Quando il gioco si fa... Paramotore

domenica 17 giugno 2012


Il Gran Sasso sullo sfondo

"Quando sei piccolo il tuo mondo è la culla, inizi a gattonare e ti accorgi che non ti basta più e parti alla scoperta di un nuovo mondo chiamato casa, inizi a camminare e ti accorgi che la casa è troppo piccola per te e parti alla scoperta del quartiere, della città, del mondo, inizi a volare e ti acccorgi che la terra è troppo piccola per te, nasci zingaro e capisci che ci sarà sempre una nuova meta da raggiungere, un nuova montagna da scalare, una nuova avventura da vivere!"

Venerdi 15 giugno estremo lembo sud delle Marche. Ubaldo è già lì e freme dalla voglia di spiccare il volo: lo di solito saluta e scambia sempre due chiacchiere ma stavolta no, mi saluta distratto preso dalla preparazione della vela, tre minuti e prima che io finisca di scaricare il paramotore è già in volo. Non ha mai brillato nel decollare fronte vento in paramotore ma questa volta stacca i piedi ancora prima di arrivare a fine della piccola sterrata utilizzata come decollo: cosa non fa la droga del volo!

Io sono molto indietro e in più, quando ho fretta me ne succedono di tutti i colori!
Dopo quindici minuti abbondanti sono pronto per decollare, con il cuore a mille, il respiro affannoso, e la rabbia nel corpo per non esser decollato prima. Corro, per di più in discesa, corro ancora sul tratto pianeggiante, corro corro... ma non riesco a staccare i piedi da terra!

"Che succede? Ho corso per oltre cento mentri ma la vela non si è minimamente sollevata da terra!"

il decollo di S. Giacomo

Con la testa brulicante di bubbi, il casco intriso di sudore, i polmoni messi alla frusta, mi metto in cerca di un nuovo decollo metre Ubaldo è sparito in qualche landa desolata. Ho paura che gli possa essere successo qualcosa e per questo, nonostante la fatica, riapro subito la vela e mi prepararo a ridecollare.

Sono sfinito, il mancato decollo mi ha provato, ma ho un brutto presentimento, per fortuna prima di decollare Uba appare alle mie spalle e posso decollare serenamente. Corro, corro a perdifiato per metri e metri, in disecesa, non credo di aver mai corso cosi nella mia vita! Corro e sono finalemente in aria, lassù, tra abeti e rocce, tra Marche ed Abruzzo, lassù dove tutto sembra possibile, lassù dove anche il Conero sembra vicino casa, lassù dove d'inverno facciamo il pelo alle piante sotto lo sgurdo commiserato degli sciatori che ci reputano dei PAZZI!

Siamo dei pazzi, non lo sapete? PAAAAAAAZZI!!!!!!!!!!!!!!
Ma la nostra pazzia non consta nel praticare (si dice cosi, no?) uno sport estremo, la nostra pazzia è nell'inseguire i nostri obiettivi in un'epoca dominate dal pensiero e dall'agire comune! Questa società non tollera i cani sciolti e per questo la massa ci vede male, ma a noi (ma non ditelo alla mamma mi raccomando), non ce ne pò fregar de meno e continuiamo a inseguire obiettivi man a mano più ambiziosi e perchè no, divertenti.

Volare ai confini del parco è una cosa che ho sempre sognato, poter osservare queste meravigliose montagne con la giusta calma e senza l'assillo del variometro che ti ricorda che per atterrare ad Ascoli non puoi perdere tempo su a S. Giacomo, pena il rischio di finire a piante!

I nostri paramotori lentamente si fanno strada nell'aria rarefatta di S. Giacomo, sento il mio Sky100 urlare, nonostante le 300 ore di volo è sempre pronoto a lottare e a questa quota, bisogna vender cara la pelle. Un Ubaldo in gran spolvero sale velocemente per poi sparire verso nord ovest, verso il sole che lentamente si sta calando dietro i monti Sibillini. Per un attimo ho pensato che il cielo non gli bastasse ed avesse deciso di andare a scoprire il sole e il problema è che l'ho pensato seriamente. E' stata una scena stupenda, vedermi passare Uba sopra la testa e dirigersi verso nord per poi scomparire nell'arancione intenso del sole:

Uba scomparso nell'arancione intenso del sole


"Ce l'ha fatta, - ho pensato - ha superato i confini del cielo ed ha raggiunto quel sole che l'ha accompagnato in mille voli sopra Castelluccio", avessi avuto la radio gli avrei urlato:"VAIIIIIIIII, NON TI FERMARE, VOLA PIU' IN ALTO DEI TUOI SOGNI!".

Pochi secondi ed Uba riappare magicamente sopra Rosara, mentre io sono ancora calamitato dalla fierezza degli alberi proprio sopra S. Marco

S. Marco
Provo a raggioungere il mio amico sorvolando l'antico borgo di Castel Trosino che se la dorme sornione in una vallata stretta...

Castel Trosino... se lo vedete siete bravi!
 ...ma come dicevo prima, è in giornata e non c'è verso di stargli dietro. Lo osservo puntare deciso il Gran Sasso d'Italia, afferro la Canon e questo è il risultato

wild spirit
 
Il sole al tramonto inizia a tingere le rocce della Montagna dei Fiori di rosa nel momento in cui entrambe le batterie della mia canon alzano bandiera bianca. A fatica riesco a strappare qualche scatto

tramonto sulla Montagna di Fiori

giudicate voi!

Inizio a disegnare dei larghissimi cerchi in aria, di solito questo momento segna la fine del volo e l'inizio del relax, del godimento, del lasciarsi cullare dal vento in attesa di tornare con i piedi per terra. Il sole mi manda il suo ultimo raggio di sole prima di calarsi dietro i Sibillini, mentre lentamente Uba si avvicina a me: passiamo alcuni secondi in aria, affiancati, sbracciandoci come due motociclisti all'arrivo della Dakar, come due amici che hanno condiviso un sogno! Uba va in vite e se ne torna velocemente a terra mentre io mollo il gas e mi godo alcuni attimi di silenzio per pensare a questa giornata e per ammirare... questo mondo che non finisce mai di stupirmi.

Ciao

Mané 

Dedicato ad Enrico e alla Sky Engine

S. Giacomo

la Montagna dei Fiori

S. Marco

il lago di Talvacchia
S. Vito
panorama
panorama






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