Un faro nella notte

mercoledì 24 dicembre 2008

Martinsicuro-Alba: cosa potra mani succedere lungo questo tragitto? l'ho fatto migliaia di volte, in macchina moto camion treno...

Acccendo il mio bicilindrico a parto per la mia tappa di avvicinamento all'avventura africana.
Mi vesto stile omino michelin: calzini di lana stivali da off pantaloni in goretex+imbottitura maglietta della salute maglietta decatlon maglione di lana sadomaso giacca bering+imbottitura sottocoasco pesante e guanti... manco debba andare al polonord.
Salgo a fatica sulla mototo dove i bagagli fanno bella mostra di se, attirando l'attenzione dei colleghi un po perplessi ma (secondo me) un po invidiosi.

Le ultime raccomandazione di Lucia, la guardia della mia ditta, che da brava madre di famiglia è in pensiero per me, e parto diretto verso nord.
Due calcoli sulla mano 620km da percorrere per le 19 19,30 dovrei assere a casa.

Verso Ancona trovo foschia (defininirla nebbia mi sembra eccessivo), la temperatura scende rapidamente: se fino a quel momento non sentivo freddo adesso la gambe e le mani iniziano a darmi fastidio.
Frega niente vado avanti ho ancora una vagonata di km da fare.
Fano sosta benzina: metto i pantaloni dell'antipioggia e dei guanti di plastica sotto quelli in goretex, riparto.

Ancora foschia e freddo, tiro fino a bologna e mi fermo per una cioccolata calda. Tolgo i guanti di plastica e indosso dei guanti da lavoro in cotone, sotto quelli in goretex; metto pure la giacca dell'antipioggia e un berretto di lana sotto il sottocasco.
Sono da 4 ore in ammollo sotto la nebbia e l'umidità inizia ad arrivare alle ossa.

Imbocco la A1 che ormai è buio.

Ci saranno altre 50 macchine ma mi scopro solo, solo e nudo come mamma mi ha fatto.
Ci sono io e il debole faro della mia moto ad illuminare la mia via.
Il mondo è li a pochi cm, con le sue frenesie e i suoi problemi
Il mio faro si fa ancora più piccolo, sono qui in mezzo a loro eppure con la testa sono lantano anni luce.
Sono solo, con i miei sogni e la mia caparbia determinazione a realizzarli... a volte vorrei fermarmi lo ammetto, posare la moto e proseguire al caldo magari in treno. Farei felice mio padre mia madre e molte delle persone che mi conoscono e che non capiscono/accettano il mio spirito avventuriero.
"Potrei farlo ma non sarei più me stesso" - penso tra me e me
Non dico che si debbe andar fieri di farsi 600km al gelo, ma in tutte le avventure (un po come nella vita) ci sono degli ostacoli da superare e questo è solo uno dei tanti.
Il mio faro nella notte prosegue il suo cammino.

Durante una sosta dal benzinaio incontro un inglese con un vecchio gs80 vestito stile elefantentrefen: poche parole in inglese per capire che sta tornando da istambul! Un abbraccio fraterno e riparto.

Imbocco la torino brescia, qui la nebbia si fa più fitta.
Navigo a vista, nel senso che mi metto dietro ad un furgone con i retronebbia accesi e lo seguo a distanza di sicurezza.
Mollo il gas per far scandare le mani e lo perdo di vista...
Paura!
Vedo a stento la strada, un camion lo vedo all'ultimo secondo, lo supero poi... il nulla!

Non mollo per paura di ritrovarmelo addosso ma non vedo nulla!
All'improvviso vedo dei fari superarmi e appena mi superano mi ci attacco come un bambino fa con seno della propria mamma.
Facciamo strada fino ad asti dove la nebbia si dirada, esco e mi fermo per avvisare che sono quasi arrivato.
L'occhio mi cade sui paramani e sul cupolino: c'è il ghiaccio!

Ultimi km fino ad Alba poi gli ultimi 3 km su per la strada delle langhe dove la neve e il ghiaccio fanno bella mostra di se a bordo strada e non solo.

Arrivo a casa di Marty alle 20,30, spengo la moto ma rimango li con la testa appoggiata alla borsa da serbatoio: non mi sembra vedo di essere arrivato!

Ciao
Mané

Il ruggito del coniglio

mercoledì 3 dicembre 2008

Come, non lo sapevate? Anche i conigli ruggiscono!
E fanno pure un gran casino ve lo assicuro!

Oggi mi sento cosi, un coniglio che non riuscendo a uccidere proprio
avversario, ruggisce.

E' un ruggito amaro il mio, è un ruggito di chi, come un leone in
gabbia, vorrebbe tonare a cacciare ma si ritrova dietro le sbarre a
vegetare, in mano a degli aguzzini che l'unica cosa che sanno fare e
stuzzicarlo con un bastone per cercare di farlo muovere affinché i
visitatori dello zoo non pensino che soffra o peggio ancora, che sia morto!

E' un ruggito amaro perché per un leone non esiste cosa peggiore di
vivere chiuso in una gabbia, meglio la morte piuttosto: è più dignitosa
per lui!

Verrebbe da chiedersi come il re della savana sia potuto finire in
quello stato, come mai non abbia lottato con tutte le sue forze per
difendere la sua libertà e come mai non abbia cercato di uccidere i
propri aguzzini...

La verità è che un leone, a differenza dell'uomo, uccide solo per
sopravvivere e non per il piacere di farlo. C'è rispetto in natura tra
preda e predatore, ma non tra gli uomini!

E allora? E allora il leone dovrà scegliere: o accettare di vegetare
dietro le sbarre o infrangere le proprie regole morali e uccidere i
propri aguzzini.
In entrambi i casi ci sarà un unico sconfitto: il leone!

"...a tutti i leoni in gabbia e a Dose e Presta conduttori dell'omonima
trasmissione radiofonica che per tre anni hanno allietato le mie
mattinate lavorative..."

Mané

Il sogno bambino

martedì 2 dicembre 2008


C'è una foto che vedevo da bambino quando andavo dal mio barbiere: ritraeva lui, la sua moto, le piramidi ed il deserto. Non riuscivo a togliere lo sguardo da quella foto, non so cosa avesse di bello quel posto, ma ne rimanevo stregato! Il deserto la moto l'avventura... un cocktail micidiale, contaminazione avvenuta poche speranze di disintossicarsi desiderio di provare quel mix di emozioni di persona! Passano gli anni, il bambino cresce fisicamente ma non mentalmente, continuando a sognare l'avventura: che sia un bosco o un luogo lontano mille km, basta che ci sia qualcosa di nuovo da vedere e da scoprire :-) Poi la moto, i primi stentati km su asfalto, la paura di farsi male e qualche caduta da fermo, quando ecco presentarsi la nuova sfida: le strade sterrate! Dapprima da solo e con molte paure, poi in gruppo attraverso i luoghi più belli dell'Italia...
Poi... ecco venir fuori il bambino che è in me reclamando il suo sogno: IL DESERTO!

27/12/2008 Si parte per la LIBIA!

Stella alpina stella marina 14 ottobre 2008

martedì 14 ottobre 2008





Sottotitolo: il buongiorno si vede dal mattino.

Zzzz....zzzzz.... (ancora in fase dormiente penso:"strano che la sveglia
non suona") zzzz.....zzzzz....
Apro a stento un occhio afferro il cellulare e... CAZZO SONO LE 7,30!!!!!!

Via giù dal letto, mi metto i pantaloni da moto senza nemmeno lavarmi,
infilo tutto quello che mi viene in mente nel bauletto mentre Marty si
fa un doccia veloce.
Afferro le chiavi di riserva e vado ad ingrassare la catena mentre Marty
finisce di infilare le imbottiture nel bauletto.

7,45 si parte, corsa veloce fino a casa di Orfeo dove arrivo alle 8,20
giusto in tempo per assaggiare il ciambellone di mirella (grazie) e per
un veloce caffè che siamo in sella.
Oggi faccio da scopa, Marty contenta mi dice:"per una volta andremo
tranquilli, tanto gli ultimi..."
Le ultime parole famose!
Qualcuno si attarda alla partenza e mi tocca correre da subito per
ricucire il gruppo.
Poco prima di comunanza riacciuffiamo il gruppo, pochi km e uno del
gruppo fora.
Il gruppo prosegue mentre scheggia si mette a fare il meccanico ferrari
e ripara a tempi record la foratura.
Scendiamo a roccafluvione, norcia e poi su fino alla piana di castelluccio.
Sul valico ci si para il primo di una lunga serie di panorami
mozzafiato: la piana ricoperta da uno spesso strato di nebbia. E' uno
spettacolo indescrivibile!
Infilandoci nella piana si ha la sensazione di scendere negli inferi,
sembra di scendere verso l'ignoto e di veder apparire da un momento
all'altro dei draghi o degli stragoni...
Il sole si cela dietro alle nuvole, il freddo si fa pungente fino a
raggiungere i 3 gradi ma le sensazioni che riceviamo sono indescrivibili
:-))))
Risaliamo fino al paese, breve sosta poi scendiamo verso castelsant'angelo.

Lo sterrato che ci porta fino a visso l'ho fatto un centinaio di volte e
ormai la mia moto ne conosce ogni singolo cm: quale occasione migliore
per rilassarsi e gustarsi i panorami!
Ci infiliamo in un tunnel di foglie dalle mille sfumature, i miei occhi
si muovono freneticamente per cercare di captarne ogni singola tonalità
e le mie mani si alzano quasi volessero toccare, incredule, questo
quadro che mi si para di fronte.
Le sensazioni che ricevo da questo luogo mi isolano da tutto il resto,
adesso la protagonista è lei, madre natura, la moto gli amici lo
sterrato quasi scompaiono.
Il bosco lascia spazio ai prati brulli tipici dell'appennino, lo sguardo
inizia a spaziare per km e km fino a scorgere in lontananza il monte
subasio che spunta piccolo piccolo dalla foschia.
Torno in una dimensione più "umana", la parte finale del percorso è meno
guidata ma con curve più belle e mi metto a giocare un po :-))))

Da visso saliamo verso il fargno e poi a metà salita giriamo a sx e
scendiamo il lago.
La strada si infila inizialmente dentro una pineta per poi scendere
dolcemente lungo prati che sembrano sconfinati. Il fondo buono ma
scavato dalla pioggia e l'andatura sostenuta richiamano tutta la mia
attenzione, fatto in due questo percorso è molto più tecnico e guidato
ma pur sempre piacevole. Marty, zavorrina fiduciosa, è con me anche
questa volta e asseconda tutti i movimenti di una moto che a tratti
sembra imbizzarrita.
Ammiro il suo coraggio e la sua tenacia, se guidare una moto su questo
fondo non è facile penso che rimanere dietro sia molto peggio!

