La prima volta del vettore

giovedì 22 ottobre 2009

Ho scovato questo mio racconto del primo volo sul Vettore: era il 2 luglio del 2007


Una lunga lotta durata circa due ore, una lotta tra me il vento e la natura, una lotta per cercare di raggiungere l'ennesimo sogno, quello di raggiungere in volo la cima del vettore... Uno, due, tre, metri al secondo come ascesa massima, un okkio sempre puntatto sul variometro uno alla montagna che si faceva sempre più imponente... :-))))))))))

La radio che va ko, perdo 200m di quota per cercare di sitemarla...ormai è fatta mi devo arrendere e invece no, stavolta non gli e la do vinta, mi avvicino ulteriormente alla montagna, la vela torna a salire, la cabro un pò e guadagno quel 0.5m/s di ascendenza, 1800 - 1900 - 2000m tengo duro non mollo ;-)))))))

Sotto i miei genitori e mio fratello Paolo, che mi hanno visto decollare fino a diventare sempre più piccolo e a sparire... "Emanuele? non lo vediamo più..." Il loro cannocchiale ha perlustrato palmo palmo tutto il Vettore finchè un amico li ha tranquillizzati:"è in cima al vettore o è a terra, non vi preoccupate sa bene quello che sta facendo..." La mia lotta lassu continua, +1 +1.5 m/s mi sembra di non arrivare mai. Passo sotto lo scoglio dell'aquila ma non basta devo salire di altri 2/300m almeno.... mi dirigo sul versante ovest del vettore proprio di fronte a Castelluccio, la vela non si muove... mi rilasso qualche secondo e guardo sotto:"cavolo se sono alto!" Sono emozioni che non si possono descrivere!

Sinistra destra una infinita serie di immaginari tornanti tracciati nell'aria 50 metri davanti al vettore. Altri 100 metri strappati con denti al vento... da li la vela inizia a salire da sola a +2 - 3 m/s 2300m! è fatta, riesco a passare sopra le creste e a vedere il lago di Pilato laggiù in basso: inizio a piangere di gioia! Chiamo Marty gli urlo che ce l'ho fatta! Continuo a salire e a veleggiare dolcemente sopra le picole creste del comprensorio del vettore, intravedo Roberto che era decollato 10 minuti prima di me, passiamo vicini e ci salutiamo; tiro un sospiro di sollievo, finalmente non sono più solo! Continuo a giocare con il vento e strappo altri 200m di quota. Faccio delle larghe virate a 360° e mi godo un panorama unico nel suo genere, riesco persino a scorgere in lontananza il mare ;-))))) poi vedo il mio amico andar via e puntare colletondo... vado via anch'io ma dirigo verso forca di presta...

Mi chiama Lorenzo mi chiede com'è andato il volo... "bene gli rispondo io, ho attaccato il vettore e sono arrivato in cima. adesso sono a quota 2200 e sto andando a passeggio sulla piana..." Incredulo mi riattacca. Arrivo sopra il rifugio degli alpini, guardo verso casa ma ovviamente non riesco a vederla, ma vedo i paesini vicini. Ritorno sulla piana, vedo mio fratello vicono l'atterraggio, ci svolazzo sopra per una decina di minuti facendo delle larghe virate più che altro per fargli vedere come questo sport sia sicuro se affrontato con la giusta maniera...

Disegno nel cielo delle strane figure fino ad arrivare all'atterraggio, una serie di esse per smaltire questa quota e atterro... un po lungo per la verità, ma dopo una giornata del genere un errore del genere me lo posso permettere ;-))))

IlsognatoreManè

Sfide

lunedì 19 ottobre 2009

Ma chi cazzo me lo fa fare?

Potrei starmene tranquillamente appollaiato in cima ad una delle tante montagne oltrepassate, ad osservare il mondo e la vita. Potrei gustarmi fino in fondo il piacere delle tante vittorie, volare, viaggiare, starmene sdraiato su di un materassino in acqua a sentire il ritmo incessante della vita...

E invece no porca miseria, sono sempre li a cercare di raggiungere un'altra meta, un'altra montagna, un altro obiettivo... Sempre li, coltello tra i denti e visiera abbassata.

Stavolta non c'entra la moto, ne il parapendio, ne chissa quale strano mezzo per vivere piu intensamente la mia liberta stavolta e una cosa seria: L'UNIVERSITA, o meglio Scienze del Turismo. L'universita, il piu irraggiungibile e ardito dei miei viaggi, la sfida delle sfide!

