Il fosso del sudore

domenica 11 maggio 2008

Qualche giorno fa su un forum leggo di un ragazzo, Geppo, che sta cercando di aprire una strada nei pressi di San Benedetto del Tronto.
Dove sarà mai questo posto? eppure quella zona l'ho battuta bene ;-)))
La puzza di sudore mista alla polvere condita con dei paesaggi nuovi ed affascinanti, sono un richiamo troppo forte per me :-))))))) tant’è che decido di andarci.
Non so nemmeno chi sia ne cosa mi aspetti, gli ultimi messaggi nemmeno li leggo e forse è un bene perché quel po di amor proprio mi avrebbe fatto desistere.
Domenica mattina ci ritroviamo in due: io e Geppo con una bellissima wr450f.
Si parte subito dal più bello: "il fosso del sudore"
E' la prima volta che guido su un torrente tutto mi è nuovo: pietre sabbia acqua...
La cosa che mi suona familiare invece è il nome: si suda veramente tanto, mai nome fu più azzeccato.
Il mio amico fila veloce e sicuro, io improvviso cercando di non cadere.
Arriviamo in prossimità di un ponte e risaliamo sulla strada asfaltata.
Risaliamo... è una parola!
Il mio amico sale deciso io invece mi fermo e mi dico:"e mo chi si sale su quel cantone?"
Cerco un altro posto ma non ci sono alternative, salgo a piedi... è difficile e a fine salita c'è un tubo (“sempre sti tubi maledetti, mannaggia a me!”) messo di traverso.
C'è poco da fare, è l’unico posto per uscire dal torrente.
Torno un paio di metri indietro metto la prima e do gas.
La moto sale senza incertezze e in un attimo sono sulla strada asfaltata.
"Il giro che farai a fine giugno è fatto di salite cosi se non più ripide" mi consola il mio amico :-PPPP
Proseguiamo affrontando un sentiero in salita su terra, un solco fa da trampolino e la moto fa un piccolo salto:
riatterro e continuo a salire a tutto gas, schivo dei rami, curva a sx e sono su uno sterratone largo e polveroso.
Che goduria!!!!!
Nei pressi di alcune case ci immettiamo su una strada per trattori, tutta terra e pietre. All’uscita da una curva stretta mi si spegne la moto (che pirla! ndr), la riaccendo al volo e riparto. Raggiungiamo il fondo di un vigneto e parcheggiamo le moto.
Proseguiamo a piedi cercando di trovare la via di uscita di uno sterrato ormai invaso da arbusti di varia grandezza; in fondo alla valle la strada si perde, proseguiamo ma sembra di essere nella foresta amazzonica.
Dopo un giro di alcune ore e di vani tentativi, torniamo alle nostre moto: siamo stanchi e sudati ma abbiamo ancora fame di polvere.
Geppo parte spedito, io dietro di lui con la lingua di fuori.
Si infila su un prato poi una vigna dove l’erba è a livello ginocchia :-)))))))))))))
Altro piccolo sterrato dentro un bosco, poi scendiamo su un prato ricoperto da papaveri rossi: il contrasto con il verde acceso è bellissimo :-)))))))))
Altro prato con l’erba altissima, allargo le mani per accarezzarlo, il posto è davvero bello.
Riprendiamo una strada per trattori e iniziamo a scendere, il percorso si fa più stretto ma allo stesso tempo divertente.
Raggiungiamo un terreno arato, ci fermiamo e chiediamo il permesso di passare al contadino.
Lui acconsente e ci dice di non avercela con noi, ma ci racconta di alcuni (induristi e ciclisti) che se ne fregano e infischiandosene di essere su una proprietà privata, aprono le sbarre e passano senza nemmeno richiuderle.
Come sempre per la maleducazione di pochi la pagano tutti :-(((((((((