Arriviamo ai ripetitori, sosta doverosa per una foto poi si riparte.
Nella fretta commetto un errore che mi costerà caro: dimentico le chiavi
di scorta attaccate sul bauletto. Riparto senza nemmeno pensarci e
scendo abbastanza velocemente fino al lago fiastra.
Da li risaliamo alla pintura percorrendo lo sterrato che porta alla
pintura per poi scendere sempre su sterrato fino ad amandola.

Rabbocchiamo benzina e dirigiamo verso comunanza, appena usciti dal
paese vedo un ktm rallentare e fare cenni agli altri di proseguire: accosto.

"Ho forato... " mi dice.
Provo a contattare Orfeo ma niente.
Passano 10 minuti ma continua a non rispondermi.
Bambino cattivo, ad ogni incrocio si aspetta la scopa!
Bestemmio in aramaico, ma quello che mi aspetta da li a poco mi farà
ravvedere.
Orfeo finalmente mi risponde, decidiamo di usare il fast che ho sotto la
sella e di incontrarci al ristorante.
Ma il peggio doveva ancora arrivare.
"mi metti i guanti nel bauletto? Me li riprendo dopo, al ristorante"
chiede il mio amico.
"Ok, nessun problema..." dunque le chiavi sono.... no in quest'altra
tasca... di qua nemmeno... Marty hai tu le chiavi? No io no...

Cavolo cavolo cavolo...

Ripenso a quando le ho usate l'ultima volta... "le ho lasciate sul
bauletto, quando ci siamo fermati a far la foto sopra il lago di
fiastra! Ma come cavolo ho fatto? Ormai è fatta, non mi rimane altro che
tornare indietro e cercarle..."

Sistemo la gomma del mio amico e torno indietro ripercorrendo TUTTA la
strada fin qui fatta.
Sono a pezzi, mentalmente ma soprattutto fisicamente, sono le 15 ed devo
ancora far pranzo.
Ripercorro pazientemente tutta la strada cercando l'agognato mazzo di
chiavi.
Ho voglia di fermarmi e di riposarmi un po, ma inizia ad essere tardi e
non posso perdere nemmeno un secondo. Ad un km dai ripetitori trovo le
chiavi, parcheggio la moto nel bel mezzo dello sterrato e mi siedo ad
osservare il panorama sul lago: sono distrutto e a corto di zuccheri ma
non posso non ammirare il panorama!

Avviso i miei compagni di ventura che è tutto ok, e loro mi invitano a
raggiungerli lo stesso per poi andare a fare la foto finale in
spiaggia... Cavolo, ma quanta strada mi tocca fare?
Di nuovo giù per lo sterrato, stavolta molto più piano rispetto alla
mattina.

Fiastra-sarnano poi mi fermo: un trancio di pizza e poi di nuova in sella.
Torno a guidare veloce pulito, mi accorgo solo in questo momento che non
avevo più energie.

Raggiungo i miei compagni di ventura che mi salutano con un caloroso
applauso, ma il mio pranzo?
In teoria dovevano essere avanzati degli scampi, ma mi dicono che si
erano stancati di aspettare ed hanno preferito fare un giro nello
stomaco di qualcuno...
Il tempo di un caffè e si parte alla volta della spiaggia per la foto
finale.
Facciamo uno sterratino veloce a pochi metri dal mare poi come ci
infiliamo sulla spiaggia, subito qualcuno ne approfitta per baciarla
:-PPPPPP
E' ormai buio, luna è ben visibile sopra di noi.
Foto di rito poi....

...poi il bambino che è in ognuno di noi si impossessa del nostro
cervello...
a cominciare da orfeo che nel cercare di ripartire ci ricopre di sabbia
per poi sfrecciare di fronte a noi a folle velocità, poi parte scheggia,
poi... poi vuoi che non parta io? :-))))))))
Via!!!!!!
Dapprima sul bagnasciuga poi sulla sabbia molle...
Prima seconda terza, ripenso a tutto quello che mi è stato detto sulla
guida su questo tipo di terreno e tengo il gas ben aperto ma un attimo
che mollo.... la moto rischia di finire per terra, e mi salvo solo
grazie alle mie gambe lunghe e al mio 46 di piede.
Riparto:"stavolta non mollo il gas manco se mi sparano!"
Filo veloce la moto galleggia sicura sulla sabbia molle e la mia testa
inizia a sognare di essere tra le dune del deserto... "chissà come
dev'essere bello laggiù!"
Saluto i miei amici ma già penso al prossimo appuntamento: il 26 ottobre
per il "Ritorno alla terra di mezzo".
Come sempre ci sarà da divertirsi e da sudare un po... :-))))))))

Mané

Le foto le trovate qui
http://picasaweb.google.it/manetransalp/MotoStellaAlpina#

Il ritorno alla "terra di mezzo"

giovedì 2 ottobre 2008




Un salto in un quadro dipinto dalla migliore delle artiste: madre natura!

Con questa abbuffata di colori si conclude la mia stagione da
organizzatore e si conclude proprio da dove era iniziata: dalla terra di
mezzo.

Sulla carta doveva essere un giro facile, semplice, forse scontato, ma
si sa quando ti immergi nella natura di scontato non c'è nulla. E allora
eccoti servito uno spettacolo superbo, un susseguirsi unico ed
indescrivibile di colori capaci di commuovere una banda di motociclisti
dall'aspetto un po rude ma dal cuore tenero :-))))

Dopo aver saltato alcuni pezzi per neve durante la prima "terra di
mezzo", questa volta avevo ideato un giro completo ma più difficile di
quello fatto a febbraio: avevo sostituito gli sterrati larghi a facili
iniziali con un sentiero stretto e ripido, roba da fare indigestione
subito, ma sapevo di avere con me gente dallo stomaco forte.

Partiamo, piccoli saliscendi attraversiamo veloci una pineta pochi metri
ed iniziano le salite vere.
Saliamo tranquilli, non sono questi i percorsi che possono impensierire
le nostre moto il pezzo tosto è più avanti. Lo raggiungiamo in poco
tempo eeeeee sorpresa: una bella jeep della forestale!
OOOOOOPSSSSSSSSSS!!!!!!

"ehmmm... scusate, noi vorremmo andare di lì, possiamo
veeeeeeeeeeeeero??????? |||||:-))))))"
Chiedo con tono angelico
"No, non se ne parla, quella è una strada forestale...."
Mi risponde uno di loro con tono cupo
"ma mi avevano detto che è transitabile..."
Ribatto con voce ancora più tenue
"no assolutamente, invece le targhe? Dove sono?"
Chiede l'altro con tono minaccioso
"è tutto in regola, se volete controllate pure...."
Rispondo con aria a mia volta minacciosa.
Capisco la musica e decido di non insistere.

Torniamo indietro, raggiungiamo il rifugio, un caffè e ripartiamo.
Il primo pezzo lo percorriamo ad andatura molto blanda, ci sono
parecchie persone a piedi, non è il caso di far casino; Orfeo ne
approfitta per fare due foto, io osservo le montagne cercando di
scorgere qualche nuovo percorso.
Ci infiliamo nel bosco e camminiamo letteralmente in un tappeto di
foglie multicolori.
Sembra quasi di calpestare su un'opera d'arte tanto è bello questo luogo!

La strada si fa più ripida, l'umidità e le foglie cadute rendono questo
tratto un po scivoloso ma salendo con un filo di acceleratore non ci
sono troppi problemi.
I problemi arrivano nella parte finale della salita dove troviamo uno
strappetto di 5-10 metri molto ripido e scivoloso. Non mi faccio
intimorire e non mi faccio tentare dal dare gas, salgo con un filo di
acceleratore e la mia moto come sempre non si scompone.
Li per li nemmeno mi rendo conto di quanto sia tosto questo tratto, lo
capisco qualche minuto dopo quando ci torno a piedi per aiutare i miei
amici: "Cavolo -- mi chiedo -- ed io come ho fatto a salire di li?E'
talmente viscido che si scivola persino a piedi!"
I miei amici ci provano ma è obbiettivamente troppo scivoloso e ripido
per salirci con moto da due quintali, io ho avuto solo fortuna.
"Peccato, da lassù potevamo godere di un panorama a 360°, sarà per la
prossima volta!"

Torniamo indietro e percorriamo lo sterrato che ci porta fino a
settecerri, dove incontriamo un guzzista che in coppia sta percorrendo
questo tratto:"guai a chi si azzarda dire che oggi abbiamo fatto
enduro!" ammonisco io.
La discesa fino a S. Vito si rivela più semplice del previsto, tranne il
tratto ripido il resto del percorso è stato allargato e non presenta
grandi difficoltà come una volta :-((((((
La salita finale è come sempre una goduria della guida, un lungo
rettilineo con dei solchi da fare in prima a tutta, una vera libidine.

Scendiamo a castel trosino e saliamo verso s. Marco, percorrendo la
strada che costeggia le cave.
Proprio in una di questa ci infiliamo e scopriamo che è stata adibita a
porcilaia.
Dei maiali allo stato brado, quale miglio occasione per fare due foto e
per sfotterci un po?

La sosta per il pranzo ci da modo di conoscere meglio l'amico "Sasso" un
ragazzo silenzioso ma con un polso destro di tutto rispetto. Il tempo è
tiranno, abbiamo ancora molta strada da fare, due panini e su di nuovo
nel parco dei monti della laga.
Raggiungiamo il castello diroccato di macchia da sole, e la mia testa
torna indietro nei secoli e si immagina questo luogo ai tempi dei
borboni... chissà quante storie quanti racconti si celano dietro quelle
mura!

