E due: due incontri di Lissta organizzati insieme a Zac e a TUTTO il CDT a distanza di due mesi.
Le telefonate i fax le tante email scambiate… adesso sembrano un ricordo lontano.
Eppure l’ultima telefonata l’ho fatta sabato alle 11 nel bel mezzo di uno sterrato di media difficoltà.
A questo punto ci vorrebbe una frase di rito del tipo “è stato bellissimo, grazie a tutti i partecipanti e a chi, come me, ha partecipato all’organizzazione”
E invece no, vi dico che è stata una faticaccia e che sono molto stanco: stanco perché se organizzare un incontro richiede tempo, fatica e tanto tempo libero per preparare tutto alla perfezione, organizzarne due è un semisuicidio ;-))).
Lo sappiamo tutti, gli incontri si fanno per stare insieme, vedersi, divertirsi e fare casino in sella alla moto, sia essa made in Japan made in Austria o made in Italy… ma tutto questo richiede un minimo di organizzazione, preparazione e tutta una serie di piccole cose che chi organizza conosce bene. E son cose che vanno fatte, si deve cercare di lasciare poco o nulla al caso, altrimenti ci si fa male ci si perde o peggio ancora ci sono dei malumori e questo richiede molto tempo e impegno ;-))))
E’ proprio pensando a quest’ultima parola che venerdi pomeriggio sono andato in moto al rifugio delle aquile, dopo che per tutto il giorno avevo avuto febbre crampi allo stomaco ed ero pure svenuto mentre ero al centro commerciale per prendere delle 8mm per Simone: una tragedia ;-))))
Ma volevo tener fede ad ogni costo ai miei impegni, anche se non volevo prendere dei rischi inutili; per questa ragione mi ero ripromesso che o mi sarei rimesso in sesto entro le 12 ore successive e partivo con la moto oppure avrei lasciato la moto al rifugio e avrei seguito il gruppo con la jeep.
Alle 18.30 sono in moto sotto il rifugio, salendo faccio uno sterrato che taglia uno degli ultimi tornanti per tranquillizzare Marty (se va per campi sta bene, avrà pensato) che mi seguiva a breve distanza con la Clio. Arrivo e trovo alcune facce losche (ahò quello siete! :-) ) e mi sistemo in camera. Man a mano arrivano gli altri, solite chiacchiere sulle moto poi un rombo rompe il la quiete del rifugio: lo scarico di Gegè e Fabio.
Fabio si improvvisa subito infermiere obbligandomi a prendere dell’aulin.
Tra i tanti arrivi, lo spettacolare comparsa di Paolo Fo… che parcheggia la TA a modo suo… :-)))))
Il clima giocoso e allegro che caratterizza le cene Lissta mi fa dimenticare che ho la febbre, ma ci pensa sempre Dijetto (in versione infermiera, orrore!!!!!) e ricordarmi di prendere altre 2 pasticche di aulin (gentilmente offerte da Giaconet, grazie), dopodiché mi fiondo a letto.
Cronache del tempo narrano di un briefing in cui il conte abbia distribuito delle aspirine dalla forma particolare e degli strani “antipioggia”… e abbia raccontato storie di misteriosi tubi assassini e di ginestre mangiamotociclisti… questo narrano le cronache del tempo :-))))))
E siamo a sabato mattina, mi sveglio che sono a pezzi ma non ho più la febbre; parto a patto che se dovessi peggiorare mi fermo. Carichiamo i bagagli nella Clio e attrezziamo il frontera ad uso officina mobile: a guidarla c’è mio fratello Lorenzo che anche questa volta a deciso di aiutarmi in questa bellissima avventura :-)
L’ultima occhiata al favoloso panorama che si gode dal rifugio e partiamo, veloce sterrato e appena usciamo dal bosco lascio andare avanti Gegè e gli altri, dando come punto di ritrovo l’unica casa presente lungo il tracciato.
Ci raggruppiamo, una sgonfiatina alle gomme e ripartiamo. Affrontiamo il primo tratto impegnativo della giornata, io salgo con il mio passo incurante di ciò che succede dietro. Arrivo al primo tratto pianeggiante e… cavolo sono da solo! :-(
Aspetto aspetto… niente! Torno indietro ritrovo Gegè ed un paio di altre persone. Mi dice che è caduto proprio dietro di me :-( Lo sconforto ci attanaglia: se è caduto Gegè allora è proprio difficile.
