Poggio Bustone e dintorni

lunedì 31 dicembre 2012

Siete pronti per una nuova avventura? Indossate guanti e giacca pesante, oggi farà molto freddo lassù!

pronti per una nuova avventure?


Dove siamo? Siamo in un posto bellissimo, siamo a pochi passi dalla riserva naturale dei laghi Lungo e Ripasottile sotto Poggio Bustone in provincia di Rieti.

E' una vita che volevo tornare qui a volare in paramotore e non potevo scegliere giornata migliore, speriamo solo che tutta questa luce non generi fastidiose termiche.

Sapete, a Poggio Bustone sono legati alcuni dei miei ricordi più belli di volatore: è qui che ho fatto il mio primo volo in parapendio, sempre qui ho fatto dei bellissimi voli in libero da allievo e sempre qui è iniziata la mia avventura da paramotorista; oggi la speranza è quella di aggiungere un altro volo da mettere nella bacheca dei ricordi, insieme a qualche bella foto: proviamoci!

Vedete la manica a vento? E' vertivale, e non c'è un vento prevalente... dai andiamo che le chiacchiere non sono mai servite a nulla. Mi raccomando quando dico "VIA" correte più che potete ok? Si dico a voi a che state leggendo questo racconto, mi raccomando non vi fermate o ci facciamo male!

VIA!

DAI DAI NON VI FERMATE!

Eccoci finalmente per aria, controlliamo che sia tutto ok poi decidiamo cosa fare, ok il motore gira bene e la vela sale agilmente, ora possiamo finalmente rilassarci un secondo. Visto che panorama?

Poggio Bustone e dintorni


C'è poco da dire, la pianura reatina è davvero bella e poi questa luce esalta ancora di più i colori. Osservate là in basso, quelle sono le sorgenti di S. Susanna, una bellissima risorgiva che viene dal Terminillo: che ve ne pare?

Sorgeti di S. Susanna

E' tempo di decidere il da farsi, se rimanere a pascolare nei dintorni o... tanto lo sapete che che ho già deciso la meta, per cui tenetevi forte, temo ci sarà da ballare!  Ma come, non avete ancora capito dove voglio portarvi? Tanto peggio per voi vi toccherà leggere fino in fondo :-P

Sapete, ci sono vari modi per prendere quota: c'è chi punta dritto la meta e da gas, io invece preferisco fare dei giri in tondo e una volta raggiunta la quota richiesta puntare la meta: in questo modo posso osservare l'ambiente che mi circonda con la dovuta calma e ammirare il modo che si schiude sotto miei piedi.

Lo vedete quello là in fondo: è il lago di Piediluco! Il paese è davvero bello, non trovate?Guardate la torre che lo sovrasta, osservatela bene, nonostante sia mezza diroccata si staglia ancora fiera e maestosa!

Piediluco

Mi spiace non poterci passare sopra, ma preferisco passare dall'altra sponda del lago, è più sicuro e ci sono più campi atterabili in caso di emergenza.

E qui sotto cosa c'è? Cavolo la voglio pure io una villa in riva al lago!



Devo prendere quota per superare questa collina: tenetevi si ballerà un pò! Che ci volete fare, io sono un volatore della domenica, con la termica ci faccio ancora a cazzotti, non posso farci nulla!

Vedete il canale lì in basso? E' quello che alimenta la cascata delle Marmore, noi siamo diretti lì!

Le Marmore sullo sfondo

Dio quant'è bello questo posto ma al tempo stesso mi fa paura, mi fa paura l'idea di sorvolare la cascata delle Marmore e mi fa paura il fatto di esser qui da solo... sto fadendo dei respiri profondi per scaricare la tensione ma non è facile, cerco di mettere a frutto l'esperianza di quasi dieci anni di volo per tenere a bada la vela e per non fare errori ma la tensione rimane, forse se fossi venuto qui con qualche altro volatore mi sarei sentito più sicuro ma oggi non c'era nessuno disposto a seguirmi. Fa niente, quello che conta è essere qui e non fare errori!

Eccoci, questa è la cascata delle Marmore, cavolo se da terra fa paura dall'alto... è ancora peggio, ma.... cavolo non funziona!