Veloce trasferimento su asfalto ed eccoci di nuovo immersi in un bosco,
dove lo sguardo rimane calamitato dal monte vettore che domina il
paesaggio proprio di fronte a noi.
E' più che mai difficile conciliare la sguardo con la voglia di guidare,
entrambi richiederebbero mille occhi per poter assimilare appieno tutto
quello che ci si para di fronte.
Le numerose soste rinfrancano il fisico ma soprattutto la mente e gli
occhi, mai pachi di tanta bellezza. Altro sterrato, tosto sulla carta,
semplice a causa di una ruspa che ha spianato la parte più difficile
:-((((((( Peccato, era un tratto davvero divertente!

Black becca una folle su una curva e cade.
Niente di serio nonostante il cupolino rotto, una mazzata sulle pedane e
si riparte.
Veloce tratto pianeggiante e poi nuova immersione in un bosco.
Anche qui un susseguirsi di colori e di castagni secolari, l'impressione
è di veder apparire da un momento all'altro qualche gnomo.
Ed invece come per magia ci appare... una grossa e fangosa pozzanghera!

Brack ci si infila e fatichiamo non poco a tirarlo fuori, io aiutato
dagli altri spingo indietro la mia moto e passo all'esterno non senza
qualche problema.
Superiamo indenni questo ostacolo e torniamo a scendere verso valle,
dove ci aspetta l'ennesimo strappetto che ci porta fino a Forcella.
La strada è completamente invasa dalle erbacce e non è semplice vedere
il percorso.
Sul tratto ripido l'umidità fa scomporre la mia moto e solo grazie ad
una fortuita pedata rimango in piedi. E i miei amici? Salgono
tranquilli, nonostante le gomme ormai finite, complimenti!
Il tempo di riprendere fiato e di fare qualche foto e si riparte.

Decidiamo saggiamente di escludere un pezzo di sentiero, vista la
pericolosità di un tratto e puntiamo verso l'ultimo sterrato che ci
porterà a venarotta.
La parte iniziale è facile e, tanto per cambiare, bella;
verso la fine il percorso diventa un po più ripida e dopo 200km la
stanchezza si fa sentire: i muscoli delle braccia e delle gambe che fino
a qual momento non davano segni di stanchezza iniziano a farsi sentire.
La salita sembra non finire mai, sento i muscoli delle braccia molto duri.
Arriviamo alla fine del percorso alle 17,00 sfruttando anche l'ultimo
raggio di sole disponibile.

La giornata si conclude con una birra, l'occasione giusta per ridere
delle disavventure di giornata con una consapevolezza: E' STATO UN GRAN
GIRO!
Non ci sono parole per
descrivere la bellezza dei posti attraversati,
raccontare le emozioni vissute e descrivere il nostro stupore. C'è però
la consapevolezza di aver vissuto una grande giornata immersi in un
luogo magico in compagnia di ottimi amici.

A presto
Mané


le foto le trovate qui http://www.forchettevolanti.com/Terra%20di%20Mezzo%202008/index.html

VDC 2008

domenica 14 settembre 2008




Questo report lo voglio dedicare ad una amico, un membro del CDT uno che
non scrive mai nella ml. Lo voglio dedicare a lui questo racconto
sapendo che probabilmente nemmeno lo leggerà ma non è questo che mi
importa. Questo report lo scrive uno che in moto ci va per passione e
che quando vede un bel posto si immagina già il giorno in cui lo
mostrerà orgoglioso ai suoi amici e li vedrà rimanere a bocca aperta, ed
è ad uno come me che lo dedico: uno che non gli daresti manco un
centesimo ma che quando va in giro in moto si fa sempre in quattro per
aiutare i suoi compagni di viaggio.

Dei quattro incontri lissta organizzati questo è stato in assoluto il
più difficile per me: se da un punto di vista organizzativo ero a posto
(i percorsi li conoscevo a memoria) e Marty teneva sotto controllo tutto
il resto, quest'anno avevo l'incognita meteo.
Sarà che sono troppo apprensivo, ma portare 20 moto per sterrati sapendo
per certo che troverai fango non fa stare tranquillo nessuno. Passo i
giorni precedenti l'incontro con una finestra fissa su ilmeteo.it e
osservo sconsolato l'evolversi della situazione...

Nuvola rossa mi manda un messaggio di speranza...

"Certo che la sfiga ti ha beccato in pieno.
E' dal 15 giugno che non piove e il ritorno del brutto tempo lo becchi
proprio alla Via -Del- Ciauscolo.
Ti faccio gli imbocca al lupo ne avrai bisogno"

e si offre di venire con me a fare il pregiro della Vdc.
Ci ritroviamo con i fo, marzio e la sbri, luca ed orfeo (in versione
"parole crociate sul portapacchi") ad ascoli, lasciamo i furgoni ed
andiamo verso casa.
Il tempo di sbavare sul gs 800 di uno dei fo (gran bella moto,
complimenti) che siamo in sella.
Primo sterrato, facile facile fino a dove finisce il mondo: un
susseguirsi di panorami e di casette a schiera abbandonate da decenni.
Il silenzio che regna sovrano da queste parti viene rotto solo dal rombo
dei nostri bicilindrici.
Racconto di quella volta che con le forchette siamo saliti lassu, oltre
la fine del mondo e della bellezza di quei posti, ma oggi non c'è tempo:
sasso spaccato ci aspetta!

IN SEEEELLA!

Scendiamo lentamente a valle per poi tornare a salire fino all'ennesimo
paese disabitato.
Da qui percorriamo uno sterratino sfiziosissimo che si infila nel bosco.
Un susseguirsi di saliscendi facili facili ci portano a tallacano,
proprio sotto sasso spaccato.
La salita a Sasso spaccato si rivela più difficile di quello che pensavo
per via della.... polvere.
"Ma non doveva piovere?" Già ma evidentemente eolo, impietosito, aveva
deciso di spazzar via le nuvole e concederci un pomeriggio di assoluto
divertimento.
Saliamo distanziati, la polvere sollevata dalla moto che precede non fa
vedere assolutamente nulla.
Sosta a sasso spaccato e appena la Sbri si toglie il casco urlo: IN
SEEELLA!!!! :-PPPP
Torniamo a casa, ci congediamo con orfeo (grazie per l'aiuto) e filiamo
veloci fino ad ascoli.
Al parcheggio dei furgoni troviamo quasi tutti i lisstaioli e decidiamo
di fare un serpentone unico fino al rifugio.
Parto davanti, piano nei paesi ma come sono fuori inizio ad aprire il gas.
Non c'è storia con uno come bibo, io faccio la mia andatura veloce ma
mai impiccata, fino a quella serie di curve, sx dx secca penso "e se mi
si para davanti un bus?" detto fatto all'uscita mi ritrovo davanti un
autobus. Stringo di più la curva, guardo gli specchietti: bibo mi è
addosso e dietro paolo fo finisce a terra.
MI SI GELA IL SANGUE
Parcheggio subito la moto e corro da lui: il bus si è fermato in tempo e
paolo non si è fatto nulla.
Anche il lupa è caduto ma non si è fatto nulla. Fiuuu pericolo scampato,
ripartiamo e il lupa cade di nuovo: ma c'ha preso gusto a cadere?

Saliamo al rifugio, propongo a bibo di fare un paio di sterratini che
tagliano la strada asfaltata.
E' ormai buio, vado avanti e una volta raggiunto la fine dello sterrato
mi giro dietro e "dov'è bibo?"
Spengo la moto, ma non sento niente, dopo un po arriva e mi dice di
esser caduto.
Miii cominciamo bene questa VDC: 5 cadute di cui quella di bibo che è
uno dei manici del gruppo.
Si sa le brutte notizie non vengono mai da sole, al rifugio vengo a
sapere che fabio è caduto vicino casa e si è fatto male :-(((((((
Penso"lasciamo perdere la VDC ed organizziamo la VDS Via del Santo, un
pellegrinaggio fino a s. Gabriele che è li vicino"

Cerco di non perdermi d'animo e di farmi coraggio"manè sei l'unico che
conosce il percorso, fuori sta piovendo, e sei senza scopa... che ci
vuole a fare una VDC in queste condizioni? La farebbe anche un bambino..."
Non so quante persone in una situazione del genere, sarebbero rimaste
impassibili e fredde...

La serata passa allegramente, merito del mai immutato spirito della
lissta ma anche dell'ottimo vino rosso e della grappa.

