Purverera 2009

lunedì 20 luglio 2009

E' andata, anche l'edizione 2009 della Purverera è finita.

Ho male alla gamba alla spalla al collo e ad altre parti che nemmeno
sapevo di avere, ma sono contento: anche quest'anno ce l'ho fatta ad
arrivare alla fine.

Il primo anno puoi dire che hai avuto culo, che non sapevi cosa ti
aspettava e l'hai affrontata con quel pizzico di incoscienza che ti ha
aiutato ad arrivare alla fine, ma la seconda volta NO!

Stavolta sapevo quello a cui andavo incontro, conoscevo parte dei
percorsi ma non i tratti nuovi e più impegnativi. Lo sapevo ed ho deciso
lo stesso di affrontare questa meravigliosa avventura che è la
Purverera. Incoscienza? No, solo la voglia di divertirmi e di mettermi
alla prova.

Come sempre ho avuto paura, i giorni prima come durante tutto il giro.
So bene che una distrazione, un attimo di stanchezza, il sottovalutare
anche la minima asperità, può costarti caro, molto caro; lo sa il
guerriero Fantasma che durante la ricognizione di pochi giorni fa con il
mono si è fatto male e a cui vanno i miei auguri di pronta guarigione.

Paura mista a una "strana" sicurezza in me stesso e nel mio mezzo.
Mi ripetevo" l'hai fatta lo scorso anno, cosa vuoi che sia farla anche
quest'anno -- sei cresciuto, guidi molto meglio, non sei più un bambino
in fasce, adesso sei un guerrieri, anzi no un Iron Man -- la moto dopo
anni è come la volevi tu, un po più leggera e prestante, cosa ci vuoi di
più?"

Ma la paura resta, e deve essere cosi.
Buttarsi a tutta su una salita lo sanno far tutti, ma buttarcisi in modo
per arrivare in cima senza farsi male reagendo prontamente in caso di
problemi, è una cosa ben diversa, ed in questo la paura è una fedele
consigliera ed amica.

Me la son tenuta ben stretta durante tutto il viaggio, insieme ad
un'altra amica: la rabbia!
Non le ho mai subite come succedeva anni fa, le ho utilizzate a mo di
Kers, il sistema di recupero di energia che ti da quella spinta in più
nel momento del bisogno.

Alla fine tutte queste componenti mi hanno portato esultante alla
Terrazza di Orfeo.

Cadute? Diverse.
Da ricordare: una vicino Force ed una sopra Montegallo.

La prima stupida, in pratica son caduto provando ad uscire da una
"rotaia" in uno degli sterrati più facile di tutto il giro; sono finito
violentemente a terra sbattendo testa e spalla (quella che mi ero rotto
in Libia ovviamente). Niente di rotto ma la spina dorsale mi ha dato
fastidio per tutto il giro.
Vabbè, nei prossimi giorni faccio un salto da Mano per dare una
controllatina.

La seconda, stupida anch'essa ma spettacolare: in pratica son finito
sotto un strada con mezza moto e per uscirne ho dovuto buttare tutta la
moto sotto strada e poi risalire.
Il guerriero Dentiere ha sudato sette camicie per tirarmi fuori, poi mi
ha scortato per tutto il resto del giro (grazie!).

Che altro dire: grazie ad Orfeo ideatore ed organizzatore di questa
bellissima avventura.

Al prossimo anno

Mané in arte Joe Bar

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