Ultimamente mi capita spesso di pensare ad una ditta ed immaginarla come un contenitore alto dieci metri pieno di merda, di quella puzzolente nauseabonda vomitevole… si avete capito bene, merda.
Non voglio apparire pessimista o peggio disfattista, ma laggiù la situazione è proprio schifosa. In ogni cosa che vedo, sento, faccio, il tanfo e lo schifo saltano subito all’occhio rendendoti la vita difficile, se non impossibile. Gente che si vende per nulla, ex sindacalisti che fanno la spia al padrone, ingegneri che non sanno manco cos’è un Ø7h7 che si credono dei padreterni, gente che fino a ieri non contava un cazzo ma che una volta assunta vanno in giro come fossero degli esperti in fisica nucleare, gente attaccata morbosamente ad una plastificatrice come manco il più geloso dei mariti farebbe con una moglie procace e un po zoccola, incompetenti patentati che una volta assunto un ruolo leggermente più alto si comportano come delle verginelle in chiesa la domenica… roba da scriverci un libro!
E invece sto qua, a parlare di merda, forse perché a forza di nuotarci, di respirarla e (a volte) di mangiarla, mi è entrata nel cervello… e con un cervello pieno di merda cosa potrò mai scrivere? Stronzate ovviamente!
Rido, rido per non piangere, piangere la miseria di questa Italia del 2010 in cui tutti noi dovremmo essere impegnati a lottare contro la disoccupazione dilagante, l’inquinamento, la distruzione dell’ecosistema… ed invece siamo qui a rincorrerci come dei bambini e a farci la spia come teneri bambini della squola elementare (scemo, la q è voluta: noi da bravi bambini, oltre che essere stronzi, siamo pure ignoranti!). Ma non abbiamo 7 anni, ne abbiamo 62 (vero chicco? Quello che fai tu lo faceva tre anni fa tuo nipote alle elementari, non è il caso di crescere un po’?) in alcuni casi e forse siamo un po’ fuori tempo…
E la merda cresce ogni giorno di più! Nuoti, avanti indietro per settimane mesi anni, perché per quanto schifosa possa essere la merda, se nuoti riesci almeno a rimanere a galla. Nuoti per non morire, per non soccombere, perché in fondo in fondo, speri che prima o poi il livello scenda e sogni il giorno in cui potrai tornare a condurre una vita dignitosa. Ma sognare non costa nulla, nuotare invece richiede fatica e costanza, e poi diciamolo: dopo un po’ inizia a mancarti il fiato. Ok, ci si abitua a tutto, ma l’odore dell’aria fresca di montagna, o l’aria respirata all’alba in spiaggia, sono un’altra cosa.
Ma non molli e continui caparbiamente a nuotare! Ecco che quando tutto sembra S. Giuda, il protettore della cause perse, ti manda un segnale: una rosa! Bella, rigogliosa, fresca, profumatissima… Cavolo, anche io che non amo i fiori mi commuovo di fronte alla bellezza di questo fiore appena sbocciato, e ne respiro a pieni polmoni la sua inebriante fragranza. Incredulo ed esterrefatto, cerchi di capire dov’è la fregatura, non può esserci una rosa di tale bellezza in mezzo a cosi tanto schifo! Ed invece no, è genuina, sincera, schietta, leale, ma soprattutto è vera! Ancora dolorante dai pizzicotti che ti sei dato per controllare che non stessi sognando, la vedi pian piano fiorire, senti il suo raro odore invadere l’ambiente mente pian piano i petali danno vita ad gioco di sfumature irripetibile, ne osservi minuziosamente ogni singolo particolare e un po rassegnato ed intristito la vedi lentamente sfiorire ed appassire. Già, le rose, specie quelle più belle, durano poco ma a te non interessa: quello che importa è che anche in mezzo a tanto schifo possa esserci qualcosa di bello, di genuino, qualcosa per cui valga la pena continuare a nuotare.
Respiri a pieni polmoni l’ultima sparuta fragranza, trattieni il fiato per qualche secondo e ti rituffi nel tuo mare di desolazione e di cattivi odori…
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