Un raggio di sole si infila attraverso la finestra della mia camera, e
annuncia una giornata che si farà ricordare; il sole splende sul
rifugio, ma delle nuvole nere non preannunciano niente di buono.
Arriva Fulvio di Fermo, arriva mio fratello con la ragazza e siamo
pronti a partire.
Già ma dov'è il gatto? Mi arriva un sms, verso roma diluvia ma proverà
lo stesso a venire.
Mando avanti gegè, e io chiudo il gruppo.
Percorro i primi km, come usciamo dal bosco quando vedo un falco
volteggiare tranquillo.
E' una costante degli ultimi giri, prima l'aquila adesso il falco...
speriamo sia di buon augurio :-)
Primi km di strada facile facile poi il primo tratto un po più
impegnativo, niente di trascendentale sia chiaro, ma la pioggia caduta
la notte rende questo tratto un po rognosetto.
Salgo per primo e mi fermo appena trovo un po di spazio per aiutare gli
altri.
Qualcuno cade qualcuno suda sette camicie per venir fuori altri salgono
tranquillamente, ma tutto fila liscio. Raggiungiamo una radura e ci
fermiamo a cambiare un paio di leve rotte, qualcuno ne approfitta per
perdersi nell'incantevole panorama che gli si para di fronte... :-))))
Risaliamo in sella, altro sterrato leggermente impegnativo, Luca ahimè
decide di proseguire su asfalto.
Filiamo tutti veloci, anche troppo tant'è che sbagliamo a girare e
dobbiamo tornare indietro.
Raggiungiamo l'imbocco della sterrato del tubo, piove, mando gegè e
marzio a fare una veloce ricognizione:"non è aria, rischiamo di farci
male". Frega niente si salta, siamo qui per divertirci non per fare gli
sboroni! Bypassiamo su asfalto e affrontiamo velocemente l'ultimo tratto
della mattina, una strada larga che in poco tempo ci porta a S. Marco.
Succulento pranzo a base di panini a all'una siamo di nuovo in sella.
S. Giacomo poi giù fino per uno sterrato dove una coppietta stava
cercando un po di intimità...
ma non sapeva che proprio di li sarebbero passati i lisstaioli...
Proseguiamo verso macchia da sole, Luca un po in difficoltà vorrebbe
mollare ma lo esorto a non farlo, gli dico di andare per la propria
strada che non abbiamo fretta.
Gegè Marzio Bibo si fanno in quattro per aiutarlo, vedo bibo spiegare a
luca come guidare in off e mi metto anche io a fare quello che dice, da
uno come lui ho solo che da imparare.
Luca decide di bypassare la via dei cinghiali e farà bene: dopo i primi
metri dove non abbiamo avuto grossi problemi, il fango blocca tutto il
gruppo costringendo qualcuno a smontare il parafango anteriore, altri a
camminare per diversi metri con la ruota anteriore bloccata.
Ma i miei compagni di ventura non si lasciano intimorire e proseguono
nonostante le difficoltà.
Decido a malincuore di bypassare la parte finale dello sterrato e di non
fare la salita della ginestra, e di andare spediti a fare gli sterrati
intorno roccafluvione.
Primi pezzi facili facili, l'ideale per godersi i panorami e per
osservare sconcertati i danni provocati dall'incendio dello scorso anno,
fino a quando arriviamo al mulino arena e mi torna in mente un guado
fatto durante la Purverera, penso tra me e me:" e' l'ideale per far
giocare i miei bambini :-PPPPPPPP"

Chi mi era dietro mi guarda perplesso svoltare verso sx su una strada
che nemmeno si vedeva, ma quando vede gli schizzi dell'acqua non ci ha
pensa due volte ed è parte a tutta.
Morale della favola: 20 bambinoni un po cresciuti che si mettono a
pescujà (detto in ascolano) nel guado. Dovevate vederli, sembravano dei
bambini di 5 anni in spiaggia, stessa faccia contenta e spensierata
:-))))))))))))
Parlo con Gegè che mi consiglia di fare lo stesso l'ultimo sterrato, ed
avrà ragione.
Andiamo a roccafluvione dove come per magia spunta il gatto: questa si
che è una sorpresa!
Gli faccio lasciare i bagagli nella jeep e gli dico di seguirci.
Primi metri di strada pianeggiante, poi arriviamo al tratto impegnativo.
Solite noiose (forse) inutili raccomandazioni su cosa li aspetta e parto
a tutta.
Passo nella parte sx della strada, ma quando provo a cambiare lato la
moto fa letteralmente un testacoda: arriva paolo fo perplesso e mi
chiede:"cazzo fai, li? Niente -- rispondo io -- gioco con la moto"
riparto deciso, il fondo è ottimo e la moto va su che è un piacere.
La faccia entusiasta dei lisstaioli la dice lunga sulla bellezza di
questo tratto, la ciliegina sulla torta del giro del sabato.

Saliamo al belvedere e ci facciamo coccolare dalla cucina della
proprietaria.
Antipasti e poi giù con le tagliatelle funghi e tartufo: 4kg di
tagliatelle x 20 persone, E' RECORD!
La proprietaria ci saluta soddisfatta, ma la guerra non è ancora finita:
c'è ancora la grigliata.
Il vino e la grappa prendono possesso dei miei amici, a fanno venir
fuori il bambino che è in loro.

La domenica ci aspetta un percorso molto bello e un pelo più tecnico
rispetto a quello dello scorso anno e non vedo l'ora di mostrarli ai
miei amici, ma rimane l'incognita pioggia/fango.
Per fortuna la notte non piove e posso affrontare serenamente il
percorso, senza dover tagliare nessun tratto. Primi km in discesa,
facili facili l'ideale per svegliarsi e scaldare i muscoli poi ci
infiliamo nello sterrato di olibra:
Questo è uno dei pezzi che preferisco e ringrazio ancora orfeo per
avermelo fatto conoscere, è una strada per trattori con sassi rocce
terra e alcuni tornanti davvero belli, e alla fine c'è un tornantino
secco a sx che porta poi ad una salita da fare in seconda davvero bella,
insomma è il tipo di strada che sogni di fare ogni volta che sali in
sella ad un bicilindrico.
Raggiungiamo Croce di casale, scendiamo verso il lago di gerosa, lo
costeggiamo e proseguiamo verso monterfortino.

Qui ci aspetta uno dei pezzi nuovi della VDC2008: una salita su terra
che poi si infila in un bosco fino a sbucare vicino il rifugio amandola.
Anche questo tratto è davvero sfizioso, primi metri pianeggianti poi la
strada diventa leggermente più tecnica fino a quando si incontra uno
strappetto in salita da fare in pieno.
Tutti superano indenni questo tratto e me ne compiaccio.
Proseguiamo infilandoci in un piccolo bosco per poi sbucare vicino il
rifugio amandola.
Qui la jeep ci sta aspettando in caso avessimo bisogno di assistenza, ma
stavolta sarà proprio la jeep ad avere un inconveniente, una foratura
risolta a tempo di record da mio fratello.
Saliamo al fargno, qualcuno ne approfitta per godersi il panorama,
qualcun'altro si congeda dal gruppo per tornare a casa.
Scendiamo a tutta dal fargno, rischio di investire qualche ciclista ma
non mollo.
Le piogge dei giorni scorsi hanno scavato un po la sede stradale, ma non
per questo rallento, anzi proprio dove vedo lo sconnesso accelero.
La cura "forchette volanti" si vede molto nel mio modo di guidare e di
affrontare le difficoltà, solo un anno fa proprio in questi tratto non
riuscivo a superare i 40km/h stavolta invece filo come un treno.

Ultimo sterrato della VDC, Visso-Castelsant'angelo, percorso facile
affrontato ad andatura spedita, e caratterizzato da un susseguirsi di
paesaggi e di luoghi magici.
Saliamo a Castelluccio dove Marty ed altri lisstaioli ci aspettano in
piana per la foto di gruppo.

Questa la cronistoria della VDC2008, ho volutamente tralasciato le mie
emozioni ma il motivo ve lo spiego dopo, intanto permettetemi di
ringraziare alcune persone:

Innanzi tutto grazie a tutti i partecipanti, sempre sorridenti e con la
battuta pronta.
Con gente come voi potrei andare pure all'inferno tanto so che mi
divertirei lo stesso :-))))

Luca lawyer, come detto più volte tu per me sei un esempio da seguire,
la tua tenacia la tua caparbietà ma anche la tua umiltà mi hanno
lasciato di stucco.
Sapevi che sarebbe stata dura, ma non ti sei lasciato intimorire ed ai
sfruttato sino all'ultimo metro di questo giro per imparare qualcosa.
In molti hanno solo che da imparare da te, credimi.

Marzio Bibo, vi ho visto aiutare Luca, avete messo da parte la voglia di
correre per aiutare un amico: questo è quanto di più bello abbia visto
alla VDC

Gegè non ho parole e quelle che ho risulterebbero scontate o banali.
Mi hai visto in difficoltà e mi hai dato una grossa mano a portare a
termine questo giro, oltre che dare preziosi consigli a Luca. Più che
dirti GRAZIE non so fare.

Lorenzo e Sara: impagabili come sempre.
Per il secondo anno hanno deciso di accompagnare questa banda di
celebrolesi su per sterrati, di mettersi al loro servizio pronti alla
prima difficoltà. Grazie ragazzi!

Marty...
Quando ci siamo conosciuti nemmeno sapevi cosa fosse la lissta.
Quando li hai conosciti hai capito la forza di questo gruppo, hai deciso
di entrarne a far parte e di aiutarmi nella realizzazioni di questi 4
incontri lissta.
E' stata dura e solo tu sai quanto, se sono riuscito a fare quello che
ho fatto, lo devo a te.
Ho un solo rimpianto per questo giro: che tu non abbia potuto venire a
fare gli sterrati con il resto del gruppo. So quanto ci tenevi e la cosa
mi fa male.

Parlavo di sensazioni e di emozioni...

Ho avuto paura per tutto il giro come qualcuno ha detto...
Paura che qualcosa andasse storto, paura che qualcuno si facesse male,
paura di non finire il giro.
Qualcuno in uno stato mentale del genere se ne sarebbe tornato a casina
a piangere da mamma, ma io no: io ho voluto caparbiamente portare a
termine questo giro e l'ho fatto senza mai sbagliare!
Volevo profondamente questo giro, volevo che tutto funzionasse come un
orologio svizzero, volevo arrivare a castelluccio e vedere le facce
entusiaste di tutti i partecipanti, lo volevo perchè questa è stata la
mia ultima VDC come organizzatore.
Marty ed io abbiamo deciso da tempo di lasciare il CDT, la VDC2008 per
noi è stata l'ultima di una serie di sfide, sfide superate (credo, ma
questo non spetta a noi dirlo) a pieni voti.
E' stata una decisione difficile e quanto mai sofferta, ma non potevamo
fare altrimenti.
In tutte le decisioni c'è sempre un prezzo da pagare, il fatto di non
avervi più nostri ospiti nelle nostre zone, per noi è un prezzo altissimo.
Con l'aiuto del CDT abbiamo preso l'eredità del primavera e l'abbiamo
portata avanti, in più siamo riusciti a far diventare la VDC una
classica della lissta e di questo ne siamo compiaciuti.

Ma adesso abbiamo bisogno di altri stimoli, altre sfide, altre occasioni
di divertici e far divertire...

