Labili tracce

martedì 20 aprile 2004

Chissà se a qualcuno di voi è mai capitato di finire in un bosco e perdersi, o di finire in uno sterrato e accorgersi che non sai più dove ti trovi…
E allora? cosa fai? Torni indietro? Si è sempre la cosa migliore, ma un testone come me non torna (quasi) mai indietro… e allora che fai? Prosegui ok (mané testone che altro non sono), ma in che direzione? Provi sbagli torni al bivio poi… Poi vedi quella traccia, una sola labile traccia di un tassellato che ha fatto il tuo stesso percorso…
Inizialmente la guardi con diffidenza pensando:”quella è una motorella non un bisonte da due quintali! se poi quella traccia finisce in un sentiero sono ca####” poi pensi che è meglio di niente, e ne trai conforto. La vedi proseguire, vedi che non si infila in posti a te inaccessibili, ti preoccupi se per qualche metro non la vedi… insomma diventa quasi una compagna di viaggio ;-)))
Prosegui, non per incoscienza (…oddio, un po si diciamolo) ma perché trovarsi da solo in un bosco sperduto… bhè… ti da delle sensazioni che non si possono descrivere.
Da una parte tu con il tuo fido “cavallo di battaglia”, dall’altra la natura selvaggia ed incontaminata…

Ma partiamo dall’inizio:
Dopo una giornata passata a disegnare freneticamente degli stampi, ho voglia di scaricare la tensione. Decido di prendere la Ta e di andare a vedere un paio di sterratini vicino Roccafluvione, la patria degli induristi. Ancor prima di arrivarci mi torna in mente uno percorso fatto dai 4x4 qualche anno addietro, ritrovo il posto e mi ci infilo. Il gioco inizia a farsi serio da subito, uno sterratino di media difficoltà con pietre sabbia fine e solchi ;-)))) E’ quello che cercavo!
Guido rigido, le due cadute in off le settimane scorse ancora non le ho ancora superate mentalmente. Ma non c’è tempo di pensare a questo, questo tratto è molto guidato e non ci si può mai rilassare. Il percorso è tecnico si ma mai impossibile, prima seconda gas x affrontare una salitona poi giù, tornante secco dx discesona con solco sx dx altro rettilineo in forte discesa poi curvone a dx con pietre grosse… Mi sembra di essere al luna-park. Bello, davvero bello!
Finisce lo sterrato, e mi metto in caccia di altri. Provo uno ma niente, poi trovo una stradina di trattori che… si è quello che cercavo: uno sterrato stretto ma che mi permetta in ogni momento di fare inversione. Il tratto iniziale è pianeggiante, con una serie infinita di piccoli saliscendi che ti fanno venire la bava alla bocca, ma poi quando trovo un lungo rettilineo immerso in una pineta….
mi viene la pelle d’oca… F A N T A S T I C O !!!!!
Proseguo, lo sterratino inizia a farsi impegnativo, una serie di lunghe salite su terra con buche sulla traiettoria migliore; riprendo fiducia in me e nel mio mezzo che al solito non si scompone e sale senza incertezze. C’è poco da dire: mi diverto come un bambino di 5 anni, e come lui non riesco a smettere… Fine sterrato :-((( nel cercare un altro trovo una casetta sperduta immersa in un bosco: sembra irreale tanto è bella! Torno sui miei passi, raggiungo Venarotta, faccio uno sterratino che passa su un prato, vedo strade figure guardarmi male, cosi cambio zona.
Cerco un sterrato che avevo provato a fare 10anni fa con la mitica 112 Abarth, lo trovo e scopro purtroppo che hanno asfaltato diversi tratti, con il risultato che adesso ci sono diverse buche mal rattoppate con l’asfalto a freddo e tanto brecciolino insidiosissimo. Maledico gli amministratori comunali e raggiungo quel che resta di questo sterrato. La parte iniziale è facile, percorso veloce su ghiaia immerso in una pineta. Ci sono diverse varianti di media difficoltà da poter fare ma proseguo per la strada principale. La strada esce dalla pineta e iniziano diversi saliscendi con curve secche che lo rendono molto divertente. Verso la fine di questo percorso mi taglia la strada un bellissimo capriolo ;-))))))))) Sono le 20.00 il sole sta tramontando dietro i monti Sibillini ma non sono ancora stanco, dirigo verso un’altro percorso dove anni fa hanno fatto una gara con le 4x4.
Non so cosa mi aspetta onestamente, so che sarà tutto in discesa e che se c’è passato una jeep ci passa pure la TA. Percorro i primi metri, il fondo è buono solo un po di sabbia finissima e qualche buca. Inizio a trovare mille biforcazioni: quale sarà quella giusta?
Provo una, sbaglio torno indietro. Tornare indietro? Si la scelta migliore (vedi più saggia) ma non oggi. E allora dove vado? Bo… fammi vedere. Poi ecco, una labile traccia di un tassellato.
Proviamo, solo speriamo che non si ficchi in qualche sentierino, senno sono cavoli amari.
La traccia ahimè si infila nello sterrato più ripido :-((, mi ci infilo un po timoroso.
Fatto in due questo percorso non farebbe cosi paura, ma perderebbe parte del suo fascino: il fascino di essere da soli dentro un bosco senza sapere dove ti trovi esattamente.
Proseguo con mooolta cautela, seguendo fiducioso i segni lasciati da questo endurista.
Altri biforcazioni, tracce di presenza umana: zero :-((((.
Sono completamente immerso in un bosco, mi fa paura ma allo stesso tempo ne scopro la magia.
Proseguo ancor più timoroso, seguendo fedelmente le tracce del tassellato fino a quando trovo una sbarra: e che cazz!!!! Da una parte la contentezza perché significa che la strada asfaltata non è lontana, dall’altra la paura di dover tornare indietro se questa fosse bloccata. Non lo è per fortuna, e posso proseguire. Divoro gli ultimi km, a 100 metri dalla strada asfaltata mi rilasso e rischio di finire a terra.
Mi fermo un secondo a guardarmi indietro: che spettacolo!
Mané

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