La banda di “Manetta Selvaggia”

lunedì 3 gennaio 2011






Era una fredda ed uggiosa domenica di gennaio quando quattro loschi banditi si ritrovarono nella contea di Asculum. Nonostante i loro lineamenti incutessero al massimo compassione, essi erano dei pericolosi briganti, gente pronta a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi, pronta ad uccidere, nel caso, chiunque si fosse posto tra essi e una giornata di sole.

Da tempo vagavano nei cieli più remoti del centro Italia, ma quel giorno no, quel giorno avevano in mente un altro obiettivo: andare alla scoperta dei boschi della locale contea.
Si ritrovarono in una fredda giornata d'inverno, quando tutte le altre persone se ne stavano al caldo vicino al camino o a spasso in qualche centro commerciale; sfoggiavano fiammanti cavalcature, cavalcature che da li a poco sarebbero divenute tutte e quattro del medesimo colore: il marrone scuro della terra ascolana!

Dopo i convenevoli di rito, i quattro siglarono il patto di NON BELLIGERANZA, un patto che stabiliva che questa sarebbe stata una uscita conoscitiva e non una giornata di guerra, un modo per vedere se questo sparuto gruppo di briganti avrebbe potuto formare una banda... ma si sa, quando si ha a che fare con dei banditi i patti durano poco!

Partirono alla volta dei boschi della Laga, ma fu chiaro da subito una cosa: in guerra non si fanno prigionieri, e questa... era una guerra! Fu cosi che subito cominciarono le cadute, la prima, la più spettacolare, quella di Vittorio, che preso dalla foga di dar gas venne disarcionato all'indietro finendo rovinosamente a terra. Nonostante la brutta caduta essi proseguirono, incuranti di ciò che da li a poco li avrebbe aspettati. Un bosco immerso in una nebbia ovattata li accolse, castagni secolari provarono a fermare il cammino di questi briganti del nuovo millennio, ma essi con molto coraggio ed un pizzico di incoscienza proseguirono per la loro strada. Un sentiero viscido e sinuoso li condusse attraverso la foresta incantata, il fango iniziò a farla da padrone e ben presto i banditi iniziarono a trovarsi in difficoltà.

Dei quattro, Enrico, il meno esperto ed il meno alto, si ritrovò ben presto a lottare più degli altri con il coltello tra i denti pur di rimanere in piedi: a poco valsero le scarpe di Berlusconi (con tacco da 15cm) e la sella abbassata ad altezza bebè!

Preso dallo sconforto, ma più che mai determinato a giocare con il fango, iniziò a dar manetta a tutta, intraversandosi più volte e limando con le pedane il tronco di ogni albero che gli passò a tiro... Il suo avanzare era molto pittoresco, divertente e diversamente piacevole per chi gli stava dietro ma funzionò!

Ben presto per questo suo modo un po “brutale” di dar gas, fu ribattezzato “Manetta Selvaggia”. I quattro briganti avanzarono imperterriti nella nebbia, a poco servirono dei problemi tecnici alla moto di MS e a poco servì la sua imperizia nel mettere mano al mezzo :-P : la moto tornò a funzionare meglio di prima e i 4 poterono proseguire. Il cammino, mai paco di ostacoli, regalò al gruppo immense soddisfazioni e molte occasioni per sfottersi a vicenda, l'ideale per cementare amicizie nate 300 metri in aria.

Quando ormai il giro era giunto al termine essi si ritrovarono affiancati ad un semaforo rosso: si sorrisero amichevolmente a vicenda, quasi a suggellare la fine delle ostilità. Di colpo il rosso si spense e tutti, ma proprio tutti, spalancarono le fauci dei rispettivi motori per sopravanzare i propri compagni...

Chi vinse? Io, che domande, ma il vero vincitore fu l'amicizia!

Ciao


Mané

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