La cascata delle Marmore... spenta :-(

NOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!

SICH SOB ARISICH SOB :-((((((((((((((((((

Vabbè, è un motivo in più per tornarci! Fan.... però come rosico!

Dai ci rifaremo promesso, ora dobbiamo ripartire: ci sono tanti altri panorami che ci aspettano, non lasciamoceli scappare!

Per tornare indietro ho deciso di seguire un'altra rotta, voglio ripercorre il canale seguendo la strada provinciale 3 per raggiungere la piana reatina e una volta lì si vedrà, che ne pensate? E' un modo per vedere posti nuovi!

Ho sempre visto questo questi luoghi in moto adesso mi fa strano vederli in volo. E' un sogno che si avvera, va là che anche questa volta ce l'ho fatta! Io parlo parlo parlo ma voi non dovete distrarvi, guardate in basso a sinistra, se osservate bene vedrete Piediluco e la sua collina che si specchiano nelle gelide acque del lago: non è magnifico? Questo scorcio da solo merita il volo!

Piediluco si riflette sul lago


Sapete cosa manca a questo volo? Non siate scontati, lo so che ci manca qualche bella ragazza, ma stavolta mi riferisco a qualcosa di altrettanto bello: una canzone! Si dai, ogni viaggio che si rispetti ha una canzone di sottofondo, quella da cantarti mentre sei in viaggio o ti siedi ad ammirare il tramonto. "Si viaggiare" di Battisti è forse la più scontata visto che ci troviamo a Poggio Bustone, ma a me le cose scontate non piacciano per cui stavo pensando a Bennato (lo so che a Rieti non c'azzecca nulla) in particolare pensavo a "L'isola che non c'è".

Vi piace? E' il giusto sottofondo per questo volo! 

Torniamo a noi, accidenti a me e alle mie deviazioni, com'era prevedibile all'uscita della gola si balla, non resta che continuare ad avanzare verso Rieti poi dovrebbe migliorare! Però che bella la piana vista da qui? Km e km di prati, campi arati, laghi, querce, pioppi sovrastati dal maestoso Terminillo. Di fronte alla vastità di questa pianura mi sento sempre più piccolo, piccino piccino, ma sono contento di esserci, sono contento di non essermi arreso e di aver affrontato la vita... :-)

pianura reatina


Ragazzi che si fa? A me la spalla fa un pò male e ho le mani gelate, onestamente punterei l'atterraggio o un buon porchettaro: voi che ne pensate?  Guardate che a Poggio Bustone la porchetta la fanno veramente buona, ok ok non spingete, ho capito perfettamente: volo vs porchetta 0 - 2, si va a terra!

Prima però lasciatemi giocare in questo angolo di paradiso, lasciatemi giocare tra i pioppi


o sorvolare a bassa quota questo canale verde smeraldo

Guardate che acqua!
o librarmi libero in cielo aspettando il tramonto per poter dire al sole:"Anche oggi sono stato un vero gentlemen con te e ti ho lasciato lasciato andare a terra per primo!"

"Anche oggi sono stato un vero gentlemen con te e ti ho lasciato lasciato andare a terra prima di me!"


Ciao sole, grazie per avermi regalato questa bellissima giornata!

E grazie a voi per avermi accompagnato in questa avventura, spero che il volo sia stato di vostro gradimento.

Ciao

Mané








Ruote di Terra

sabato 22 dicembre 2012

 
Ruote di terra
“...vado a lavare la moto al fiume poi torno!”



Che ci crediate o no, ci sono dei messaggi che ci arrivano dall'aldilà, sono messaggi che ci avvisano che sta succedendo qualcosa di grosso, segnali tangibili che ci mettono in guardia da possibili sventure o disastri. Forare a 3 metri da casa è uno di questi messaggi e non ci vuole uno scienziato per interpretarlo: “Lasciate stare le moto e tornatevene a casa che non è giornata!”
Non è giornata, punto, tornatevene a casa a fare l'uncinetto piuttosto, che fate più bella figura o a giocare con le Barbie tanto sempre per checche vi prendono, almeno per oggi lasciate perdere la moto e tornate a scorrazzare per casa con quelle pantofole rosa con la faccia di coniglio che tanto vi donano, capito?

