"La prima volta l’hai fatto per fortuna, la seconda perché sei bravo, la terza perché sei pazzo!"
Martinsicuro ore 18.00
Vento da sud leggermente rafficato, l’ideale per un decollo senza dover correre…
Uhmm, l’elica è smontata, poi è tardi… ma no troppa fatica… Poi sono scazzato…
Fanculo andiamo lo stesso, male che va mi servirà solo per rimontare l’elica…
Il decollo avviene come avevo previsto, due passi e il vento mi spara in aria.
Subito punto verso sud imponendomi di volare basso come mi diceva Claudio.
20 metri, 10 metri, 5 metri, poi leggero verso Alba Adritica.
Ci sono molte persone in spiaggia, molti mi osservano, altri mi salutano, due ragazze mi salutano e mi offrono da bere… Vabbè, come se avessi accettato, sarà per la prossima volta.
Volo leggero e sicuro verso sud, in fondo il mio è uno dei tanti modi per passeggiare sul lungomare, solo che lo faccio a 10 metri da terra, non fosse per questo passerei del tutto inosservato.
E’ un passeggiare lento, un po' delfinato (inteso come modo di avanzare non proprio lineare), ma soprattutto rilassante. Le mille paure che avevo prima del decollo svaniscono nel nulla mentre mi godo la spiaggia di Alba Adriatica sempre bella con le sue pinete.
Bho, volare radente sarà bello, ma questa spiaggia va vista dall’alto per poterne apprezzare a pieno la bellezza. È dall’alto che si scopre la magia di questo posto, mare e montagna che sembrano toccarsi, pinete prati e la bellissima pista ciclabile che li attraversa da nord a sud, parchi giochi e chalet un po' retrò… non so come spiegarvelo ma da terra è tutto troppo veloce, troppo piatto, troppo scorrevole, l’Abruzzo non è questo: l’abruzzo è la montagna, è selvaggio, è.. come posso dirvi… lento e tridimensionale! Ma da terra questo non si capisce!
Dopo l’ultima pineta disegno un tridimensionalissimo cerchio in aria salendo rapidamente a trenta metri. Una serie di 360 e poi punto verso nord! Con il vento alle spalle filo veloce, ho un appuntamento da rispettare, e mi devo sbrigare. Vedete, da bravo volatore di Castelluccio a fine di ogni volo ho un appuntamento da rispettare, una momento al quale non posso esimermi di partecipare: il tramonto! Quale miglior posto per vederlo se non dal molo di Martinsicuro?
Quando ci arrivo il sole è ancora alto, ma le sfumature iniziano già a disegnare il profilo del Vettore e dei Sibillini. Pian piano la palla infuocata si nasconde dietro queste maestose montagne regalandomi un tripudio di colori, mentre pochi metri sotto di me in molti mi osservano mentre faccio degli otto sopra il porto e sopra la foce del Tronto. Avrei voluto urlargli “Giratevi! Guardate che spettacolo c’è dietro di voi…” sono sicuro che non mi avrebbero capito manco se gli e lo avessi scritto!
Ormai sazio di tanti colori mi dirigo verso l’atterraggio, ma ho delle parole in testa: sono quelle di Claudio che continua a ripetermi di volare basso, di fidarmi di me stesso… Il vento è laminare e costante, è il momento per fare i conti con le mie paure. Arrivo in un tratto di spiaggia deserto, mi tiro fuori dall’imbrago e allungo fino all’inverosimile la mia gamba destra. Freni leggermente pizzicati e motore che pian piano scende di giri. Tun! Toccato! Subito colpo di freni ma la vela scarta verso dx: strizza la controllo e riprendo quota.
Però… Nuvola Rossa (accidenti a lui) dice sempre che la prima volta ce la fai perché hai culo, la seconda perché sei bravo … Devo rifarlo!