Invece mi dice che ha visto la mia moto quasi per terra e col cercare di evitarmi è finito a terra: sono senza parole :-(
Frenetiche riparazioni alle moto e si riparte. Superiamo il tratto difficile e ci immettiamo in uno sterratore largo che permette viste mozzafiato sui Sibillini e sulla Laga. Da li sterrato di media difficoltà fino al punto “x” la discesa tecnica di cui si è tanto parlato in questi mesi.
Prima di parlare di questa però devo fare una (doverosa) parentesi su Giaconet, una persona speciale che ha dato a tutti noi una lezione di vita e a cui va il mio primo grazie di giornata.
E’ caduto diverse volte e alla fine ha messo da parte il proprio orgoglio e ha accettato, suo malgrado, di non affrontare tutto il percorso della VDC.
Non è debolezza, è umiltà: ha riconosciuto i suoi limiti cosa che quasi nessuno di noi fa e ha deciso, per non creare disagio a tutti gli altri, di non fare tutto il percorso della VDC. Nonostante questo è rimasto con noi fino all’ultimo e la domenica invece di tornarsene comodamente a casa (visto che aveva deciso di non fare il giro) è venuto lo stesso al ristorante. Grazie Giaconet, se davvero un ragazzo in gamba; a nome di tutto il CDT mi sento di dirti che se si farà una VDC2008 tu sei il primo iscritto.
Tornando a noi, arriviamo alla famosa discesa e sorpresa: l’ hanno mezza spianata!
Cosi larga e liscia (non ci sono i gradoni che avevamo trovato durante le ricognizioni) la fa chiunque. Il “famoso” tubo che ci aveva messo in crisi un mese fa non crea più nessun problema :-(((( Uno ad uno, seguiti fedelmente da Gegè e Fabio tutti i partecipanti superano questo ostacolo e poi scendiamo per il piccolo sentiero che ci porta fino al guado.
Una libidinosa salita affrontata a tutto gas :-)))))))))))) ci porta fino alla strada asfaltata, 5 km di trasferimento e poi ultimo sterrato della mattinata, una polverosa e sassosa strada che attraversa delle cave di travertino abbandonate: tecnica ma davvero divertente. La sosta al bar è l’occasione per guardare le facce dei partecipanti: impolverate ma felici. Ci sbrachiamo ma abbiamo ancora fame… di polvere.
Me ne accorgo al primo sterrato del pomeriggio, appena dico “ragazzi andate avanti da soli ci si vede in cima al passo” partono tutti a razzo creando una tale nebbia che nemmeno in pianura padana ce l’ hanno cosi fitta: wow ;-)))))))
Giaconet molla :-(((( e raggiunge Marty in hotel, il gruppo invece prosegue.
Altro sterratone veloce, trasferimento in asfalto e alle 16 siamo all’imbocco della via dei cinghiali.
Gegè, per l’ennesima volta fa da apripista. Dopo poche curve il gruppo si ferma: Gegè è finito di nuovo a terra (ma che c’avevi preso gusto?), e a ruote Simone :-((((((((((
A metà percorso mi metto davanti per guidare il gruppo tra le mille stradine che caratterizzano questo percorso, piccolo (più che piccolo, prosciugato) guado e poi su veloce fino alla strada asfaltata, dove Lorenzo ci aspetta con le bottiglie di acqua fresca: libidine!
Sosta meritata prima di affrontare uno dei tratti più belli e tecnici della VDC (che le cronache del tempo descrivono come “infestato di mostruose ginestre mangiamotociclisti”:-))))))))))))))))).
I vecchi si sa, tendevano ad esaltare le loro imprese, cosicché nessuno dei partecipanti alla VDC2007 viene ingoiato da queste mostruose creature :-)))) e salgono (quasi) tutti indenni fino al tratto pianeggiante. Quasi… un paio di cadute e il mio paracoppa con un dente nella parte anteriore…
Ringrazio ancora una volta S. Gegè (protettore dei motori di fuoristradisti in erba) e il suo miracoloso paracoppa che anche questa volta hanno salvato il mio bistrattato motore :-))))))
Aspettiamo l’arrivo degli altri un po come si aspettano i compagni di classe dopo l’esame di quinto superiore: identiche facce emozionate e contente ;-)))))
L’ultimo tratto è una passeggiata veloce in mezzo ad un castagneto, un inaspettato incontro con una famiglia di caprioli e in breve tempo siamo a ponte d’Arli per l’ultimo tratto di off di questa giornata. Percorso largo e veloce, caratterizzato una vista mozzafiato sulla casa dei miei, una serie di passaggi da cartolina in una bellissima pineta e una bellissima cascata con annesso mulino.
