Stella alpina stella marina 14 ottobre 2008

martedì 14 ottobre 2008





Sottotitolo: il buongiorno si vede dal mattino.

Zzzz....zzzzz.... (ancora in fase dormiente penso:"strano che la sveglia
non suona") zzzz.....zzzzz....
Apro a stento un occhio afferro il cellulare e... CAZZO SONO LE 7,30!!!!!!

Via giù dal letto, mi metto i pantaloni da moto senza nemmeno lavarmi,
infilo tutto quello che mi viene in mente nel bauletto mentre Marty si
fa un doccia veloce.
Afferro le chiavi di riserva e vado ad ingrassare la catena mentre Marty
finisce di infilare le imbottiture nel bauletto.

7,45 si parte, corsa veloce fino a casa di Orfeo dove arrivo alle 8,20
giusto in tempo per assaggiare il ciambellone di mirella (grazie) e per
un veloce caffè che siamo in sella.
Oggi faccio da scopa, Marty contenta mi dice:"per una volta andremo
tranquilli, tanto gli ultimi..."
Le ultime parole famose!
Qualcuno si attarda alla partenza e mi tocca correre da subito per
ricucire il gruppo.
Poco prima di comunanza riacciuffiamo il gruppo, pochi km e uno del
gruppo fora.
Il gruppo prosegue mentre scheggia si mette a fare il meccanico ferrari
e ripara a tempi record la foratura.
Scendiamo a roccafluvione, norcia e poi su fino alla piana di castelluccio.
Sul valico ci si para il primo di una lunga serie di panorami
mozzafiato: la piana ricoperta da uno spesso strato di nebbia. E' uno
spettacolo indescrivibile!
Infilandoci nella piana si ha la sensazione di scendere negli inferi,
sembra di scendere verso l'ignoto e di veder apparire da un momento
all'altro dei draghi o degli stragoni...
Il sole si cela dietro alle nuvole, il freddo si fa pungente fino a
raggiungere i 3 gradi ma le sensazioni che riceviamo sono indescrivibili
:-))))
Risaliamo fino al paese, breve sosta poi scendiamo verso castelsant'angelo.

Lo sterrato che ci porta fino a visso l'ho fatto un centinaio di volte e
ormai la mia moto ne conosce ogni singolo cm: quale occasione migliore
per rilassarsi e gustarsi i panorami!
Ci infiliamo in un tunnel di foglie dalle mille sfumature, i miei occhi
si muovono freneticamente per cercare di captarne ogni singola tonalità
e le mie mani si alzano quasi volessero toccare, incredule, questo
quadro che mi si para di fronte.
Le sensazioni che ricevo da questo luogo mi isolano da tutto il resto,
adesso la protagonista è lei, madre natura, la moto gli amici lo
sterrato quasi scompaiono.
Il bosco lascia spazio ai prati brulli tipici dell'appennino, lo sguardo
inizia a spaziare per km e km fino a scorgere in lontananza il monte
subasio che spunta piccolo piccolo dalla foschia.
Torno in una dimensione più "umana", la parte finale del percorso è meno
guidata ma con curve più belle e mi metto a giocare un po :-))))

Da visso saliamo verso il fargno e poi a metà salita giriamo a sx e
scendiamo il lago.
La strada si infila inizialmente dentro una pineta per poi scendere
dolcemente lungo prati che sembrano sconfinati. Il fondo buono ma
scavato dalla pioggia e l'andatura sostenuta richiamano tutta la mia
attenzione, fatto in due questo percorso è molto più tecnico e guidato
ma pur sempre piacevole. Marty, zavorrina fiduciosa, è con me anche
questa volta e asseconda tutti i movimenti di una moto che a tratti
sembra imbizzarrita.
Ammiro il suo coraggio e la sua tenacia, se guidare una moto su questo
fondo non è facile penso che rimanere dietro sia molto peggio!

Arriviamo ai ripetitori, sosta doverosa per una foto poi si riparte.
Nella fretta commetto un errore che mi costerà caro: dimentico le chiavi
di scorta attaccate sul bauletto. Riparto senza nemmeno pensarci e
scendo abbastanza velocemente fino al lago fiastra.
Da li risaliamo alla pintura percorrendo lo sterrato che porta alla
pintura per poi scendere sempre su sterrato fino ad amandola.