Di nuovo giù lento stavolta la gamba è meno distesa ma tocco lo stesso e controllo meglio la risalita a quota “sicurezza”
Però… Nuvola Rossa (mai che si facesse i cazzi suoi) dice che la prima volta l’hai fatto per fortuna, la seconda perché sei bravo, la terza perché sei pazzo! Devo rifarlo!
Di nuovo giù e toccata e via.
Però… tranquilli stavolta Nuvola non c’entra, è che… dopo l’ultima toccata mi sembrava di poter quasi camminare… Accidenti a me, ‘tocca provare.
Giù di nuovo, sfioro con i piedi la sabbia e giocando con freni e gas corro per qualche metro… LIBIDINE!!!
:-)
Però… la regola è sempre quella, le cose vanno fatte tre volte sennò rimane il dubbio che c’hai avuto solo culo. E via di nuovo per tre volte, l’ultima facendo pure un salto per attraversare un piccolo rivolo d’acqua. Caccio un urlo pazzesco, mi sa che mi hanno sentito pure a casa dei miei! L’adrenalina mi scorre nelle vene mentre rido come un imbecille e caccio l’ennesimo urlo liberatorio. Ok, ne ho abbastanza di giocare sulla sabbia ma non di volare. Arrivo un paio di volte a Martinsicuro (questa si chiama astinenza da volo, per chi non lo sapesse) e poi verso la nazionale. Giro intorno allo stadio facendo attenzione a non passare sulla verticale di case e delle persone poi torno in spiaggia. Quando in lontananza vedo un aereo volare ad una quota superiore alla mia (di solito succede sempre il contrario), decido di scendere.
Superare un limite, riuscire a fare qualcosa che si credeva impossibile, dire ciao alla ragazza bionda del primo banco… Affrontare il rischio di fallire, di cadere e farsi male, di fare una brutta figura…
Mettersi in gioco, provare, rischiare, per poi accorgersi che i veri ostacoli sono quelli della nostra mente… questo è stato in sintesi il mio volo.
Grazie a Nuvola Rossa per avermi insegnato a guardare sempre oltre l’ostacolo!
Mané
Martinsicuro ore 18.00
Vento da sud leggermente rafficato, l’ideale per un decollo senza dover correre…
Uhmm, l’elica è smontata, poi è tardi… ma no troppa fatica… Poi sono scazzato…
Fanculo andiamo lo stesso, male che va mi servirà solo per rimontare l’elica…
Il decollo avviene come avevo previsto, due passi e il vento mi spara in aria.
Subito punto verso sud imponendomi di volare basso come mi diceva Claudio.
20 metri, 10 metri, 5 metri, poi leggero verso Alba Adritica.
Ci sono molte persone in spiaggia, molti mi osservano, altri mi salutano, due ragazze mi salutano e mi offrono da bere… Vabbè, come se avessi accettato, sarà per la prossima volta.
Volo leggero e sicuro verso sud, in fondo il mio è uno dei tanti modi per passeggiare sul lungomare, solo che lo faccio a 10 metri da terra, non fosse per questo passerei del tutto inosservato.
E’ un passeggiare lento, un po' delfinato (inteso come modo di avanzare non proprio lineare), ma soprattutto rilassante. Le mille paure che avevo prima del decollo svaniscono nel nulla mentre mi godo la spiaggia di Alba Adriatica sempre bella con le sue pinete.
Bho, volare radente sarà bello, ma questa spiaggia va vista dall’alto per poterne apprezzare a pieno la bellezza. È dall’alto che si scopre la magia di questo posto, mare e montagna che sembrano toccarsi, pinete prati e la bellissima pista ciclabile che li attraversa da nord a sud, parchi giochi e chalet un po' retrò… non so come spiegarvelo ma da terra è tutto troppo veloce, troppo piatto, troppo scorrevole, l’Abruzzo non è questo: l’abruzzo è la montagna, è selvaggio, è.. come posso dirvi… lento e tridimensionale! Ma da terra questo non si capisce!
