Giulianova - S. Benedetto, 30km di spiagge hotel e piste ciclabili. 30 km che mediamente percorro due o tre volte a settimana con il mio paramotore: cosa ci sarà mai da raccontare su questa zona che non vi abbia già raccontato in passato?
Sabato arrivo in decollo abbastanza presto: le previsioni meteo dicono che questa sarà una giornata ventosa ed io voglio decollare prima che il vento rinforzi. Un sole caldo accompagnato da una brezza di montagna, mi accompagna mentre lentamente assemblo il mio frullatore; è il primo vero sole dell’anno, quello che ti arriva alle ossa e ti risveglia dal letargo, quello che da una scossa e ti dice:”Vai, parti, vola più lontano che puoi!”. Come non approfittarne?
E sia, gas al motore e via verso l’infinito dei cieli ma no, prima bisogna fare i conti con lui, il vento, oggi come non mai in vena di scherzi. Lo osservo per una buona mezz'oretta cercando di capire le sue intenzioni, lo so che ha voglia di giocare e sta solo aspettando che io stenda la vela a terra per cambiare direzione e farmi fare una sudata, ma non ci casco ed aspetto finché non si stufa e si mette deciso da nord. Decollo, determinato come non mai a godermi una bella giornata di volo, ma appena in aria ecco che Eolo si rimette a giocare con me con una bella turbolenza di sottovento che mi costringe ad una ingloriosa ritirata a terra sotto gli occhi attenti di alcuni bambini.
Aspetto e quando finalmente Eolo si è stancato di giocare, torno in aria in cerca di nuove emozioni. Emozioni: che emozione può darti un tranquillo volo fatto miliardi di volte? Ok sono tante le variabili che puoi incontrare in aria: i venti, le turbolenze, le termiche, i possibili problemi al motore… ma alla fine in trenta km le problematiche e le cose da vedere sono sempre quelle ed è difficile provare nuove sensazioni… o almeno cosi credevo!
E dire che prima di decollare cerco sempre di immaginare e in qualche modo, “prevedere”, il volo che da li a pochi minuti andrò a fare ma alla fine non riesco mai a calcolare tutte le variabili in gioco: che cavolo ne so quando sono in decollo di quello che mi aspetta una volta in aria? Volo perché è questo è il mio sogno ed è questo che mi piace fare, punto!
Decollo e subito me ne vado verso nord, saluto Marty che è a casa e punto deciso verso S. Benedetto del Tronto. Supero le spiagge desolate della Sentina, faccio il pelo ai primi palazzi di Porto d’Ascoli ed in breve sono al porto di S. Benedetto. Cosa c’è da dire su queste spiagge che non vi abbia già raccontato in qualche report passato? Ormai conoscete a memoria la posizione di ogni singola palma…
Alcuni bambini mi inseguono e mi salutano; faccio una virata per ricambiare ma come passo sul mare vengo accecato da un bagliore: frammenti di luce, come schegge di uno specchio, violentemente colpiscono l’acqua e rimbalzano fino a infrangersi sui miei occhi, occhi che fino a pochi secondi prima erano percossi piacevolmente dal colore verde smeraldo del mar Adriatico; tutt’intorno la spiaggia assolata con le sue multicolori sfumature, e sopra un cielo azzurro vestito di disfatte nubi candide! Li per li rimango incredulo quasi fosse una cosa mai vista, respiro a pieni polmoni quasi a voler assimilare a pieno questo spettacolo, è un respiro profondo che ricorda il primo respiro dell’uomo, quello di quando si nasce e come quello finisce inesorabilmente… in un pianto!
Piango come un bambino, per alcuni secondi mentre la mia vela lentamente scivola verso sud. Cerco di ricompormi (non vorrei apparire una mammoletta), ma continuo a captare luci, profumi e colori che si infilano nelle zone più recondite della mia mente, come aghi di istrice si infilano nei miei pensieri risvegliando emozioni mai sopite, con piccole scosse di adrenalina mi fanno urlare di gioia e mi stampano in viso un sorriso da perfetto deficiente. Osservo meglio l’ambiente che mi circonda cercando di spiegare a me stesso il motivo di una simile reazione, conosco a memoria ogni millimetro di queste spiagge, gli chalet, le pinete, ormai tutto questo dovrebbe essermi indifferente e invece no, ogni volta che ci volo sopra è come la prima volta e le emozioni non si sono mai affievolite.
La gente mi saluta, io ricambio con la mano ma non mi basta, vorrei trasmettere parte delle emozioni che provo ma non so come, accidenti, vorrei urlar loro la mia gioia ma credo che mi prenderebbero per pazzo, vorrei far capire loro che il volo non è una cosa da Superman, come un defibrillatore vorrei dare una scossa e trasmettere la mia immensa gioia, vorrei…
Non ho un defibrillatore che trasmetta emozioni, ma ho una tastiera, un pc e un racconto in scrittura: chissà se sono riuscito a trasmettervi alcune delle emozioni provate? Non lo so, so solo che stasera andrò a prendere un pezzo di ricambio del paramotore affinché possa continuare ad emozionarmi e (spero) ad emozionare.