Auguro al CDT di proseguire e di migliorare il lavoro fin qui fatto, per
quanto riguarda me e Marty... non vi libererete facilmente di noi :-PPPPPPPP

Ciao

Mané

ps. le foto le trovate qui
http://picasaweb.google.it/manetransalp/MotoVDC2008#

http://picasaweb.google.it/lorenzo774/VDC20080913

http://picasaweb.google.it/lorenzo774/VDC20080912

Oltre la fine del lu munnu 13 agosto 2008

mercoledì 13 agosto 2008


Metti quattro amici votati alla setta dei tassellati scalzi, mettigli una guida
appassionata di nuovi percorsi e di nuove avventure, metti queste cinque persone
in un luogo magico e sperduto dell’appennino, aggiungi degli sterrati favolosi e
condisci il tutto con dei panorami mozzafiato e un buon barbera: ecco che
ottieni una giornata da ricordare :-))))))))))))))))

Tutto era partito quasi per scherzo all’indomani della Purverera:”ci sono dei
percorsi vicino casa dei miei che forse si possono fare con un bicilindrico…“
Devo ammetterlo, quando sono partito con questa avventura non credevo che sarei
riuscito a portarla a termine, ne immaginavo che avrei scovato dei posti cosi
belli e magici…
ma si sa, la natura riserva sempre delle sorprese, basta solo avere
l’incoscienza e la voglia di andare a scoprirla…
Detto fatto, in meno di due mesi completo le ricognizioni e posso finalmente
inviare a Nuvola Rossa il messaggio:”il giro è pronto, quando vuoi ci andiamo!”
All’inizio mi risponde:” ok, ma vengo col mono” “perfetto - penso tra me e me –
cosi se faccio brutta figura posso sempre dire che LUI era col mono”.
Passano alcuni giorni, ne approfitto per segare una pianta (mannaggia a Geppo!)
e per togliere qualche pietra nel punto più bastardo; visto che mi ci trovo
decido di eliminare un pezzo dove non è proprio il caso di passare con un bi.
Pochi giorni prima del giro sbircio sul sito e vedo che le forchette volanti si
stanno mobilitando in massa, Orfeo invece di venire col mono viene col bi e si
porta altri tre guerrieri.
“miiii, e mo che gli racconto a quessi? - penso tra me e me - Mi devo portare
la contraerea altrimenti me li vedo volare sopra la testa :-((((((((((((( Mi do
malato, deciso! Anzi no, dico che ho venduto la moto… anzi no, espatrio!!!”
Avere dietro di me dei lupi affamati di quel calibro non mi fa dormire sonni
tranquilli, ma ormai sono in ballo e non posso (e non voglio) tirarmi indietro.
Sabato 11 ci ritroviamo al famoso (per le due gnocche del bar) benzinaio Q8
sulla salaria: il tempo di rabboccare un po’ di benzina ed accorgersi che viene
pure il guerriero chiappaciammariche col mono, (che dopo questa giornata verrà
ribattezzato chiappapolvere) e si parte.
Partiamo con una sorta di prologo, un lungo e larghissimo sterratone che ci
porta fino alla frazione Sala da cui scorgiamo il primo di una lunga serie di
panorami favolosi.

L’incendio dello scorso anno ha completamente distrutto la vegetazione
circostante, dei pini che facevano bella mostra di se in questo sterrato non
rimangono che degli scheletri :-((((((((((.
A distanza di un anno non riesco ancora a farmene una ragione, probabilmente
perché questi sono i miei boschi, quelli dove son cresciuto, quelli che mi hanno
insegnato l’amore ed il rispetto per la natura.

Ripartiamo, da adesso in avanti il gioco inizia a farsi serio.
Raggiungiamo una casa e da li ci infiliamo in un sentiero: bello e tecnico, con
una serie di saliscendi davvero sfiziosi. In pochi minuti siamo a Forcella,
facciamo lo slalom tra case antichissime e in pochi minuti siamo fuori: sbaglio
strada e mi infilo in uno sterrato senza uscita :-(((((((((
Torniamo indietro ed imbocchiamo una frangifuoco ormai invasa da erba altissima.
Non è facile capire dove va la strada ma stavolta non sbaglio, alla fine il
tratto risulterà facile e divertente.
Tappa di trasferimento su asfalto, breve tratto sterrato altro trasferimento su
asfalto fino al primo punto impegnativo di giornata.

Tempo fa un mio amico trialista (si dice cosi?) mi aveva segnalato questo
percorso, dicendomi che era si bello e divertente, ma che c’erano dei sassi ed
una pianta che potevano rappresentare un problema per una moto della stazza
della mia. Non per questo mi ero demoralizzato, e munito di piede di porco e di
sega avevo “adattato” il percorso alla mia moto, che altrimenti non sarebbe mai
passata di li.

I primi metri li affrontiamo tranquilli, poi mi fermo subito dopo un ponte:”e mo
dove si va?” - chiedono tutti perplessi - “che non la vedete la strada? Quella
li a destra…” “quale? noi non vediamo nulla””fidatevi, salite su per il sentiero
poi occhio che la strada (si fa per dire) curva a dx in salita” “Vi faccio
strada poi mi fermo prima del tratto tecnico”
Pur conoscendo a memoria il percorso, ci vuole un po’ di coraggio per buttarsi
su per una salita senza vedere la strada e con davanti a se un muro di
vegetazione…
Vado, metto la prima e do gas, curva dx in salita poi bella sgasata su per il
rettilineo: GODURIA!!!!
Arrivo al punto tecnico, Scheggia si ferma, io molto timoroso faccio strada.
Supero alla bene e meglio (leggasi: con una botta di culo) il tratto tecnico,
parcheggio la moto e torno indietro per aiutare gli altri.

Scheggia si mette a far foto poi quando viene il suo turno passa la macchina ad
Orfeo…
Non so se è più rintrucillito Orfeo o se è più veloce scheggia, fatto sta che
del passaggio di Scheggia sulla macchina fotografica non ne rimane traccia
:-PPPP

La parte successiva è tecnica, molto più di quanto credessi, ma non crea il
benché minimo problema ai miei scolaretti di giornata :-PPPPPPPPPPP
Arriviamo a Venamartello, ne approfittiamo per bere e per gustarci l’ennesimo
panorama di giornata. Ripartiamo, altro sterrato, stavolta facile e molto
divertente, in pratica un percorso fatto apposta per un bicilindrico: una vera
goduria, ci voleva proprio dopo quel tratto tecnico :-))))

Raggiungiamo Tallacano e da li saliamo a Sasso Spaccato.
Non credo che si possa descrivere un posto del genere, ma lo sguardo stupito ma
allo stesso tempo entusiasta dei miei compagni di ventura la dice lunga sulla
bellezza di questo posto.
E’ mezzogiorno, mia madre ci aspetta con un bel piatto di tagliatelle ai funghi:
viiiia!!!!

Facciamo il pelo ai tasselli e in dieci minuti siamo a casa Ferretti.
Stendo un velo impietoso sul pranzo, per fortuna avevo detto a mia madre di
cucinar poco altrimenti il giro sarebbe finito li. La cosa che invece è finita
(e in poco tempo) è stato il Barbera prodotto dal padre di Marty: credo sia
stato battuto il record mondiale di svuotamento di bottiglie
:-PPPPPPPPPPP
E’ dura ripartire, ma il meglio viene adesso :-)))))))))))))))))

Primi km asfaltati poi di nuovo sterrato. Passiamo sulla cima di un crinale e da
li in breve siamo al paese disabitato di Rocchetta: adesso comincia la scalata
alla Cona!
La vegetazione ha invaso completamente questo sterrato e, tanto per cambiare,
vado alla cieca cercando di ricordarmi il percorso. Salgo convinto, i “miei
scolaretti” seguono fiduciosi il loro prof, e fanno bene: esco dal percorso (ma
tanto loro non se ne accorgono) e mi infilo tra due rocce alte una decina di
metri.
Sembra di stare nella foresta pluviale, ci sono alberi altissimi e una flora
completamente diversa da quella fin qui incontrata. E’ l’ennesimo luogo magico
della giornata, osservo lo sguardo stupefatto dei mie compagni di avventura e mi
compiaccio: ho fatto davvero un buon lavoro!
Ripartiamo, la scalata alla Cona non è finita. Sinistra breve rettilineo poi su…
si ma su dove che non vedo un accidenti? La fortuna mi assiste e non sbaglio,
salita finale poi curva a dx, la moto sale su un cantone eeeee… bum per terra.
I miei scolaretti non seguono l’esempio e si fermano in tempo, rialzo la moto e
mi infilo in mezzo a delle erbacce altre un metro e mezzo :-))))))))))
Arriviamo in cima e ci godiamo una visuale a 360°.
“adesso?” chiede qualcuno “adesso arriva il bello” rispondo io :-)))))))

Arriviamo “dove finisce lu munnu”, il tempo di rinfrescarci e ripartiamo.
Salita, curva a dx altra curva a dx 90° discesa secca poi sx 90°.
“siamo sicuri che si passa di qui?” chiede dubbioso Orfeo “vai tranquillo, so
cosa faccio”
Quello che non sapevo, invece, è che qualcuno del posto aveva parcheggiato il
trattore carico di legna al centro dello sterrato :-(((((((((((( Nooo, non ci
voleva; far passare 4 bicilindriche di li è un’impresa, “sposta lu trattore, no
non si sposta, ‘ppiccialo, ma come che non va dai spostiamolo a mano, spignete…”
in poche parole, le comiche :-)))))))
Ripartiamo, la parte iniziale è pianeggiante e facile, verso la fine troviamo
delle curve secche in salita, da fare a tutta il divertimento sale!
Arriviamo al secondo punto X della giornata.
Mando chiappapolvere in avanscoperta, torna dopo qualche minuto:”passate tutto a
sx, a metà c’è una curva sx in salita, continuate a tenere la sx per non finire
nei canaloni poi nella curva a dx mantenetevi a sx” C’avete capito qualcosa? Io
no, eppure questo tratto l’avevo fatto due settimane fa: era il tratto dove ero
caduto tre volte in 50 metri (il mio record).
Scheggia sale per primo, sale deciso e in pochi secondi lo vediamo sparire.
E’ il mio turno: mi raccomando a tutti i santi che ho e salgo.
Primo tratto ok, poi curva a sx, gas e… e poi mi pianto sul prato.
Chiappapolvere mi aiuta, riparto, curva a dx poi di nuovo gas a tutta, la moto
salta, le mie gambe mi aiutano a rimanere in sella proseguo altra curva
affrontata “a modo mio” ma alla fine sono in cima. Lo riconosco: ho ancora molto
da imparare!
Pian piano arrivano gli altri (bravi). E’ fatta il peggio è passato. Da qui in
avanti lo sterrato si allarga e diventa pianeggiante. Filiamo veloci in una
pineta e iniziamo a scendere.
Ultimi km percorrendo un tratto della Purverera fino ad Uscerno dove il giro si
conclude.
Che dire: è stato un giro bello, divertente, a tratti impegnativo, ma è stato un
gran giro!
Un doveroso ringraziamento ai miei “scolaretti di giornata” e un grazie a madre
natura che per l’ennesima volta è riuscita a stupirci con paesaggi sempre nuovi
ed incantevoli.
Ciao
Mané

Le foto le trovate qui http://www.forchettevolanti.com/images/Dovefinisceilmondo/foto.php

Lo scoglio dell'aquila

sabato 2 agosto 2008




Non ho mai scritto su questo forum, e non ho mai scritto un report di un volo (di solito scrivo report di uscite in moto), ma quando ti capitano delle giornate come domenica scorsa a castelluccio....
Due sole parole su di me: Mi chiamo Mané sono di ascoli piceno e volo una gradient golden II.
Nonostante voli da tre anni ho ancora poca esperienza di volo, ma la passione è tanta.