Andiamo verso l’hotel, non prima di aver fatto un fettucciato (senza fettucce), aver visto l’africa di Giorgio fare una salitona da paura e esserci persi gingignocco fabio gatto e Gegè.
Una bella nuotata in piscina (ci voleva proprio), poi tutti a cena dove in 16 persone ci mangiamo la pasta che di solito mangiano 30 persone ;-)))))))) (come si dice: motociclista del panza motociclista di sostanza ;-))))) grigliata, anguria (preso da una impagabile Marty, che ha pensato a tutto manco fosse lei l’organizzatrice ;-*) e poi le “dolci” note del grande Bob che alla fine è riuscito a rifilarmi una camera d’aria. Mattina sveglia con sorpresa, e non parlo quella di vedersi il gabrielmelandro di prima mattina (ormai ci sono abituato) bensi una foratura risolta a tempo di record. Si parte, senza Giaconet che preferisce raggiungerci a Castelluccio via asfalto, e con Fabio e Gegè in versione scopa.
Filiamo veloci attraverso degli sterrati facili, un’altra foratura ci consiglia di tagliare un pezzo, e di puntare subito verso il Fargno (dove inizialmente era previsto il pernotto).
Conduco il gruppo fino all’inizio dello sterrato e poi mi faccio da parte. Altra foratura a metà percorso (stavolta il conte) riparata come sempre a tempo di record ;-))))
Ripartiamo e raggiungiamo il Fargno. Foto di gruppo, una veloce riparazione ad un ktm e un improvvisato totoscommesse sulla moto che si sta inerpicando quassù: un fazer con gomme da strada…. senza parole. Non senza qualche problema, guido il gruppo nella discesa (odio il fondo smosso, specie con le continental) e poi fino all’imbocco dell’ultimo sterrato. Anche stavolta mi faccio da parte e mi metto con gli ultimi (non voglio fare da tappo) e salgo con il mio passo tranquillo. Mi blocco nell’ultima discesa, il fondo è molto smosso e ho paura di farmi male proprio a 10 km dalla fine. Scendo con il mio passo tranquillo e mi fiondo sulla salita finale della VDC, quella che porta da Castelsant’Angelo a Castelluccio dove la mia Marty mi aspetta a braccia aperte e casco in mano per fare un due pieghe veloci prima di pranzo.
E’ fatta mi dico, ce l’ho fatta ;-))))))))))))))))
Urlo di gioia!
Solo venerdì pensavo di dover mollare e invece sono riuscito a stringere i denti e ad arrivare alla fine senza commettere errori.
Guardo le facce impolverate ma felici dei partecipanti, saluto quelli che ci hanno raggiunto a Castelluccio per partecipare a questa festa, festa dove tutti sono protagonisti partecipanti, organizzatori, zavorrine, figli, amici, amici degli amici… una festa alla quale io ho avuto la fortuna di partecipare ;-))))))
A questo punto dovrei dare i numeri di questo incontro… manco un incontro si potesse misurare.
I veri numeri sono quelli dei partecipanti: il primo, quello di Bob Serenelli che all’invito di Gegè di mollare la moto nella discesa difficile gli ha urlato “ma a chi la mollo!!!!!” Mitico!… il dritto di Gegè sulla via dei cinghiali, le prese in giro di Dijetto che è quasi riuscito a farmi strozzare con l’anguria (‘stardo) o l’arrivo (meglio non commentare) di Paolo Fo al rifugio delle aquile ;-)))))))))
Questi sono solo alcuni dei “veri” numeri di questo incontro, e sono quelli che rimarranno nella mia testa ogni volta che ripenserò a questa bellissima VDC.
L’ultimo ricordo (il più bello) è la battuta del piccolo Nik:
“Guarda Nik ci sono le montagne… – si ma sono sporche!”
Questa è stata in sintesi la VDC2007, un giro attraverso le “montagne sporche”.
Mané
Le foto sono qui
http://www.silimits.it/vdc2007/index.html
http://picasaweb.google.it/antoniosalvagnoni70/LaViaDelCiauscolo#
http://picasaweb.google.it/eugenio.fava/VIADELCIAUSCOLO#
Le telefonate i fax le tante email scambiate… adesso sembrano un ricordo lontano.