Mané
Sabato arrivo in decollo abbastanza presto: le previsioni meteo dicono che questa sarà una giornata ventosa ed io voglio decollare prima che il vento rinforzi. Un sole caldo accompagnato da una brezza di montagna, mi accompagna mentre lentamente assemblo il mio frullatore; è il primo vero sole dell’anno, quello che ti arriva alle ossa e ti risveglia dal letargo, quello che da una scossa e ti dice:”Vai, parti, vola più lontano che puoi!”. Come non approfittarne?
E sia, gas al motore e via verso l’infinito dei cieli ma no, prima bisogna fare i conti con lui, il vento, oggi come non mai in vena di scherzi. Lo osservo per una buona mezz'oretta cercando di capire le sue intenzioni, lo so che ha voglia di giocare e sta solo aspettando che io stenda la vela a terra per cambiare direzione e farmi fare una sudata, ma non ci casco ed aspetto finché non si stufa e si mette deciso da nord. Decollo, determinato come non mai a godermi una bella giornata di volo, ma appena in aria ecco che Eolo si rimette a giocare con me con una bella turbolenza di sottovento che mi costringe ad una ingloriosa ritirata a terra sotto gli occhi attenti di alcuni bambini.
Aspetto e quando finalmente Eolo si è stancato di giocare, torno in aria in cerca di nuove emozioni. Emozioni: che emozione può darti un tranquillo volo fatto miliardi di volte? Ok sono tante le variabili che puoi incontrare in aria: i venti, le turbolenze, le termiche, i possibili problemi al motore… ma alla fine in trenta km le problematiche e le cose da vedere sono sempre quelle ed è difficile provare nuove sensazioni… o almeno cosi credevo!
E dire che prima di decollare cerco sempre di immaginare e in qualche modo, “prevedere”, il volo che da li a pochi minuti andrò a fare ma alla fine non riesco mai a calcolare tutte le variabili in gioco: che cavolo ne so quando sono in decollo di quello che mi aspetta una volta in aria? Volo perché è questo è il mio sogno ed è questo che mi piace fare, punto!
Decollo e subito me ne vado verso nord, saluto Marty che è a casa e punto deciso verso S. Benedetto del Tronto. Supero le spiagge desolate della Sentina, faccio il pelo ai primi palazzi di Porto d’Ascoli ed in breve sono al porto di S. Benedetto. Cosa c’è da dire su queste spiagge che non vi abbia già raccontato in qualche report passato? Ormai conoscete a memoria la posizione di ogni singola palma…
Alcuni bambini mi inseguono e mi salutano; faccio una virata per ricambiare ma come passo sul mare vengo accecato da un bagliore: frammenti di luce, come schegge di uno specchio, violentemente colpiscono l’acqua e rimbalzano fino a infrangersi sui miei occhi, occhi che fino a pochi secondi prima erano percossi piacevolmente dal colore verde smeraldo del mar Adriatico; tutt’intorno la spiaggia assolata con le sue multicolori sfumature, e sopra un cielo azzurro vestito di disfatte nubi candide! Li per li rimango incredulo quasi fosse una cosa mai vista, respiro a pieni polmoni quasi a voler assimilare a pieno questo spettacolo, è un respiro profondo che ricorda il primo respiro dell’uomo, quello di quando si nasce e come quello finisce inesorabilmente… in un pianto!
Piango come un bambino, per alcuni secondi mentre la mia vela lentamente scivola verso sud. Cerco di ricompormi (non vorrei apparire una mammoletta), ma continuo a captare luci, profumi e colori che si infilano nelle zone più recondite della mia mente, come aghi di istrice si infilano nei miei pensieri risvegliando emozioni mai sopite, con piccole scosse di adrenalina mi fanno urlare di gioia e mi stampano in viso un sorriso da perfetto deficiente. Osservo meglio l’ambiente che mi circonda cercando di spiegare a me stesso il motivo di una simile reazione, conosco a memoria ogni millimetro di queste spiagge, gli chalet, le pinete, ormai tutto questo dovrebbe essermi indifferente e invece no, ogni volta che ci volo sopra è come la prima volta e le emozioni non si sono mai affievolite.
La gente mi saluta, io ricambio con la mano ma non mi basta, vorrei trasmettere parte delle emozioni che provo ma non so come, accidenti, vorrei urlar loro la mia gioia ma credo che mi prenderebbero per pazzo, vorrei far capire loro che il volo non è una cosa da Superman, come un defibrillatore vorrei dare una scossa e trasmettere la mia immensa gioia, vorrei…
Non ho un defibrillatore che trasmetta emozioni, ma ho una tastiera, un pc e un racconto in scrittura: chissà se sono riuscito a trasmettervi alcune delle emozioni provate? Non lo so, so solo che stasera andrò a prendere un pezzo di ricambio del paramotore affinché possa continuare ad emozionarmi e (spero) ad emozionare.
Mané