Porca miseria Mane, ma che cazzo ti sei messo in mente? Qui non c'e il transalp a tirarti fuori dai guai, non c'e Ubaldo a dirti come fare ad arrivare in cima al Vettore ne ci sono gli amici enduristi a darti una
mano ed uscire dalla fangaia, qui sei solo porca puttana! Sono 3 anni che non leggi un libro cazzo, come puoi pensare di riuscire a dare 10 esami in un anno? No Mane, per quanto ogni genitore ti direbbe che hai fatto bene, per me che sono te stesso, questa e la piu grande cazzata che potessi fare!

Vaffanculo Mane vaffanculo.

Vaffanculo a chi non crede in te, vaffanculo a quelli che ti hanno giudicato senza darti nemmeno il tempo di parlare, vaffanculo a quegli stronzi che hanno smesso di sognare ed invidiosi, tarpano le ali a quelli che ancora li inseguono.

Una sola cosa ho da dirti: un anno fa correvi di notte con il freddo sul lungomare immaginando una lunga distesa sabbiosa; lo hai fatto per mesi, con costanza e determinazione, senza avere la certezza che un giorno ci saresti arrivato. Amigo, ti rivelo un segreto: anche dietro quei libri c'e una immensa distesa sabbiosa che ti aspetta. Sara difficilissimo raggiungerla, il freddo e la fatica patiti lo scorso anno saranno nulla in confronto, ma ti garantisco che alla fine troverai una sconfinata distesa sabbiosa dove potrai sederti la sera intorno ad un fuoco con pochi fidati amici e rimanere incantato ad osservare il cielo stellato.

Forza Mane!

Dove osano le quaglie

lunedì 12 ottobre 2009

Ovvero… un marchigiano in volo sulle Alpi!

Di tutti i volatili esistenti, la maggior parte di noi, vuoi per la sua bellezza, vuoi per la sua imponenza, vuoi per la sua assoluta padronanza del volo, tende ad identificarsi in un’aquila. C’è poco da fare, quando si pensa al volo si pensa a lei, la regina dei cieli!

A maggior ragione per un volatore come me dovrebbe essere quasi naturale immedesimarsi a questo bellissimo volatore, ma non è cosi: sono lì, nel suo stesso ambiente, appeso ad un pezzo di stoffa trafugato al costume di arlecchino, impacciato come un quindicenne al suo primo appuntamento, lento come una zanzara , incerto ed impaurito come il giorno dell’esame di terza media, talmente fuori posto che se mi presentassi ad una festa di gala con dei jeans strappati ed un giubbino da paninaro, mi sentirei a casa… C’è poco da fare, per quanto a volte mi capita di condividere con lei qualche interminabile istante dello stare per aria, il paragone non tiene: l’aquila è la volatrice per eccellenza!

Di tutti i volatili esistenti le quaglie non hanno un eccezionale modo di volare, anche se possono librarsi in aria per lunghi percorsi così da raggiungere le aree di riproduzione, poste a nord. Queste amano pascolare a terra tra la vegetazione alla ricerca di insetti e se qualcosa le allarmano preferiscono fuggire con una rapida corsa, anziché prendere il volo. Insomma sono dei volatori… “della domenica” come direbbe qualcuno. Ecco, io mi sento come una quaglia, un volatile di pianura un po goffo, abituato a volare in ambienti tranquilli e sicuri e poco avvezzo alle dure condizioni dei voli di alta montagna. Ma le Alpi, un po come il deserto, suscitano in me un’attrazione unica, oserei dire fatale, impossibile resistere ad un richiamo del genere!

Osare, rischiare, azzardare, non sono gli aggettivi giusti per definire questa mia avventura, piuttosto l’immagine che ho è quella di una papera un po impacciata (penso a quella del film “babe”) che prova a termicare di fronte a un grosso costone di roccia.

Arrivo in Friuli giovedi 01 ottobre, con in tasca i recapiti di metà dei volatori alpini e il volantino di una manifestazione di volo che si svolgerà il we successivo a Cercivento (UD). Ho solo l’imbarazzo della scelta su dove volare, ma dopo 2 giorni passati a scorrazzare su per passi alpini mi ritrovo a passare vicino Cercivento e cosi decido di fermarmi li. Mi piace l’idea di partecipare ad una manifestazione di volo, e ancor più mi piace l’ambiente diversamente astemio delle feste friulane. Bon deciso, sabato mattina alle 10 son li. Non c’è un cane cosi decido di rimandare il mio volo al pomeriggio, intanto ne approfitto per l’ennesima scorpacciata di curve e tornati salendo sul passo di Monte Croce Carnico e alle 13.30 sono di nuovo a Cercivento. Conosco gli organizzatori dell’evento, due persone davvero cordiali e piacevoli, alcune preziose indicazioni su volo, venti e quant’altro c’è da sapere, ed in breve sono già in macchina diretto verso il decollo di monte Paularo