Rabbocchiamo benzina e dirigiamo verso comunanza, appena usciti dal
paese vedo un ktm rallentare e fare cenni agli altri di proseguire: accosto.

"Ho forato... " mi dice.
Provo a contattare Orfeo ma niente.
Passano 10 minuti ma continua a non rispondermi.
Bambino cattivo, ad ogni incrocio si aspetta la scopa!
Bestemmio in aramaico, ma quello che mi aspetta da li a poco mi farà
ravvedere.
Orfeo finalmente mi risponde, decidiamo di usare il fast che ho sotto la
sella e di incontrarci al ristorante.
Ma il peggio doveva ancora arrivare.
"mi metti i guanti nel bauletto? Me li riprendo dopo, al ristorante"
chiede il mio amico.
"Ok, nessun problema..." dunque le chiavi sono.... no in quest'altra
tasca... di qua nemmeno... Marty hai tu le chiavi? No io no...

Cavolo cavolo cavolo...

Ripenso a quando le ho usate l'ultima volta... "le ho lasciate sul
bauletto, quando ci siamo fermati a far la foto sopra il lago di
fiastra! Ma come cavolo ho fatto? Ormai è fatta, non mi rimane altro che
tornare indietro e cercarle..."

Sistemo la gomma del mio amico e torno indietro ripercorrendo TUTTA la
strada fin qui fatta.
Sono a pezzi, mentalmente ma soprattutto fisicamente, sono le 15 ed devo
ancora far pranzo.
Ripercorro pazientemente tutta la strada cercando l'agognato mazzo di
chiavi.
Ho voglia di fermarmi e di riposarmi un po, ma inizia ad essere tardi e
non posso perdere nemmeno un secondo. Ad un km dai ripetitori trovo le
chiavi, parcheggio la moto nel bel mezzo dello sterrato e mi siedo ad
osservare il panorama sul lago: sono distrutto e a corto di zuccheri ma
non posso non ammirare il panorama!

Avviso i miei compagni di ventura che è tutto ok, e loro mi invitano a
raggiungerli lo stesso per poi andare a fare la foto finale in
spiaggia... Cavolo, ma quanta strada mi tocca fare?
Di nuovo giù per lo sterrato, stavolta molto più piano rispetto alla
mattina.

Fiastra-sarnano poi mi fermo: un trancio di pizza e poi di nuova in sella.
Torno a guidare veloce pulito, mi accorgo solo in questo momento che non
avevo più energie.

Raggiungo i miei compagni di ventura che mi salutano con un caloroso
applauso, ma il mio pranzo?
In teoria dovevano essere avanzati degli scampi, ma mi dicono che si
erano stancati di aspettare ed hanno preferito fare un giro nello
stomaco di qualcuno...
Il tempo di un caffè e si parte alla volta della spiaggia per la foto
finale.
Facciamo uno sterratino veloce a pochi metri dal mare poi come ci
infiliamo sulla spiaggia, subito qualcuno ne approfitta per baciarla
:-PPPPPP
E' ormai buio, luna è ben visibile sopra di noi.
Foto di rito poi....

...poi il bambino che è in ognuno di noi si impossessa del nostro
cervello...
a cominciare da orfeo che nel cercare di ripartire ci ricopre di sabbia
per poi sfrecciare di fronte a noi a folle velocità, poi parte scheggia,
poi... poi vuoi che non parta io? :-))))))))
Via!!!!!!
Dapprima sul bagnasciuga poi sulla sabbia molle...
Prima seconda terza, ripenso a tutto quello che mi è stato detto sulla
guida su questo tipo di terreno e tengo il gas ben aperto ma un attimo
che mollo.... la moto rischia di finire per terra, e mi salvo solo
grazie alle mie gambe lunghe e al mio 46 di piede.
Riparto:"stavolta non mollo il gas manco se mi sparano!"
Filo veloce la moto galleggia sicura sulla sabbia molle e la mia testa
inizia a sognare di essere tra le dune del deserto... "chissà come
dev'essere bello laggiù!"
Saluto i miei amici ma già penso al prossimo appuntamento: il 26 ottobre
per il "Ritorno alla terra di mezzo".
Come sempre ci sarà da divertirsi e da sudare un po... :-))))))))

Mané

Le foto le trovate qui
http://picasaweb.google.it/manetransalp/MotoStellaAlpina#

Il ritorno alla "terra di mezzo"

giovedì 2 ottobre 2008




Un salto in un quadro dipinto dalla migliore delle artiste: madre natura!