No, non l'ho capito e se l'ho capito preferisco essere stupido e correre incontro al destino! Fanculo ai messaggi premonitori, alla settimana di pioggia che ha reso viscido il terreno e fanculo al fatto che per cambiare una camera d'aria ci abbiamo messo due ore: adesso si fa E N D U R O !

facce da enduro
E' una giornata fantastica questa, sapete? Le nuvole cariche di pioggia hanno lasciato spazio ad un sole travolgente, colline e montagne sono lì pronte a regalare sfumature e panorami mozzafiato e il grecale, dopo una settimana di gelo, è pronto a lasciar spazio ad un po' di caldo che in moto non guasta mai! E allora via, su per un prato, con la moto che scoda come un'anguilla quando provi ad afferrarla, con la gomma che scava, scava e non avanza, con i piedi che scivolano e ti permettono di rimanere miracolosamente in sella... E' una giornata bella ma al tempo stesso difficile: le piogge dei giorni scorsi hanno reso viscidi anche i terreni più duri e la moto continua a scartare a destra e a sinistra come una trottola, seguendo una traiettoria che non è mai quella indicata dai tuoi occhi! Avanziamo verso sud cercando dei percorsi meno infangati, lentamente il colore marrone mescolato al verde intenso dei germogli di grano appena spuntato si impossessa dei nostri occhi mentre sullo sfondo le maestose creste del Gran Sasso d'Italia iniziano a dominare il paesaggio.

panorami
Faccio appello a tutta la memoria del GPS che ho in testa per trovare le strade brecciate ma poi succede l'inevitabile, imbocco una strada di terra in discesa: “vabbé, cosa vorrà mai succedere? In un modo o nell'altro in giù le moto ci vanno sempre...” penso tra me e me mentre tiro fuori gli sci... ehmmm i piedi “anticaduta”. Inizio a scendere e la moto tanto per cambiare va per fatti suoi, inizio a tirar giù tutte le imprecazioni possibili ed immaginabili, ma è quando me ne torna in mente una in friulano che mi appaiono due santi, san Gabriele e san Bibo: “Mané, se sei incerto dai gas!”
Spinto da questo celestiale suggerimento dato da due guru della moto provo a sfiorare dolcemente il gas e...e la moto va in testacoda!
Giro la moto, tiro giù qualche altra imprecazione, lascio scivolare la moto verso valle quando mi torna in mente la scena del Serenelli sulla discesa del tubo: “molla la moto molla la moto!“ – gli urlò Gegé – “Ma a chi cazzo la mollo!” – fu la sua risposta...per un attimo mi son sentito come lui.. eheheh.

Arrivo a fine discesa miracolosamente illeso ma con una scomunica papale già firmata e un biglietto per l'inferno in tasca, ma poi il pensiero va a loro, ai miei due amici: dove cavolo sono?
Mi giro e non li vedo, torno indietro e li trovo fermi a metà discesa:”Cazzo fate lì? Prendete il sole? Venite giù, che il meglio deve arrivare!”

William mi fa cenno che la sua frizione è ko mentre Simone è fermo con le ruote bloccate!
“No dai, ti sbagli, non puoi aver bruciato una frizione, in fondo questa è solo una piccola discesa...” penso tra me e me.
A fatica raggiungo il mio amico e provo a ingranare la marcia ma niente, la frizione è andata e le ruote sono incollate a terra dalla creta che è finita ovunque!

Facce rassegnate
Proviamo a liberare le ruote dalla terra e a spingere la moto verso valle...
Un'ora e mezza per percorrere meno di cento metri e per liberare due moto dalla morsa del fango... una sfacchinata assurda, avrei preferito piuttosto essere seppellito lì, in mezzo alla campagna abruzzese! Ripartiamo, a fatica riesco a rimorchiare la moto di William in un bar vicino e con estremo piacere mi gusto un panino ed una Heineken gelata: mai birra fu così gustosa!

Emanuele Manè ACI Ferretti
Accompagniamo a casa William ma è presto, che si fa? I segnali premonitori ci sono stati, abbiamo visto chiaramente che non è giornata, in una situazione del genere anche il più stupido degli enduristi batterebbe in ritirata e noi che si fa? Si va per fossi, ovvio!