Stavolta vi racconto di una battaglia iniziata un mese fa, una battaglia che non son riuscito a combattere per più di un mese a causa di condizioni avverse, una battaglia che qualcuno giudica a volte crudele ma che per me è una sorta di linfa vitale.
Era da un mese che cercavo di arrivare lassu, lassu dove una volta una coppia di aquile regnava sovrana, un luogo magico che proprio da questo nobile animale ha preso il nome: lo scoglio dell'aquila.
Arrivo a castelluccio con i miei due amici e compagni di mille avventure nei cieli del centro italia, un'occhiata veloce e capiamo subito che questa sarà una giornata che si farà ricordare...
Il vento dopo un mese di indecisioni di incomprensioni e di acquazzoni sembra essersi stabilizzato e soffia costante e tranquillo da ovest, l'ideale per arrivare lassu in cima allo scoglio dell'aquila e al vettore Durban's))
La salita a piedi al decollo del vettoretto è massacrante, i 25Kg della vela si fanno sentire sulle nostre spalle ma la voglia di volare ci fa accettare questa seppur dura, fatica.
Il mio amico Ubaldo si attarda, lo chiamo via radio e mi dice di andare che poi mi raggiungerà. "No Ubaldo, stavolta dobbiamo andarci insieme lassu" "tu intanto vai, io ti riprendo"
Roberto l'altro mio amico non ci pensa due volte, solleva la sua vela deciso, due passi ed è in volo pochi passaggi ed è già 30 metri sopra il decollo.
Vorrei aspettare Ubaldo, ma so che presto me lo vedrò sbucare da qualche parte senza accorgemene, cosi dispiego le mie ali al vento corro e in pochi metri sono in volo. La battaglia inizia subito, passaggi radenti sul costone del vettoretto per cercare la massima ascendenza, con un occhio puntato sul gps per controllare l'avanzamento (impostantissimo quando si vola qui) e uno rivolto agli altri volatori.
Roberto mette subito in chiaro le cose e ben presto sparisce diretto non so in quale landa di castelluccio, io invece continuo a fare dei passaggi fino a raggiungere quota 1800 e da li inizio il mio traversone fino a sotto lo scoglio dell'aquila. La vela inizia a ballare ed un paio di volte prova a chiudersi, ma io la controllo e proseguo anche se un po intimorito.
Il bip del variometro inizia a farsi sentire sempre più: +3 +5 +6.5 metri al secondo!!! di ascendenza Durban's))))))
Passo davanti allo scoglio dell'aquila, osservo la sua imponenza e la sua bellezza, da terra o meglio dalla strada non si riesce a percepire la magia di questa roccia. Proseguo la vetta è ancora lontana.
Arrivo a quota 2000 metri "da qui in poi si balla, ma durerà solo qualche centinaio di metri poi si stabilizzarà!" penso tra me e me.
Già, ma i miei amici? dove sono? Roberto che non ha la radio sta puntando verso il rifugio perugia e ubaldo? "ubaldo ubaldo ci sei? ubaldo ubaldo mi ricevi?" Niente tutto tace, boooo forse è ancora a terra. 2400 metri, e sono appena le sei.
Mi gusto il panorama sulla piana e su tutta la vallata del tronto.
Non ci sono parole per descrivere un simile spettacolo!
Arrivo a quota 2800m... che faccio? quasi quasi mi faccio un giro in piana. In 4 anni di volo non ho mai girato la piana, ho l'imbarazzo della scelta... ci metto poco a scegliere la mia meta: castelluccio.
Punto le mie ali e provo a fare la mia prima traversata della piana.
Avanzo a 15/20 km/h e dopo mezz'ora sono sulla verticale, l'entusiasmo è a mille!!!!!
Faccio una virata stretta sulla verticale del paese e mentre la faccio mi chiedo cosa staranno pensando giù a terra... "forse che sono un pazzo, ma magari qualcuno penserà che sono solo un sognatore che sta nel suo ambiente naturale: le nuvole!"
Dura poco, il variometro segna 2000m, se voglio rimanere in volo devo tornare al vettore.
Volto le spalle al paese e complice il vento filo ad oltre 60km/h verso il vettore. E' fatta, ce l'ho fatta, quante volte da piccolo ho visto le vele lassu in alto sopra il paese ed adesso l'ho fatto io. La vela fila veloce e in pochi minuto il mio variometro torna a farsi sentire: rincomincia la battaglia Durban's)
Sinistra destra lungo il pendio, 2000 2100 2200 poi l'occhio cade in basso e vedo Ubaldo che sta salendo a tutta birra: c'è poco da fare, ha un'altra marcia rispetto a me!!!
Lo chiamo via radio e finalmente mi risponde.
"Che quota hai? quant'è l'avanzamento?"
"2700m, 30km/h di avanzamento" rispondo io.
"E' ancora presto, andiamo a fare un giro?"
"Ok, io vorrei andare verso il Guaidone, magari la c'è qualche bella termica"
"no, io vado a castelluccio poi al fontanile, poi ci sentiamo" si congeda ubaldo.
Abbandono di nuovo la cima del vettore diretto verso una nuova sfida una nuova meta verso qualcosa che mi regali qualche emozione.
E di emozioni un luogo come castelluccio ne ha tante da regalare, basta solo saperle cogliere...
Sorvolo il campo scuola, li guado e li saluto con l'augurio di arrivare un giorno quassu. Pochi metri ancora e sono sul Guaidone, la vela continua a scendere... un'occhiata all'inghiottiotoio alla piana e a ubaldo che ha raggiunto il fontanile. Decidiamo insieme di andare verso forca di presta e da li decidere il da farsi. 270° a dx e la mia vela punta decisa verso est.
Volare con il vento alle spalle mi fa viaggiare a 60km/h tiro l'acceleratore e sfioro i 65km/h: che spettacolo!!!!
Pochi minuti e sono sopra il decollo di forca di presta, dove alcuni sono ancora a terra. Sono a quota 1800, ne ho per provare a fare un po di dinamica. Viro verso dx e punto forca canepine costeggiando il costone.
Mi gusto l'ennesimo scorcio sulla piana, poi lo sguado cade sotto di me, dove dei falchetti incuranti di me stanno andando a caccia.
Sento ubaldo e concordo con lui che c'è turbolenza e non ha senso rimanere qui. 180° a destra e dirigiamo di nuovo verso il vettore.
Passiamo di nuovo sopra il decollo di forca di presta.
Sento di nuovo ubaldo
"che facciamo? atterriamo?"
"Per me possiamo proseguire, non ho impegni stasera..."
"dove? ormai la piana l'abbiamo girata tutta"
"Proviamo a risalire sul vettore, adesso è molto più difficile. Se ci riesci puoi definirti bravo"
"ANDIAMO!!!!!!!"
Rincomincia la lotta, torniamo sul vettoretto, passaggi radendi sul pendio per cercare di sfruttare anche l'ultimo soffio di vento.
Si sale poco (1/2 metri al secondo) ma si sale Durban's))
A 1850m riparte il traversone.
Passiamo larghi per evitare il venturi della gola poi proprio sotto lo scoglio dell'aquila torniamo fare il pelo ai prati.
Voliamo vicini scherzando via radio: questo è uno di quei voli che non scorderemo mai!
Arriviamo di nuovo a quota 2400m io punto il monte prata, ubaldo invece se ne va in piana.
Mi gusto l'ennesimo panorama mozzafiato, ma avanzo poco e faccio marcia indietro. Torno di nuovo sopra lo scoglio dell'aquila, e decido di aspettare il tramonto in volo...
Vedo il sole fare capolino lontano dietro le nuvole, vedo la palla dapprima incandescende poi rossa fino a diventare arancione per poi sparire dietro le nuvole...
Mollo i comandi e lascio scivolare silenziosa la mia vela verso terra, gustandomi questo meravigioso spettacolo della natura....
Sono estasiato, la fatica il freddo la stanchezza accumulate durante queste quattro ore di vole sparicono come per magia.
Sono le 9,15 e inizia far buio: inizio a fare delle virate strette per scendere più velocemente ma la vela proprio non ne vuol sapere: evidentemente non è paga di volo e di panorami; fatico non poco a scendere.
A terra ritrovo i miei compagni di avventura, il mio ed il loro sorriso parla più di mille parole...
CHE SPETTACOLO!!!!
Ciao
Mané

Le foto le trovate qui
http://picasaweb.google.it/manetransalp/ParapendioLoScoglioDellAquila0308#

Purverera 2008

venerdì 20 giugno 2008


Report no, solo alcuni flash per raccontare la mia Purverera
22_yikes 22_yikes 22_yikes