Una serie di pensieri dei più diversi mi frullano per la testa: “Ci siamo, adesso tocca a me dimostrare quello che sono veramente: aquila o quaglia… chissenefrega, comunque andrà questo volo non dimenticherò mai… i sottoventi, devo stare ben attento a dove volo… a sx c’è una vallata stretta non devo andarci altrimenti rischio il venturi… in atterraggio il vento è sostenuto e poi ci sono i cavi dell’alta tensione … e poi il nome del posto, Cercivento, luogo in cui si incontrano tutti i venti, chissà che macello c’è la fuori…”

Non è proprio facile arrivar fin qui, ritrovarsi da solo in un decollo da cui non sono partito mai, senza nessun riferimento se non Marty poco sotto che mi osserva preoccupata e la radio degli organizzatori che sono in atterraggio. Ascolto in silenzio il pulsare del vento, osservo la manica a vento cercando di interpretare le condizioni, fisso il decollo immaginando come si comporterà la vela una volta in aria… poi lascio liberi i miei occhi e questi, come cavalli imbizzarriti, partono alla scoperta delle mille sfumature di queste splendide montagne. Chiamo l’atterraggio e mi dicono che laggiù il vento è teso, in decollo invece è calma piatta: che situazione di me###!

Sbaglio due decolli per via del poco vento, ma il terzo riesce e sono in volo!

Subito caccio un urlo liberatorio che si sente fino ad Udine, tutti i pensieri fatti prima per qualche secondo scompaiono. Un misto di incredulità e paura mi pervadono mentre la vela avanza in questo luogo da molto tempo agognato. Via verso est, ma sento che la vela scende troppo e decido di uscire verso sud dove dei delta stanno terminando. In pochi secondi arrivo a scorgere l’atterraggio e il vario inizia a farsi sentire prepotentemente: +1, +2, +3, +4 m/s! I delta in poco tempo fanno quota e scompaiono mentre io stento a gestire la mia vela. Da brava quaglia (o pollo, che dir si voglia) faccio subito le orecchie e cerco di ambientarmi, ma la vela non ne vuol sapere e continua a salire. Esco fuori e l’ascendenza si fa meno forte, riapro la vela e inizio quel volo veleggiato tranquillo (ai limiti del sonno) che tanto piace a me, e che mi permette di gustare appieno il paesaggio che mi circonda. Subito l’occhio cade sotto, osservo ammirato le conifere e le piccole casette in legno che appaiono qua e la come funghi, poi inizio a salire con lo sguardo fin in cima allo Zoncolan che mi evoca storie di ciclismo e di grandi imprese di sport. Il mio volo turistico prosegue senza troppi scossoni, mentre i miei occhi continuano cogliere scorci fiabeschi e panorami mozzafiato.

Mentre fatico a metabolizzare tutte queste sensazioni, dei delta stanno volando alla mia dx e devo prestare la massima attenzione. Li vedo termicare sicuri facendo dei 360° stretti e salendo con una semplicità impressionate, mentre io faccio degli “otto” che mi permettono di galleggiare. Ma non me ne frega più di tanto, questo per me è un volo di ambientamento, non ho velleità di fare chissà che cosa. Poi l’occhio mi cade sul vario e vedo che sono in volo già da un’ora:”Non male quaglia Mané! Pensare che questa doveva essere una planata!” mi dico.

Un grifone spunta da non si sa dove, lo vedo librarsi maestoso e imponente sopra il bosco: il mio cuore comincia a battere impetuoso, lo osservo in tutta la sua bellezza e la sua grazia, sono emozionatissimo! Provo a seguirlo e per alcuni interminabili secondi voliamo insieme, secondi che sembrano minuti , ore, giorni, la perfezione del volo del grifone vicino alla goffaggine del volo di un parapendio; di colpo il mio amico vira verso dx e sparisce chissà dove: ”grande volatore, grazie di esser venuto a rendere omaggio ad un diversamente volatore come me: E’ stato un onore per me!”