Decidiamo di tornare verso ovest e di andare a cercare alcune sterrate verso Civitella del Tronto, cercando di evitare ulteriori rogne...a chi lo dico, lo sapete benissimo come va quando sono in sella ad un mono: sono pericoloso!

Superiamo frotte di pseudo Babbi Natali dell'ultima ora intenti a passare questo caldo pomeriggio di dicembre nei centri commerciali e ci ficchiamo in un fosso: dieci secondi e Simone è già impantanato! E' un record da guinness dei primati, penso tra me e me mentre osservo rassegnato l'XT con l'acqua alla marmitta.

Mi fiondo in acqua e fatica tiriamo fuori la moto, pochi secondi e siamo di nuovo a giocare tra pietre, fango e fossi. Dura poco, nemmeno il tempo di riprendersi dalla faticaccia che ci ritroviamo entrambi con le moto incastrate nel greto del fiume e l'acqua sopra le ginocchia: “niente, oggi non è giornata!” penso con molta molta rassegnazione. 

AIUTO!!!!!

A fatica tiriamo fuori dall'acqua entrambe le moto e torniamo a correre liberi nel greto del torrente, risaliamo su per una piccola cascata e poi corriamo su per una collina diretti verso Civitella del Tronto. Alterniamo veloci strade bianche a faticose strade di terra, filiamo veloci attraverso boschi e prati, attraverso moderni paesi ed antichi casolari diroccati finché.... finché non mi viene in mente una delle mie (brillanti) deviazioni!
“Cazzo Mané, siete usciti fuori dalle sabbie mobili, da torrenti in piena, perché non ti accontenti? “ me lo ripeto mentre mi fiondo giù per una strada di erba con il fango che inizia a farsi minaccioso.
Non mi rispondo nemmeno, preso come sono a tenere in piedi la moto, avanzo determinato verso ovest mentre l'ottimo Simone mi segue a ruota. Ci inerpichiamo su per una salita fangosa, la ruota subito inizia a sbandare vistosamente, nel frattempo Simone mi sorpassa a sinistra ricoprendomi di fango, 'stardo! L'orgoglio ferito si impossessa dell'acceleratore e appena trovo un pezzo di strada meno fangoso ingrano seconda e terza in rapida sequenza sverniciando Simone che sta facendo lo slalom gigante su un campo di grano, continuo a salire veloce e felice, “vendetta è stata fatta, l'orgoglio ferito è stato sanato” penso tra me e me finché... mi ritrovo sull'ennesimo tratto di fango, e la moto finisce violentemente a terra e io con la faccia nel fango, fanculo! Rialzo la moto mentre Simone mi ripassa veloce sollevando zolle di terra e fango che tanto per cambiare mi finiscono addosso, ari'stardo! 


Finisce la salita ma la moto di Simone inizia a fare le bizze: problemi elettrici dovuti a qualche guado preso troppo allegramente, tocca tornare indietro. Ecatombe tour, cosi lo dovevo chiamare questo racconto!

Torniamo al mare ma le moto sono infangate da far schifo anche ad un maiale...urge fare qualcosa! Simo ha la moto ko, ma io no per cui...
“Vado a lavare la moto al fiume, aspettami qui!”


Ciao

Mané



Elephants with a heart of butterfly

lunedì 17 dicembre 2012

pushied in italian on the website WWW.VFRMAGAZINE.NET



Why do I fly? There's no reasons. Or maybe there's.

Today I'm not here to tell you about a particular flight, but for giving an answer to a dear friend. A friend who asked me a question so simple but in the same time so hard to answer: Why do you fly?

Why do I fly? What the hell I know, I never asked myself this question. I just do it because I like to do it. That's it. Is this a sufficient answer? No, right?

Ok. Let's start from beginning, from one of the thousands takeoffs of Castelluccio, one of those places where flight lovers meet every day to live a life experience called “paragliding”, one of those places light years away from crowds cheering in football stadiums and Formula one circuits, one of those places where the highest cry you can hear is the eagle's one, telling you that you're entering its territories and that It is the boss there. 