Eppure l’ultima telefonata l’ho fatta sabato alle 11 nel bel mezzo di uno sterrato di media difficoltà.
A questo punto ci vorrebbe una frase di rito del tipo “è stato bellissimo, grazie a tutti i partecipanti e a chi, come me, ha partecipato all’organizzazione”
E invece no, vi dico che è stata una faticaccia e che sono molto stanco: stanco perché se organizzare un incontro richiede tempo, fatica e tanto tempo libero per preparare tutto alla perfezione, organizzarne due è un semisuicidio ;-))).
Lo sappiamo tutti, gli incontri si fanno per stare insieme, vedersi, divertirsi e fare casino in sella alla moto, sia essa made in Japan made in Austria o made in Italy… ma tutto questo richiede un minimo di organizzazione, preparazione e tutta una serie di piccole cose che chi organizza conosce bene. E son cose che vanno fatte, si deve cercare di lasciare poco o nulla al caso, altrimenti ci si fa male ci si perde o peggio ancora ci sono dei malumori e questo richiede molto tempo e impegno ;-))))
E’ proprio pensando a quest’ultima parola che venerdi pomeriggio sono andato in moto al rifugio delle aquile, dopo che per tutto il giorno avevo avuto febbre crampi allo stomaco ed ero pure svenuto mentre ero al centro commerciale per prendere delle 8mm per Simone: una tragedia ;-))))
Ma volevo tener fede ad ogni costo ai miei impegni, anche se non volevo prendere dei rischi inutili; per questa ragione mi ero ripromesso che o mi sarei rimesso in sesto entro le 12 ore successive e partivo con la moto oppure avrei lasciato la moto al rifugio e avrei seguito il gruppo con la jeep.
Alle 18.30 sono in moto sotto il rifugio, salendo faccio uno sterrato che taglia uno degli ultimi tornanti per tranquillizzare Marty (se va per campi sta bene, avrà pensato) che mi seguiva a breve distanza con la Clio. Arrivo e trovo alcune facce losche (ahò quello siete! :-) ) e mi sistemo in camera. Man a mano arrivano gli altri, solite chiacchiere sulle moto poi un rombo rompe il la quiete del rifugio: lo scarico di Gegè e Fabio.
Fabio si improvvisa subito infermiere obbligandomi a prendere dell’aulin.
Tra i tanti arrivi, lo spettacolare comparsa di Paolo Fo… che parcheggia la TA a modo suo… :-)))))
Il clima giocoso e allegro che caratterizza le cene Lissta mi fa dimenticare che ho la febbre, ma ci pensa sempre Dijetto (in versione infermiera, orrore!!!!!) e ricordarmi di prendere altre 2 pasticche di aulin (gentilmente offerte da Giaconet, grazie), dopodiché mi fiondo a letto.
Cronache del tempo narrano di un briefing in cui il conte abbia distribuito delle aspirine dalla forma particolare e degli strani “antipioggia”… e abbia raccontato storie di misteriosi tubi assassini e di ginestre mangiamotociclisti… questo narrano le cronache del tempo :-))))))
E siamo a sabato mattina, mi sveglio che sono a pezzi ma non ho più la febbre; parto a patto che se dovessi peggiorare mi fermo. Carichiamo i bagagli nella Clio e attrezziamo il frontera ad uso officina mobile: a guidarla c’è mio fratello Lorenzo che anche questa volta a deciso di aiutarmi in questa bellissima avventura :-)
L’ultima occhiata al favoloso panorama che si gode dal rifugio e partiamo, veloce sterrato e appena usciamo dal bosco lascio andare avanti Gegè e gli altri, dando come punto di ritrovo l’unica casa presente lungo il tracciato.
Ci raggruppiamo, una sgonfiatina alle gomme e ripartiamo. Affrontiamo il primo tratto impegnativo della giornata, io salgo con il mio passo incurante di ciò che succede dietro. Arrivo al primo tratto pianeggiante e… cavolo sono da solo! :-(
Aspetto aspetto… niente! Torno indietro ritrovo Gegè ed un paio di altre persone. Mi dice che è caduto proprio dietro di me :-( Lo sconforto ci attanaglia: se è caduto Gegè allora è proprio difficile.