Sono troppo contento, ho ricevuto una serie di scosse da 3000V che una metà basta, me ne vado verso l’atterraggio. Penso di perdere quota ed invece continuo a salire:”Cos’è non ne hai avuto abbastanza?” - dico alla mia vela - “ dai che domani si replica!”…la vela sembra sorridere ammiccata. Eh si, dopo tanti voli, anche i parapendio sembrano avere un’anima Smile Il vento in atterraggio è un po teso, i cavi dell’alta tensione incutono timore, ma alla fine basta non passarci sopra e atterrare è una passeggia. Sono cosi tranquillo che riesco a fare anche qualche wing-over e ad atterrare senza nessun problema mancando però di centrare i bersagli…

Una faccia da ebete mi si stampa in faccia subito dopo l’atterraggio, mentre vago incredulo tra gli stand della festa. Una grossa bistecca, delle salsicce, dell’ottima polenta ed una birra freschissima, mi riportano ad una dimensione “terrena” mente osservo ancora la montagna sopra l’atterraggio. Ce l’ho fatta, la quaglia Mané per qualche secondo è diventata un’aquila, adesso ha capito che per volare alti non c’è bisogno di grandi ali, o di chissà che cosa, ma solo della voglia di farlo… e di un pizzico di incoscienza! Smile

Per il giorno seguente avevo deciso di volare da qualche altra parte, ma la cordialità e il consiglio di qualcuno che la sa lunga, mi hanno convinto a rimanere a Cercivento. Ore 9, sono già in atterraggio. Qualcuno va già di birra, mentre io decido di salire subito in decollo. Mi organizzo con alcuni bipostisti ma con mia grande sorpresa, invece di salire al decollo di Monte Paularo, questi svoltano a sx. “dove cavolo vanno?” - “noi andiamo a decollare dallo Zoncolan, lì al momento le condizioni sono migliori…”

Zoncolan, salita, sudore, biciclette, ma soprattutto paesaggi mozzafiato: questo è quello che so di questa montagna! Mi fa strano andarci a volare dopo che più volte in passato, l’ho cercata sulle cartine del Friuli senza mai trovarla. Definire bella questa zona è riduttivo, non voglio star qui ore ed ore ad elogiarne la bellezza, finirei per banalizzare questo luogo. Dico solo a chi avrà la fortuna/sfortuna di leggere questo mio racconto una sola cosa: VIAGGIA! Abbandona le strade trafficate ed infilati nelle strade piccole, quelle che sulle cartine trovi segnate in bianco o tratteggiate. Vai, parti, avventurati, scoprirai luoghi e persone incredibili!

Sul decollo dello Zoncolan sembra di essere in cima al mondo: non che sia chissà quanto alto, ma la visuale che si gode da lassù è davvero suggestiva! La giornata è limpida, il solo da poco si è affacciato sulle valli e l’attività termica è ancora poca. Partono i bipo, poi tocca a me. L’emozione fa si che sbagli il primo decollo, Marty se ne accorge e mi abbraccia Smile Vado, porto la canon con me, cosi potrò raccontare ancora meglio questa avventura. Volevo rifarmi dopo il volo “in difesa” del giorno prima, ma non c’è chissà che e devo accontentarmi di far poco più che una planata; in fondo non mi dispiace: la giornata è limpida, il sole risalta ancora più i colori di queste montagne ed i miei occhi, mai sazi di tale spettacolo, ne approfittano. Non mi arrendo, provo a fare il traversone verso nord ed a cercare qualche termica sopra Cercivento, ma non trovo nulla e devo andare in atterraggio Sad “Vabbè, almeno c’ho provato!” penso tra me e me. Attero lontano dal centro, sicuramente non vincerò nessun premio, ma va bene lo stesso.

“Vuoi fare un altro volo? Dai che c’è tempo…“ - chiede Marty - “No, arriveremmo troppo tardi a casa, per questa volta va bene cosi, grazie”. Una veloce scorpacciata di polenta e salsiccia, un caloroso abbraccio agli organizzatori, un veloce saluto agli amici conosciuti, e siamo in macchina diretti verso sud: la quaglia torna a casa! Verso Udine, ai margini dell’autostrada, vediamo un falco appollaiato su di un palo: come passiamo si alza in volo facendo una virata sopra la mia testa. D’istinto alzo la mano per salutarlo…

Ciao

Mané “Castelluccio”
http://picasaweb.google.it/manetransalp1/ParapendioFestaDelBruttoTempo#


Alcune precisazioni che mi sono state indicate da Chiara, una degli organizzatori:

- TU HAI VOLATO CON L'AQUILA ... NON ERA IL GRIFONE (c'è una timida introversa aquila che ha il nido sul monte Tenchia ... si fa vedere poco .... e probabilmente l'andirivieni della giornata l'ha disturbata e si si è messa in volo!)
- Il decollo non è sul monte Paularo (esiste un decollo sul monte paularo ma Tu sei decollato dal monte Tenchia ...
- Preciso che dallo Zoncolan, direzione ovest (nell'altra vallata) si vedono le prime dolomiti se fossi stata lì, Ti avrei mostrato l'Antelao, il Pelmo ... la zona vicino a Cortina d'Ampezzo.