Raccontarvi tutto quello che è successo durante i 200km del percorso è impresa ardua, ma ho alcuni flash:
- si parte… concentrazione, i primi km sono i più difficili! (‘ssino ammazza, perché non sto zitto????:-(((((
- km 0.5 salita dal torrente all’argine, gas deciso! su su su… porcacc!!!! Dov’è finito l’argine? :-((((((((( Vooooolare oh oh! Bumm! Per terra dall’altra parte dell’argine largo solo mezzo metro; avvisare no, eh?. Miii manco siamo partiti e già sono per terra :-(((( Niente di rotto, si riparte.
-L’Ascensore: “piano i primi metri poi molla!” Mollo mollo porcacc me s’è spenta la moto! (con gli occhi di fuori) la tengo la tengo… frizione, fiuuu pericolo scampato! :-))))
-Salendo verso la montagna sacra: schivo ramo, altro ramo si aggancia sulla parte alta del casco e mi tira la testa all’indietro ca#### freno alla cieca e mi fermo :-))))
-La montagna sacra: che spettacolo!!!! :-))))))))))))
-Salitona prima di pranzo: prima seconda pietre salti polvere, non vedo un ca#### ma non mollo il gas, libidine!!!!!
-Passaggio tra due piante: a saperlo mi facevo dare il manubrio segato di zac, il mio renthl non ci passa! passo oltre, sentiero stretto poggio gamba dx… dov’è il terreno???? cado cado!!! miii meno male che ho le gambe lunghe :-)))))
-Sosta pranzo, “il peggio è passato” le ultime parole famose :-(((((
-Altro sterratone in salita: prima, seconda, a tutta :-)))))))) Salto sui canaloni, speriamo che le sospensioni tengano (le mie si, quelle dei ktm un po meno).
-Sterrato nel bosco: il diluvio universale! Porc#### fango a volontà , acqua a secchi e moto che va dove vuole :-((((( si prosegue. Ancora fango, cade ktm e si fa male. Proseguiamo, “non voglio cadere, devo arrivare alla fine!” Non si riesce ad andare avanti, rigiriamo; no la jeep non ce la fa! Si prosegue :-||||||||||
-Salita infangata: si sale uno alla volta con la spinta degli altri. Salgono tutti anche se con molte difficoltà. Provo io, gas arrivo alla curva e mollo. Torno indietro. Provo altre due volte idem :-((((. “Fatemi provare ancora!” - “è tardi e dobbiamo proseguire”. Rinuncio e chiedo ad amico di portarmi su la moto.
-IL SAPORE DELLA SCONFITTA :-((((((((( Amarezza delusione sconforto. Pensieri “Ce la potevo/dovevo fare!!! Vero, ma è già tanto essere arrivati fin qui, rispetto ad un anno fa ho fatto passi da gigante (magra consolazione). Devo rimanere concentrato mancano ancora 80km alla fine e non so cosa mi aspetta”
-Discese nel fango: che casino! Non cado e arrivo a fine percorso ma la sconfitta brucia ancora!
-Sterrati di Montegallo: favolosi! Tratti scorrevoli circondati da paesaggi spettacolari :-)))
-Sterrati zona Montefortino: la riscossa! Mi attardo per far pipi ma poi riprendo il gruppo: ci voleva! Miii se ho camminato! Alla fine cado su una discesa, ma per una banale distrazione.
-Ultimi sterrati: la salita alla “terrazza di Orfeo”. “ce l’ho fatta, ce l’ho fatta!!!!” :-)))))))

Ci sarebbero altre mille cose da raccontare, ma mi fermo qui. Come mi insegna qualcuno di voi, certe emozioni vanno vissute di persona e nessun racconto per quanto dettagliato, potrà mai rendergli merito.
Ciao
Manè


Le foto le trovate qui http://www.forchettevolanti.com/images/Purverera_08/foto.php

Primavera 2008

venerdì 16 maggio 2008





Potrebbe essere il titolo di un quadro, ed è cosi che ve lo voglio
raccontare: come stessi dipingendo un quadro. Come ogni pittore che si
rispetti, prima di iniziare a disegnare non avevo la benchè minima idea di
cosa avrei fatto e di che sembianze avrebbe avuto il mio incontro: ho
iniziato tracciando due righe su una cartina (la mia tela). Sembrava
bello ma... non lo sentivo mio. Dopo alcune settimane mi ritrovo a L'Aquila,
a casa di Marty: piove, ma di starsene in casa non se ne parla. Ci infiliamo
su una delle tante strade belle dell'Abruzzo, 150km passano in un attimo,
tutti belli e tutti con una storia da raccontare.
Torno a casa, cambio tela.. ehmmm volevo dire piantina, e inizio a tracciare
delle nuove righe.
E' amore a prima vista!, fin da subito sento che sarà un bel giro!
La voglia di far prendere dei colori a quella serie di scarabocchi è
tanta,ma devo ancora rifinire il tutto, cercare dei luoghi, delle sfumature,
delle emozioni, che rendano il mio quadro unico. Il lavoro dura tutto
l'inverno e finisce il un'ora dopo l'arrivo del primo partecipante.
Si un'ora dopo, perchè la neve non mi aveva permesso fino all'ultimo di
definire il tratto off, e solo il venerdi pomeriggio sono riuscito a testare
il percorso e ad aggiungercene un altro trovato per caso.
Ecco, finalmente il mio quadro è pronto: adesso ve lo vado a raccontare
:-))))

Il venerdi alla spicciolata arrivano in hotel nuovi e vecchi
amici:quest'anno lascio l'incombenza dei conti a Marty che non si fa
scappare nessuno!!! (miii questa è più severa di me!)
La sera passa allegramente con Luca che fa le prove dello spettacolo
involontario che farà la sera dopo.
La mattina vengo svegliato alle 6.30!!!! da quel ###### di Ennio, che
evidentemente soffre di insonnia.
Una colazione veloce e alle 8,45 siamo tutti in sella... miii che precisione
;-))))))
Mancano solo i romani, che non si sa dove si sono persi. Li aspetto e alle
9.15 parto.

Pieno di benzina e si parte alla scoperta dell'Abruzzo :-)))

Dopo pochi km mi accorgo che manca qualcuno: dopo nemmeno 10 km mi sono già
perso la scopa.

E' UN RECORD!!!!!

Nessuno si era mai perso dopo dieci km! Dopo una mezz'oretta abbondante
riusciamo a ricompattarci e a ripartire: "miii sono già le dieci :-( a
quest'ora dovevamo già essere sulla piana delle rocche".
Vabbè, ripartiamo e saliamo verso il castello d'Ocre, passando per il
suggestivo paese di S. Maria d. Grotte.
In prossimità del paesello la strada si stringe e il gruppo si allunga.
Proseguiamo percorrendo la strettissima strada che porta al castello. Una
sosta per ammirare l'eremo e il panorama che spazia fino al Gran Sasso
d'Italia. Ripartiamo e la strada si infila sinuosa dentro una pineta, pochi
metri e sulla sinistra compaiono i resti del castello d'Ocre.
Sarebbe necessaria una sosta per immergersi nell'atmosfera tetra di questo
castello diroccato, immaginarsi storie di cavalieri e di battaglie, di
signori e di stupende principesse, ma il tempo è tiranno e dobbiamo
proseguire :-((

Imbocchiamo la strada che ci condurrà fino a Celano, una serie infinita di
curve e rettilinei di ogni genere, capaci di appagare il polso dx più
sopraffino :-))))) Il mio contagiri schizza oltre i 5000 giri :-)))) mentre
la strada e la natura fanno a gara per avere su di se gli occhi dei
fortunati motociclisti.
Strada o panorami, strada o panorami, strada o panorami, è un bel dilemma!
Non so cosa abbiano scelto gli altri, la strada direi, visto che nessuno è
finito in un burrone: io scelgo di gustarmi a pieno questa sinuosissima
strada :-)))) Raggiungiamo il valico a 1340m, e qui i due gruppi si
dividono. Il gruppo on raggiunge Rocca di Mezzo e il gruppo off fa una
piccola deviazione in piana prima di ricongiungersi agli altri.

Il primo tratto off è una piccola sorpresa, aggiunta durante un'ultima
frettolosa ricognizione il venerdi pomeriggio, in pratica è il vecchio
tratturo L'Aquila - Foggia di cui ho parlato tempo fa. Bello facile e
veloce, lo divoriamo in un attimo. Giusto il tempo di fare due foto e ci
ricongiungiamo al resto del gruppo.
Il secondo sterrato è leggermente più impegnativo (niente di trascendentale
ma preferisco fare le cose semplici alla portata di tutti), per questo
invito chi non se la sente ad andare con il gruppo on. Il prof ci lascia e
noi ci infiliamo nella "valle incantata", cosi ho soprannominato questo
posto. Il nome rende bene l'idea del posto, una vallata racchiusa da tre
montagne dove si riesce ancora a percepire il "rumore del silenzio".
Piccola sosta due foto e si riparte. Il fondo è buono, le uniche difficoltà
sono un po di ghiaia smossa, il resto si viaggia tranquilli. La strada
lascia la piana e si infila in un bosco: sembra di essere in una galleria di
foglie verdi.
Arriviamo ad Ovindoli e lo sterrato finisce: la faccia entusiasta di Sascha
confermano la bontà di questo percorso (grazie!).