People says that paragliders are foolish, adrenaline junkies practising an extreme sport. Statistics demonstrate that...percentages says that...Tellings! But instead of heeding percentages of accidents, we're still here, in our takeoff, with paraglides opened and helmets on our heads, talking about percentages, yeah, but percentages of possibilities that the wind could calm, that we could reach the top of Mount Vettore, that we can dynamic at the sunset; we're talking about percentages of getting the phone number of that blonde girl met in this place light years away from civilization.

Then the wind dies down and the magic happens: like caterpillars becomes butterflies, paragliders slowly become flying beings, graceful, and slowly start our flight, living our second life far from this land full of statistics and percentages. It's something instinctive, it's something coming out from the inside.

Maybe we're really caterpillars: ugly and clumsy on the land, graceful and beautiful in the sky!
Maybe in our past lives we really were butterflies and this could explain our spasmodic desire of staying in the sky, this could explain our wandering between mountains and valleys, this could explain why, after 30 years, I still run to see helicopters when they fly over my house even if I see them every day at work.

“..inside me I have a heart of butterfly.” here is the answer, taken right now from a song written by Michele Zarrillo (talking about an elephant fallen in love with a butterfly: it's an impossible love, but he feels he loves her because he has a heart of a butterfly). 

Yeah, Giacio, I fly because when I'm on the ground I feel like an elephant (or a caterpillar), but when I fly..damn yeah! I'm a butterfly, beautiful, graceful, free like ever! I fly because up there even the world (that when your on the ground seems an ocean of tears) seems a beautiful challenge, I fly because inside me there's a child that never stopped dreaming, and I never stopped him, leaving lead myself through desires never dormant; I fly because you can't close emotions that you feel up there in a cage, like the air...and these emotions stays suspended 10 meters from the ground, making only dreamers capture them.

“Fly butterfly Manè, fly over meadows full of flowers, majestic woods, fly over beautiful mountains and endless beaches, fly over numb cities and snow-covered meadows, fly because when you are in the air your clumsiness becomes prettiness, your wander becomes poetry, your passion becomes life!”

Giacinto, I must ask you a favor (but it's a favor I'm asking to anyone who's reading this piece): you could be an elephant, a caterpillar or a hornet, but you must never stop dreaming and chase your goals!

Dedicated to elephants with a heart of a butterfly.

Manè




Cuore di farfalla

giovedì 13 dicembre 2012

Non è il solito report, non ci sono eroi né paesaggi da raccontare... è una riflessione e l'occasione per rispondere alla domanda meno ovvia di ogni volatore...

Spero vi piaccia

Mané

http://www.vfrmagazine.net/aerei/in-volo/parapendio-cuore-di-farfalla/

Lupo solitario

lunedì 10 dicembre 2012

"Una folata di vento gelido avvolse il muso del giovane lupo: il momento di abbandonare il branco era giunto, stavolta sarebbe stato solo, solo con le proprie paure e con la ardente voglia di scoprire il mondo... non sarebbe più stato lo stesso!" 


La vita fa il suo corso, persone nascono, altre crescono, altre se ne vanno per la propria strada... è la natura e non possiamo farci nulla. Il gruppo di lupi di cui vi parlo non fa eccezione, ci sono lupi che nascono, altri che crescono, altri semplicemente cercano la propria strada.

“Dove vai con questo tempaccio?” - chiese il capo branco al giovane lupo.
“Vado a caccia, ho annusato l'aria e ho sentito gli odori di qualche grossa preda... farò caccia grossa!” - rispose il giovane lupo entusiasta.
“Ma fa freddo, perché non te ne stai nella tana al caldo con gli altri lupacchiotti?” - insistette il capobranco.
“C'è qualcosa nell'aria di magico, e la tempesta in arrivo favorirà la mia caccia” - insistette il giovane.
“Ma è pericoloso, rischi di non tornare più...” ribadì preoccupato il capobranco.
“Devo andare, il mondo mi aspetta!”

il mondo mi aspetta
Il giovane lupo abbandonò la confortevole tana e si diresse verso un bosco scuro. Non era nuovo a queste avventure, temeva la solitudine ma al tempo stesso ne era attratto, era un'esperienza quasi mistica che lo faceva sentire vivo, libero ed in pace con se stesso; non era una sfida al destino ma un concedersi una pausa, un momento privato, intimo, un momento per parlare con se stesso e con quel mondo magico che lo circondava.