Invece mi dice che ha visto la mia moto quasi per terra e col cercare di evitarmi è finito a terra: sono senza parole :-(
Frenetiche riparazioni alle moto e si riparte. Superiamo il tratto difficile e ci immettiamo in uno sterratore largo che permette viste mozzafiato sui Sibillini e sulla Laga. Da li sterrato di media difficoltà fino al punto “x” la discesa tecnica di cui si è tanto parlato in questi mesi.
Prima di parlare di questa però devo fare una (doverosa) parentesi su Giaconet, una persona speciale che ha dato a tutti noi una lezione di vita e a cui va il mio primo grazie di giornata.
E’ caduto diverse volte e alla fine ha messo da parte il proprio orgoglio e ha accettato, suo malgrado, di non affrontare tutto il percorso della VDC.
Non è debolezza, è umiltà: ha riconosciuto i suoi limiti cosa che quasi nessuno di noi fa e ha deciso, per non creare disagio a tutti gli altri, di non fare tutto il percorso della VDC. Nonostante questo è rimasto con noi fino all’ultimo e la domenica invece di tornarsene comodamente a casa (visto che aveva deciso di non fare il giro) è venuto lo stesso al ristorante. Grazie Giaconet, se davvero un ragazzo in gamba; a nome di tutto il CDT mi sento di dirti che se si farà una VDC2008 tu sei il primo iscritto.
Tornando a noi, arriviamo alla famosa discesa e sorpresa: l’ hanno mezza spianata!
Cosi larga e liscia (non ci sono i gradoni che avevamo trovato durante le ricognizioni) la fa chiunque. Il “famoso” tubo che ci aveva messo in crisi un mese fa non crea più nessun problema :-(((( Uno ad uno, seguiti fedelmente da Gegè e Fabio tutti i partecipanti superano questo ostacolo e poi scendiamo per il piccolo sentiero che ci porta fino al guado.
Una libidinosa salita affrontata a tutto gas :-)))))))))))) ci porta fino alla strada asfaltata, 5 km di trasferimento e poi ultimo sterrato della mattinata, una polverosa e sassosa strada che attraversa delle cave di travertino abbandonate: tecnica ma davvero divertente. La sosta al bar è l’occasione per guardare le facce dei partecipanti: impolverate ma felici. Ci sbrachiamo ma abbiamo ancora fame… di polvere.
Me ne accorgo al primo sterrato del pomeriggio, appena dico “ragazzi andate avanti da soli ci si vede in cima al passo” partono tutti a razzo creando una tale nebbia che nemmeno in pianura padana ce l’ hanno cosi fitta: wow ;-)))))))
Giaconet molla :-(((( e raggiunge Marty in hotel, il gruppo invece prosegue.
Altro sterratone veloce, trasferimento in asfalto e alle 16 siamo all’imbocco della via dei cinghiali.
Gegè, per l’ennesima volta fa da apripista. Dopo poche curve il gruppo si ferma: Gegè è finito di nuovo a terra (ma che c’avevi preso gusto?), e a ruote Simone :-((((((((((
A metà percorso mi metto davanti per guidare il gruppo tra le mille stradine che caratterizzano questo percorso, piccolo (più che piccolo, prosciugato) guado e poi su veloce fino alla strada asfaltata, dove Lorenzo ci aspetta con le bottiglie di acqua fresca: libidine!
Sosta meritata prima di affrontare uno dei tratti più belli e tecnici della VDC (che le cronache del tempo descrivono come “infestato di mostruose ginestre mangiamotociclisti”:-))))))))))))))))).
I vecchi si sa, tendevano ad esaltare le loro imprese, cosicché nessuno dei partecipanti alla VDC2007 viene ingoiato da queste mostruose creature :-)))) e salgono (quasi) tutti indenni fino al tratto pianeggiante. Quasi… un paio di cadute e il mio paracoppa con un dente nella parte anteriore…
Ringrazio ancora una volta S. Gegè (protettore dei motori di fuoristradisti in erba) e il suo miracoloso paracoppa che anche questa volta hanno salvato il mio bistrattato motore :-))))))
Aspettiamo l’arrivo degli altri un po come si aspettano i compagni di classe dopo l’esame di quinto superiore: identiche facce emozionate e contente ;-)))))
L’ultimo tratto è una passeggiata veloce in mezzo ad un castagneto, un inaspettato incontro con una famiglia di caprioli e in breve tempo siamo a ponte d’Arli per l’ultimo tratto di off di questa giornata. Percorso largo e veloce, caratterizzato una vista mozzafiato sulla casa dei miei, una serie di passaggi da cartolina in una bellissima pineta e una bellissima cascata con annesso mulino.