Raggiungiamo gli altri a Celano, nemmeno il tempo di un caffè che si
riparte. Devo riconoscere che spesso sono stato fiscale nel rispetto dei
tempi, però cosi facendo abbiamo visitato tutti i posti che avevo in
programma :-))) Raggiungiamo la Tiburtina e puntiamo verso Forca Caruso: i
boschi verdi e rigogliosi lasciano spazio a degli immensi prati desolati. La
strada sale dolcemente verso i 1100m del passo, le curve si fanno sempre più
larghe e veloci quasi a volerci far andar via in fretta da questo luogo. Ma
proprio qui mi fermo, per una sosta, per una pausa, per fermare il rumore
delle nostre moto ed ascoltare quello della natura e per ammirare meglio
questo posto che ha nulla da vedere anche se il mio occhio non riesce a
separarsene. Non lo so, questo luogo ha qualcosa di misterioso che mi
affascina :-)))

Risaliamo in sella, stavolta mando Ennio avanti e io aspetto gli ultimi;
dopo pochi metri Roby mi fa cenno di andare e il mio contagiri torna
costante sui 5000: goduria!!!!
Nonostante questo impiego ben 5 km per riacciuffare Ennio e Luca, che da
persone ormai navigate guidano il gruppo senza incertezze, bravi! Il
paesaggio cambia nuovamente ma non la strada, che senza lasciarci un km di
rettilineo ci conduce fino alle gole di san Venanzio. Affrontiamo le gole
sempre con un buon passo, qui non posso non ripensare alla paga che Gabriele
ha dato un mese fa ad un monster;

"Cavolo, si sente che manca Gabriele!" esclamo a Marty - insieme al conte è
la persona che più avrei voluto avere con me a questo primavera. Non parlo
su strada, dove senz'altro mi sarebbero stati utili, ma parlo dei ristorati
in hotel dopocena e in tutte quelle occasioni dove si cazzeggia: sai che
risate che ci facevamo!”

Sfrecciamo veloci dentro le gole, un nubifragio sembra abbattersi sulla
nostra strada, ma eolo in vena di clemenza lo allontana da noi :-)))
Finalmente un po di rettilinei, giusto per rilassarsi prima del pranzo.
Gli spaghetti ai gamberi di fiume scivolano velocemente negli stomaci di
motociclisti mai sazi, il pranzo che secondo le mie intenzioni doveva essere
veloce e leggero, si trasforma in un pasto semplice ma ottimo ed abbondante:
c'è chi alza bandiera bianca, c'è chi va alla ricerca dell'ultima
forchettata di spaghetti ai gamberi, chi dell'ultimo pezzo di arrosto :-))))

Il sole, esclusiva dei Primavera targati Mané, fa venir voglia di sbracarsi
sui prati multicolori che circondano il ristorante, ma l'appetito di curve e
di castelli fiabeschi, ha la meglio e alle tre e mezzo siamo di nuovo in
sella. Pochi km di rettilineo, giusto il tempo di vedere la Rocca di
Calascio che domina la vallata e si torna di nuovo in piega: una due cento,
centocinquanta... e chi le conta più :-)))) Passiamo per Ofena, paese ormai
disabitato e continuiamo per Castel del Monte: la vista torna a spaziare per
km fino a vedere il massiccio della Maiella che è proprio di fronte a noi
:-)))

Passiamo Castel del Monte e ci fermiamo per fare delle foto alla Rocca di
Calascio che è proprio di fronte a noi. Raggiungiamo la Rocca, qualcuno ne
approfitta per una visita a piedi, io mi sdraio su un prato vicino le moto.
Il venticello che soffia costante mi fa venir voglia di volare... "non so
cosa darei per avere la mia vela e librarmi silenzioso nel cielo e vedere
questi posti dall'alto..."

La stanchezza e l'arrosto si iniziano a far sentire, ma il meglio deve
ancora arrivare.
S. Stefano di Sessanio, uno dei borghi più belli d'Italia, lo attraversiamo
in moto (di camminare non se ne parla:-( ), poi iniziamo a salire sulla
piana di Campo Imperatore. Dieci km di curve circondati dal... nulla più
assoluto: solo montagne e prati a perdita d'occhio ;-)))))))))))
Raggiungiamo la piana, pochi km e giriamo a dx verso il rifugio. Mando di
nuovo avanti Ennio e mi lascio sfilare dagli altri per fare delle foto.

Il colore dei bucaneve conferisce ai prati un sfumatura di azzurro chiaro
che contrasta con il grigio scuro minaccioso delle nuvole sopra il Corno
Grande. Man a mano che si sale la neve inizia a fare la sua presenza a bordo
strada fino a trasformarsi in un muro alto oltre tre metri ;-))))))
FANTASTICO!
Ultima foto di gruppo di giornata, un'occhiata al superbo panorama e
all'hotel che è mille metri sotto di noi (peccato non ci fosse una
sterratina altrimenti un pensierino ce lo facevo...).
Io e Marty marchiamo il territorio apponendo l'adesivo del Primavera sul
cartello di Campo Imperatore e ripartiamo.

Come fatto in precedenza mando di nuovo avanti Ennio e Luca, davvero
eccezzzzzzzzzzionali, e aspetto gli ultimi ritardatari "scortandoli" fino in
hotel.
La sera dopocena, scartata l'idea di un giro a L'Aquila, ci pensa Luca ad
intrattenere i partecipanti con uno spettacolo comico improvvisato
:-)))))))))) Altro che tombole e lotterie, Luca il prossimo anno ti assumo
come cabarettista!

La mattina ci svegliamo con un cielo plumbeo, che non promette nulla di
buono.
Fulvio decide di ripartire subito per Milano, gli altri decidono di fare lo
stesso il giro.
Dopo un rabbocco di benzina facciamo un giretto dentro L'Aquila e poi
puntiamo verso il passo delle Capannelle. Temevo molto questo primo tratto,
gli incroci erano tanti, ma grazie soprattutto ad un Roby in piena forma
nessuno si è perso.

Dicevo, iniziamo a salire verso il passo delle Capannelle, il mio contagiri
torna a salire oltre i 5000 giri, vedo dietro di me un Ennio, Freddy e il
suo amico Fausto starmi a ruota... davvero dei brutti clienti per me ;-))))
Saliamo veloci su per questo passo, incuranti della stupenda pineta in cui è
immersa questa strada, e in un attimo siamo in cima. La strada si allarga e
sempre sinuosa ci conduce fino al lago di Campotosto: è davvero divertente
guidare su questa strada, l'ideale per limare anche il più remoto dei
tasselli :-)))))

Schiviamo la pioggia ma a momenti centriamo in pieno della mucche che
pascolano beatamente dietro una curva :-((((( Costeggiamo il lago diretti
verso Amatrice, prati fioriti si alternano a scorci sul lago e sui monti
della Laga. Sosta per un caffè e per un ultimo saluto: Eugenio e Angela, la
coppia di Pescara, tornano indietro, Sascha, Barbara, Lorenzo e Norby ci
saluteranno dopo Amatrice e gli altri proseguiranno fino al ristorante.
Ultima abbuffata di curve e tornanti fino ad Amatrice ma da li fino ad
Acquasanta Terme, complice la strada (finalmente) dritta... dritta, si fa
per dire, la divoriamo in un attimo. Le nuvole grigie minacciano pioggia, ma
per il secondo anno consecutivo

AL PRIMAVERA NON PIOVE!!!.

Arriviamo al ristorante, una tavola apparecchiata stile matrimonio e gente
incravattata fino al mignolo ci mette un po a disagio, ma il proprietario ci
rassicura:" sono anch'io un motociclista, sedetevi pure :-)))"
Il tempo di toglierci le nostre armature sotto lo sguardo stupito della
gente, che viene giù il diluvio: " visto, quest'anno oltre che fare un giro
col cronometro, abbiamo pure
impostato l'orario della pioggia ;-)))))))))"

Il pranzo si rivela il migliore di questo Primavera (fiuuu, pensare che
nemmeno l'avevo provato) e i 18 euri spesi li valgono alla stragrande
:-))))))))))) Arriva il momento più triste, il saluto, non prima di aver
fatto fare un'ultima stradina stretta stretta dentro un paesino del 1500.

Strette di mano, complimenti, abbracci, a chi con te ha condiviso due giorni
fantastici; "Grazie di essere venuti, grazie perchè con il vostro entusiasmo
avete dato
un senso a tutti gli sforzi fatti per organizzare questo incontro..."

Tranne alcuni casi, in questo mio racconto non ho menzionato alcuno dei
partecipanti, anche se sono loro i protagonisti di questo giro.
Avrei voluto citarvi Mario, parlarvi del suo coraggio e della sua tenacità.
Lo scorso anno al Primavera è caduto in malomodo ma quest'anno è stato il
primo ad iscriversi.
Avrei voluto raccontarvi di Rosita (condoglianze) e di come segue suo
marito... SEI UNICA!
Di Fabio che si è fermato diverse volte sulla piana a fotografare i fiori
(GRANDE),
del Prof e di come vive la moto e l'andare in moto (per me sei un esempio da
seguire),
di Freddy, Fausto e Lorenzo e della loro contagiosa voglia di vivere
(speriamo di rivederci presto!),
di Sasha e della sua ragazza Barbara una coppia davvero bella e allegra
(voglio i confetti!!!),
dei due romani Max e Giancarlo che ci anno intrattenuto la sera dopo cena
(MITICI!!),
di Fulvio che ha avuto persino il coraggio di dormire con Ennio e Luca
(SANTO SUBITO!!!),
di Norby che ogni anno si fa mezza Italia per venirci a trovare (prometto
che il prossimo anno il Primavera lo faccio un po più a Nord),
della coppia di Pescara Eugenio ed Angela al loro primo incontro Lissta
(potevate scegliere un incontro migliore :-)))
di Marco il primo tassellato DOCG senza tassellato (ma la maglia l'hai presa
ad honoris causa?)
di Roby e del suo spirito di abnegazione durante il giro,
del Gatto e di Nonnocharlie, che mi hanno fatto aspettare mezz'ora ma che mi
hanno ripagato con la loro simpatia e la loro allegria,
dei due pazzi del gruppo (che non seremmo io e Marty) che oltre che fare
servizio di vigili/staffette hanno intrattenuto noi la sera in hotel (grazie
mille!),
di LEI, Lei che ha dato un senso alla mia vita, LEI che si è fatta in
quattro per venire incontro alle esigenze di tutti, LEI che anche stavolta
mi ha aiutato a superare le difficoltà nei mesi che hanno preceduto
l'incontro.

Di ognuno di loro ci sarebbe da raccontare per ore, ma sarebbe comunque
riduttivo, quello che vi posso dire è che, andare in giro con quei matti
della LISSTA è tutta un'altra storia :-))))))))))

Mané

Le foto le trovate qui http://picasaweb.google.it/manetransalp/Primavera2008#