Attraversiamo il campo e ci immettiamo su un altro percorso. Senza quasi accorgermene mi ritrovo in un sentiero, l’andatura si abbassa il divertimento invece cresce. Sembra un gioco di abilità, la folta vegetazione mi obbliga spesso a ripararmi nel capolino e ad evitare dei rami sporgenti. Sembra di essere in una galleria di foglie :-))))))))) Sento il mio amico dare una violenta accelerata all’uscita da una curva stretta io, senza riuscire a vedere dove va il sentiero, lo imito. Sta di fatto che mi ritrovo in cima ad una ripida salita:” meno male altrimenti rimanevo impiccato a metà salita”.
Avevo sempre pensato che per divertirsi nei sentieri ci volesse un trial o enduro, ma mi ricredo.
Geppo si ferma per avvisarmi:”più avanti ci sono delle pietre e rischi di toccare sotto. Io ti aspetto poco prima”
Siamo praticamente nel greto di un piccolo torrente, qualche solco e dei tratti di fango, niente che possa impensierire la mia “motina”. Supero indenne le pietre ma poco dopo faccio la moto si intraversa sul fango: 1 metro con la moto di traverso ma un (provvidenziale) colpo di piede riassesta la moto ;-)))
Siamo di nuovo a fondovalle, riprendiamo il sentiero in salita fatto prima.
Il fango accumulato sotto lo stivale mi fa scivolare il piede proprio mentre affronto il salto: strizza da paura ma riesco a non cadere. Torniamo in cima alla collina, e il mio amico chiede: “c’è un percorso su sabbia abbastanza ripido, te la senti di farlo?” – “proviamo, basta che non c’è fango”
Una serie di saliscendi su terra ci conduce alla discesa incriminata: a vederla sembra ripida ma in fondo c’è molto spazio. Scendo piano piano e a metà discesa mollo; nemmeno il tempo di guardarmi dietro che il mio amico riparte a tutta. Lo vedo affrontare deciso una curva a sx e poi una bella salita.
Provo ad imitarlo ma al momento di curvare mi faccio fregare dalla paura, mollo il gas e mi ritrovo a inizio salita quasi fermo ;-(((
Finisco sulla parte con l’erba tiene tiene e poi puff la moto si spegne :-(((((((
La riaccendo al volo riparto e si spegne, freno ma la moto va indietro e finisce a terra.
La rialzo, torno sul tratto pianeggiante, riparto con più convinzione faccio la curva, finisco di nuovo nella parte con l’erba ma stavolta riesco a non far spegnere la moto e ad arrivare in cima.
Arriviamo una radura da cui lo sguardo spazia fino al mare:” c’è una discesa ripida con sabbia, se te la senti altrimenti passiamo da un’altra parte” mi dice Geppo.
Scendo a piedi, questa è peggio di quella di prima: la strada si riduce ad un sentiero nel tratto più ripido ma il fondo smosso diventa compatto nel tratto più inclinato :-);
“non ho mai affrontato un tratto del genere ma non credo sia poi cosi difficile, proviamo!”
Al solito scendo piano piano con il piede fuori pronto in caso di errori.
Fila tutto liscio e le mie fatiche vengono ricompensate con un bello scorcio su San Benedetto del Tronto.
Imbocchiamo l’ennesimo sentiero, come sempre affrontato abbastanza velocemente, piccole e grandi discese mantengono la tensione alta e il divertimento a mille :-))))))))
Sull’ennesima discesona mi ritornano in mente le parole di un mio amico:” devi avere più fiducia nella tua moto e lasciarla correre” “facile a dirsi ma poi in pratica…”
Provo a mettere in atto i suoi insegnamenti, ma devo ammetterlo: ho ancora molto da imparare!
Nei pressi di una strada asfaltata mi congedo dal mio amico, declino il suo invito a rifare il fosso del sudore “per questa mattina sono sazio, ma grazie mille per la bellissima mattinata”.
L’entusiasmo dato dalla bellezza del giro si mescola con la soddisfazione di aver ulteriormente affinato la mia tecnica di guida su percorsi tecnici e impegnativi.
Sicuramente il mio mezzo non è il più adatto a questo genere di percorsi e mi limita molto, ma i limiti del mio mezzo sono ancora molto lontani dall’essere raggiunti e poi i mi diverto lo stesso ed è quello che conta :-)
Mané

0 commenti:

Posta un commento