanile. Decidiamo insieme di andare verso forca di presta e da li decidere il da farsi. 270° a dx e la mia vela punta decisa verso est.
Volare con il vento alle spalle mi fa viaggiare a 60km/h tiro l'acceleratore e sfioro i 65km/h: che spettacolo!!!!
Pochi minuti e sono sopra il decollo di forca di presta, dove alcuni sono ancora a terra. Sono a quota 1800, ne ho per provare a fare un po di dinamica. Viro verso dx e punto forca canepine costeggiando il costone.
Mi gusto l'ennesimo scorcio sulla piana, poi lo sguado cade sotto di me, dove dei falchetti incuranti di me stanno andando a caccia.
Sento ubaldo e concordo con lui che c'è turbolenza e non ha senso rimanere qui. 180° a destra e dirigiamo di nuovo verso il vettore.
Passiamo di nuovo sopra il decollo di forca di presta.
Sento di nuovo ubaldo
"che facciamo? atterriamo?"
"Per me possiamo proseguire, non ho impegni stasera..."
"dove? ormai la piana l'abbiamo girata tutta"
"Proviamo a risalire sul vettore, adesso è molto più difficile. Se ci riesci puoi definirti bravo"
"ANDIAMO!!!!!!!"
Rincomincia la lotta, torniamo sul vettoretto, passaggi radendi sul pendio per cercare di sfruttare anche l'ultimo soffio di vento.
Si sale poco (1/2 metri al secondo) ma si sale Durban's))
A 1850m riparte il traversone.
Passiamo larghi per evitare il venturi della gola poi proprio sotto lo scoglio dell'aquila torniamo fare il pelo ai prati.
Voliamo vicini scherzando via radio: questo è uno di quei voli che non scorderemo mai!
Arriviamo di nuovo a quota 2400m io punto il monte prata, ubaldo invece se ne va in piana.
Mi gusto l'ennesimo panorama mozzafiato, ma avanzo poco e faccio marcia indietro. Torno di nuovo sopra lo scoglio dell'aquila, e decido di aspettare il tramonto in volo...
Vedo il sole fare capolino lontano dietro le nuvole, vedo la palla dapprima incandescende poi rossa fino a diventare arancione per poi sparire dietro le nuvole...
Mollo i comandi e lascio scivolare silenziosa la mia vela verso terra, gustandomi questo meravigioso spettacolo della natura....
Sono estasiato, la fatica il freddo la stanchezza accumulate durante queste quattro ore di vole sparicono come per magia.
Sono le 9,15 e inizia far buio: inizio a fare delle virate strette per scendere più velocemente ma la vela proprio non ne vuol sapere: evidentemente non è paga di volo e di panorami; fatico non poco a scendere.
A terra ritrovo i miei compagni di avventura, il mio ed il loro sorriso parla più di mille parole...
CHE SPETTACOLO!!!!
Ciao
Mané

Le foto le trovate qui
http://picasaweb.google.it/manetransalp/ParapendioLoScoglioDellAquila0308#