Con questa abbuffata di colori si conclude la mia stagione da
organizzatore e si conclude proprio da dove era iniziata: dalla terra di
mezzo.

Sulla carta doveva essere un giro facile, semplice, forse scontato, ma
si sa quando ti immergi nella natura di scontato non c'è nulla. E allora
eccoti servito uno spettacolo superbo, un susseguirsi unico ed
indescrivibile di colori capaci di commuovere una banda di motociclisti
dall'aspetto un po rude ma dal cuore tenero :-))))

Dopo aver saltato alcuni pezzi per neve durante la prima "terra di
mezzo", questa volta avevo ideato un giro completo ma più difficile di
quello fatto a febbraio: avevo sostituito gli sterrati larghi a facili
iniziali con un sentiero stretto e ripido, roba da fare indigestione
subito, ma sapevo di avere con me gente dallo stomaco forte.

Partiamo, piccoli saliscendi attraversiamo veloci una pineta pochi metri
ed iniziano le salite vere.
Saliamo tranquilli, non sono questi i percorsi che possono impensierire
le nostre moto il pezzo tosto è più avanti. Lo raggiungiamo in poco
tempo eeeeee sorpresa: una bella jeep della forestale!
OOOOOOPSSSSSSSSSS!!!!!!

"ehmmm... scusate, noi vorremmo andare di lì, possiamo
veeeeeeeeeeeeero??????? |||||:-))))))"
Chiedo con tono angelico
"No, non se ne parla, quella è una strada forestale...."
Mi risponde uno di loro con tono cupo
"ma mi avevano detto che è transitabile..."
Ribatto con voce ancora più tenue
"no assolutamente, invece le targhe? Dove sono?"
Chiede l'altro con tono minaccioso
"è tutto in regola, se volete controllate pure...."
Rispondo con aria a mia volta minacciosa.
Capisco la musica e decido di non insistere.

Torniamo indietro, raggiungiamo il rifugio, un caffè e ripartiamo.
Il primo pezzo lo percorriamo ad andatura molto blanda, ci sono
parecchie persone a piedi, non è il caso di far casino; Orfeo ne
approfitta per fare due foto, io osservo le montagne cercando di
scorgere qualche nuovo percorso.
Ci infiliamo nel bosco e camminiamo letteralmente in un tappeto di
foglie multicolori.
Sembra quasi di calpestare su un'opera d'arte tanto è bello questo luogo!

La strada si fa più ripida, l'umidità e le foglie cadute rendono questo
tratto un po scivoloso ma salendo con un filo di acceleratore non ci
sono troppi problemi.
I problemi arrivano nella parte finale della salita dove troviamo uno
strappetto di 5-10 metri molto ripido e scivoloso. Non mi faccio
intimorire e non mi faccio tentare dal dare gas, salgo con un filo di
acceleratore e la mia moto come sempre non si scompone.
Li per li nemmeno mi rendo conto di quanto sia tosto questo tratto, lo
capisco qualche minuto dopo quando ci torno a piedi per aiutare i miei
amici: "Cavolo -- mi chiedo -- ed io come ho fatto a salire di li?E'
talmente viscido che si scivola persino a piedi!"
I miei amici ci provano ma è obbiettivamente troppo scivoloso e ripido
per salirci con moto da due quintali, io ho avuto solo fortuna.
"Peccato, da lassù potevamo godere di un panorama a 360°, sarà per la
prossima volta!"