Dopo l’ultima pineta disegno un tridimensionalissimo cerchio in aria salendo rapidamente a trenta metri. Una serie di 360 e poi punto verso nord! Con il vento alle spalle filo veloce, ho un appuntamento da rispettare, e mi devo sbrigare. Vedete, da bravo volatore di Castelluccio a fine di ogni volo ho un appuntamento da rispettare, una momento al quale non posso esimermi di partecipare: il tramonto! Quale miglior posto per vederlo se non dal molo di Martinsicuro?
Quando ci arrivo il sole è ancora alto, ma le sfumature iniziano già a disegnare il profilo del Vettore e dei Sibillini. Pian piano la palla infuocata si nasconde dietro queste maestose montagne regalandomi un tripudio di colori, mentre pochi metri sotto di me in molti mi osservano mentre faccio degli otto sopra il porto e sopra la foce del Tronto. Avrei voluto urlargli “Giratevi! Guardate che spettacolo c’è dietro di voi…” sono sicuro che non mi avrebbero capito manco se gli e lo avessi scritto!
Ormai sazio di tanti colori mi dirigo verso l’atterraggio, ma ho delle parole in testa: sono quelle di Claudio che continua a ripetermi di volare basso, di fidarmi di me stesso… Il vento è laminare e costante, è il momento per fare i conti con le mie paure. Arrivo in un tratto di spiaggia deserto, mi tiro fuori dall’imbrago e allungo fino all’inverosimile la mia gamba destra. Freni leggermente pizzicati e motore che pian piano scende di giri. Tun! Toccato! Subito colpo di freni ma la vela scarta verso dx: strizza la controllo e riprendo quota.
Però… Nuvola Rossa (accidenti a lui) dice sempre che la prima volta ce la fai perché hai culo, la seconda perché sei bravo … Devo rifarlo!
Di nuovo giù lento stavolta la gamba è meno distesa ma tocco lo stesso e controllo meglio la risalita a quota “sicurezza”
Però… Nuvola Rossa (mai che si facesse i cazzi suoi) dice che la prima volta l’hai fatto per fortuna, la seconda perché sei bravo, la terza perché sei pazzo! Devo rifarlo!
Di nuovo giù e toccata e via.
Però… tranquilli stavolta Nuvola non c’entra, è che… dopo l’ultima toccata mi sembrava di poter quasi camminare… Accidenti a me, ‘tocca provare.
Giù di nuovo, sfioro con i piedi la sabbia e giocando con freni e gas corro per qualche metro… LIBIDINE!!!
:-)
Però… la regola è sempre quella, le cose vanno fatte tre volte sennò rimane il dubbio che c’hai avuto solo culo. E via di nuovo per tre volte, l’ultima facendo pure un salto per attraversare un piccolo rivolo d’acqua. Caccio un urlo pazzesco, mi sa che mi hanno sentito pure a casa dei miei! L’adrenalina mi scorre nelle vene mentre rido come un imbecille e caccio l’ennesimo urlo liberatorio. Ok, ne ho abbastanza di giocare sulla sabbia ma non di volare. Arrivo un paio di volte a Martinsicuro (questa si chiama astinenza da volo, per chi non lo sapesse) e poi verso la nazionale. Giro intorno allo stadio facendo attenzione a non passare sulla verticale di case e delle persone poi torno in spiaggia. Quando in lontananza vedo un aereo volare ad una quota superiore alla mia (di solito succede sempre il contrario), decido di scendere.
Superare un limite, riuscire a fare qualcosa che si credeva impossibile, dire ciao alla ragazza bionda del primo banco… Affrontare il rischio di fallire, di cadere e farsi male, di fare una brutta figura…
Mettersi in gioco, provare, rischiare, per poi accorgersi che i veri ostacoli sono quelli della nostra mente… questo è stato in sintesi il mio volo.
Grazie a Nuvola Rossa per avermi insegnato a guardare sempre oltre l’ostacolo!
Mané
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