Andiamo verso l’hotel, non prima di aver fatto un fettucciato (senza fettucce), aver visto l’africa di Giorgio fare una salitona da paura e esserci persi gingignocco fabio gatto e Gegè.
Una bella nuotata in piscina (ci voleva proprio), poi tutti a cena dove in 16 persone ci mangiamo la pasta che di solito mangiano 30 persone ;-)))))))) (come si dice: motociclista del panza motociclista di sostanza ;-))))) grigliata, anguria (preso da una impagabile Marty, che ha pensato a tutto manco fosse lei l’organizzatrice ;-*) e poi le “dolci” note del grande Bob che alla fine è riuscito a rifilarmi una camera d’aria. Mattina sveglia con sorpresa, e non parlo quella di vedersi il gabrielmelandro di prima mattina (ormai ci sono abituato) bensi una foratura risolta a tempo di record. Si parte, senza Giaconet che preferisce raggiungerci a Castelluccio via asfalto, e con Fabio e Gegè in versione scopa.
Filiamo veloci attraverso degli sterrati facili, un’altra foratura ci consiglia di tagliare un pezzo, e di puntare subito verso il Fargno (dove inizialmente era previsto il pernotto).
Conduco il gruppo fino all’inizio dello sterrato e poi mi faccio da parte. Altra foratura a metà percorso (stavolta il conte) riparata come sempre a tempo di record ;-))))
Ripartiamo e raggiungiamo il Fargno. Foto di gruppo, una veloce riparazione ad un ktm e un improvvisato totoscommesse sulla moto che si sta inerpicando quassù: un fazer con gomme da strada…. senza parole. Non senza qualche problema, guido il gruppo nella discesa (odio il fondo smosso, specie con le continental) e poi fino all’imbocco dell’ultimo sterrato. Anche stavolta mi faccio da parte e mi metto con gli ultimi (non voglio fare da tappo) e salgo con il mio passo tranquillo. Mi blocco nell’ultima discesa, il fondo è molto smosso e ho paura di farmi male proprio a 10 km dalla fine. Scendo con il mio passo tranquillo e mi fiondo sulla salita finale della VDC, quella che porta da Castelsant’Angelo a Castelluccio dove la mia Marty mi aspetta a braccia aperte e casco in mano per fare un due pieghe veloci prima di pranzo.
E’ fatta mi dico, ce l’ho fatta ;-))))))))))))))))
Urlo di gioia!
Solo venerdì pensavo di dover mollare e invece sono riuscito a stringere i denti e ad arrivare alla fine senza commettere errori.
Guardo le facce impolverate ma felici dei partecipanti, saluto quelli che ci hanno raggiunto a Castelluccio per partecipare a questa festa, festa dove tutti sono protagonisti partecipanti, organizzatori, zavorrine, figli, amici, amici degli amici… una festa alla quale io ho avuto la fortuna di partecipare ;-))))))
A questo punto dovrei dare i numeri di questo incontro… manco un incontro si potesse misurare.
I veri numeri sono quelli dei partecipanti: il primo, quello di Bob Serenelli che all’invito di Gegè di mollare la moto nella discesa difficile gli ha urlato “ma a chi la mollo!!!!!” Mitico!… il dritto di Gegè sulla via dei cinghiali, le prese in giro di Dijetto che è quasi riuscito a farmi strozzare con l’anguria (‘stardo) o l’arrivo (meglio non commentare) di Paolo Fo al rifugio delle aquile ;-)))))))))
Questi sono solo alcuni dei “veri” numeri di questo incontro, e sono quelli che rimarranno nella mia testa ogni volta che ripenserò a questa bellissima VDC.
L’ultimo ricordo (il più bello) è la battuta del piccolo Nik:
“Guarda Nik ci sono le montagne… – si ma sono sporche!”
Questa è stata in sintesi la VDC2007, un giro attraverso le “montagne sporche”.
Mané
Le foto sono qui
http://www.silimits.it/vdc2007/index.html
http://picasaweb.google.it/antoniosalvagnoni70/LaViaDelCiauscolo#
http://picasaweb.google.it/eugenio.fava/VIADELCIAUSCOLO#