Torniamo indietro e percorriamo lo sterrato che ci porta fino a
settecerri, dove incontriamo un guzzista che in coppia sta percorrendo
questo tratto:"guai a chi si azzarda dire che oggi abbiamo fatto
enduro!" ammonisco io.
La discesa fino a S. Vito si rivela più semplice del previsto, tranne il
tratto ripido il resto del percorso è stato allargato e non presenta
grandi difficoltà come una volta :-((((((
La salita finale è come sempre una goduria della guida, un lungo
rettilineo con dei solchi da fare in prima a tutta, una vera libidine.

Scendiamo a castel trosino e saliamo verso s. Marco, percorrendo la
strada che costeggia le cave.
Proprio in una di questa ci infiliamo e scopriamo che è stata adibita a
porcilaia.
Dei maiali allo stato brado, quale miglio occasione per fare due foto e
per sfotterci un po?

La sosta per il pranzo ci da modo di conoscere meglio l'amico "Sasso" un
ragazzo silenzioso ma con un polso destro di tutto rispetto. Il tempo è
tiranno, abbiamo ancora molta strada da fare, due panini e su di nuovo
nel parco dei monti della laga.
Raggiungiamo il castello diroccato di macchia da sole, e la mia testa
torna indietro nei secoli e si immagina questo luogo ai tempi dei
borboni... chissà quante storie quanti racconti si celano dietro quelle
mura!

Veloce trasferimento su asfalto ed eccoci di nuovo immersi in un bosco,
dove lo sguardo rimane calamitato dal monte vettore che domina il
paesaggio proprio di fronte a noi.
E' più che mai difficile conciliare la sguardo con la voglia di guidare,
entrambi richiederebbero mille occhi per poter assimilare appieno tutto
quello che ci si para di fronte.
Le numerose soste rinfrancano il fisico ma soprattutto la mente e gli
occhi, mai pachi di tanta bellezza. Altro sterrato, tosto sulla carta,
semplice a causa di una ruspa che ha spianato la parte più difficile
:-((((((( Peccato, era un tratto davvero divertente!

Black becca una folle su una curva e cade.
Niente di serio nonostante il cupolino rotto, una mazzata sulle pedane e
si riparte.
Veloce tratto pianeggiante e poi nuova immersione in un bosco.
Anche qui un susseguirsi di colori e di castagni secolari, l'impressione
è di veder apparire da un momento all'altro qualche gnomo.
Ed invece come per magia ci appare... una grossa e fangosa pozzanghera!

Brack ci si infila e fatichiamo non poco a tirarlo fuori, io aiutato
dagli altri spingo indietro la mia moto e passo all'esterno non senza
qualche problema.
Superiamo indenni questo ostacolo e torniamo a scendere verso valle,
dove ci aspetta l'ennesimo strappetto che ci porta fino a Forcella.
La strada è completamente invasa dalle erbacce e non è semplice vedere
il percorso.
Sul tratto ripido l'umidità fa scomporre la mia moto e solo grazie ad
una fortuita pedata rimango in piedi. E i miei amici? Salgono
tranquilli, nonostante le gomme ormai finite, complimenti!
Il tempo di riprendere fiato e di fare qualche foto e si riparte.

Decidiamo saggiamente di escludere un pezzo di sentiero, vista la
pericolosità di un tratto e puntiamo verso l'ultimo sterrato che ci
porterà a venarotta.
La parte iniziale è facile e, tanto per cambiare, bella;
verso la fine il percorso diventa un po più ripida e dopo 200km la
stanchezza si fa sentire: i muscoli delle braccia e delle gambe che fino
a qual momento non davano segni di stanchezza iniziano a farsi sentire.
La salita sembra non finire mai, sento i muscoli delle braccia molto duri.
Arriviamo alla fine del percorso alle 17,00 sfruttando anche l'ultimo
raggio di sole disponibile.

La giornata si conclude con una birra, l'occasione giusta per ridere
delle disavventure di giornata con una consapevolezza: E' STATO UN GRAN
GIRO!
Non ci sono parole per
descrivere la bellezza dei posti attraversati,
raccontare le emozioni vissute e descrivere il nostro stupore. C'è però
la consapevolezza di aver vissuto una grande giornata immersi in un
luogo magico in compagnia di ottimi amici.

A presto
Mané


le foto le trovate qui http://www.forchettevolanti.com/Terra%20di%20Mezzo%202008/index.html