Si diresse verso valle cercando invano la propria via, caparbiamente insistette nonostante le difficoltà, per qualche istante fu tentato di arrendersi finché il fato gli fece trovare la giusta direzione. In un lampo ritrovò il buonumore e si diresse verso i territori di caccia più volte battuti ma resi ostici da una spessa coltre di neve soffice. Subito gli occhi gli si illuminarono colpiti dai riflessi di alcuni raggi di sole che erano riusciti ad intrufolarsi attraverso le nubi, in breve fatica e freddo sparirono dal volto provato del giovane lupo. 


Il giovane lupo si sedette sulla cima di una piccola vetta e si mise ad osservare l'ambiente circostante: vide un'ombra, una figura esile che si muoveva furtiva attraverso i boschi. Si muoveva agilmente e con grande sicurezza, si capiva che conosceva quel territorio: decise di seguirlo! In breve si ritrovò catapultato in un bosco avvolto da un silenzio ovattato, lepri e cerbiatti si allontanarono alla sua vista correndo in tutte le direzioni, ma non era interessato a loro, era quella strana figura che lo interessava! Continuò a scendere attraverso un antico sentiero, scivolò ruzzolando per alcuni metri per poi fermarsi vicino un vecchio casolare: era un rifugio fantastico, con paglia e un vecchio camino, il posto ideale per sottrarsi alla morsa del gelo. Osservò le sue zampe rese rosse dal giaccio, il suo pelo ricoperto dalla neve e si chiese che senso avesse essere lì, da solo, ad inseguire un fantasma... Si guardò attorno cercando delle risposte: vide dei castagni secolari scolpiti dalla neve, osservò le sfumature arancioni e gialle delle foglie, guardò la geometria perfetta di alcuni fiocchi che fluttuavano leggeri nel vento gelido... non ebbe bisogno di altre spiegazioni, a fatica si rialzò, si scrollò di dosso la neve e imperterrito si rimise a caccia! 


Vagò per ore attraverso boschi e sentieri, superò salite viscide e torrenti ghiacciati, scese per canaloni scavati dalla pioggia e si inerpicò su per una vecchia strada di tagliaboschi, nulla poterono la neve e il ghiaccio di fronte alla curiosità del giovane lupo, solo quella strana figura continuava a sfuggirgli! Stremato e infreddolito si fermò per riprendere fiato, quando ebbe una sorta di allucinazione: vide quella figura avvicinarsi con la coda tra le gambe. Non lo vide chiaramente ma annusò il suo odore e subito notò qualcosa di strano: aveva il suo stesso odore.
“Come fai ad avere il mio stesso odore?” chiese preoccupato il giovane lupo.
“Cos'è, non l'hai ancora capito?” - rispose quello strano animale dalla forma non ancora definita.
“No, chi sei? Sono più di tre ore che ti inseguo, di solito le mie prede non mi sfuggono mai” - ribadì l'animale.
“Non mi hai preso perché io sono te, sono il giovane lupo che è in te e che non è mai cresciuto! Per tutto il tempo hai creduto di inseguire una preda, mentre in realtà stavi solo dando sfogo alla tua parte cucciola, la più vera e genuina, quella senza paure né ipocrisie, per questo non mi hai preso...”.
“Continuo a non capire...” - ribadì il giovane lupo.
“Ora svegliati, il tuo branco ti sta aspettando, non preoccupati, hai solo sognato!”.


Il giovane lupo si ridestò dal sonno, aveva uno strano sapore in bocca che non sapeva spiegarsi, di colpo aveva perso interesse per quella strana figura e, forse persuaso dai morsi della fame, abbandonò la caccia e si diresse verso la tana.

Prima di varcare l'uscio si guardò intorno annusando l'aria e lanciando al vento il suo solito richiamo: era il suo modo per congedarsi dalla propria solitudine e ritornare alla vita del branco.

Il lupo solitario

Mané