Aspettando la neve

domenica 29 gennaio 2012

Aspettando la neve cosa fai? Te ne stai in casa rannicchiato sotto un caldo plaid, pop corn e telecomando in mano, oppure te ne esci a comprare il futile in un centro commerciale zeppo di persone intente a dimostrare che quel futile è gli è indispensabile, oppure...


aspettando la neve

Dopo tre ore e un dito ferito, finalmente la mia Transalp può sfoggiare una bellissima gomma nuova nuova che chiede solo di sollevare polvere e fango! E sia, la meteo promette neve e pioggia: quale miglior occasione per una uscita in solitaria? Si in solitaria, sperando che piova e venga giù la fine del mondo, sperando di vedere la natura nella sua forma più selvaggia e ribelle!

il porto di Martinsicuro



Mi vesto pronto ad affrontare qualunque imprevisto e mi incammino verso il molo. Il cielo è tetro e minaccioso mentre il mare sta sfogando le sue ire sulle spiagge ormai ridotte a degli esili lembi di sabbia e sui alcuni sparuti scogli. Respiro a pieni polmoni l'aria salmastra e mi dirigo verso Ovest.

dove cavolo vado?
Inizia un valzer su due ruote, una serie di movimenti dolci e mai bruschi, una serie di azioni apparentemente prive di una sequenza logica ma che viste dal cuore di chi guida, sono una danza, a volte frenetica, a volte dolce e sinuosa quasi erotica, una serie di movimenti che per noi motociclisti sono un modo per esprimere il proprio io, il proprio modo di essere... Enduristi, stana gente: sfrecciano a 100km/ora su delle pietraie e dicono che loro non corrono bensì danzano!



uno dei tanti sterrati della giornata
Nuvole tetre e scure incombono sulla mia testa: tutto intorno il paesaggio si fa scuro e la poca luce che riesce a passare attraverso le nuvole non riesce a risaltare il verde acceso del grano appena spuntato.

grano appena spuntato
La prima caduta di giornata, con la moto che finisce a valle e mi costringe ad una sfacchinata per rialzarla; per fortuna niente di rotto e posso proseguire serenamente. Il mio valzer prosegue allegramente tra torrenti e sterrate, conducendomi in meno di un'ora a Villa Lempa dove la Fortezza sembra osservare preoccupata la mia moto. Il tempo di una barretta e si riparte diretti verso sud, lambendo la Montagna dei Fiori.

Civitella del Tronto sullo sfondo
E' un'emozione indescrivibile percorrere queste sterrati, qui il valzer prende un ritmo dolce e veloce, qui si balla senza sosta, senza errori, qui anche la più schiappa si sente un provetto ballerino, qui corri su una sterrata e ti immagini in qualche bella sala abbracciato ad una radiosa ragazza mentre balli di fronte ad una sala gremita di persone pronte ad applaudirti!

Una scivolata su una pietra mi riporta con i piedi per terra (per non parlare della faccia), rallento l'andatura e mi accorgo di una sinistra presenza che da un po mi sta seguendo: osservo meglio e scorgo la fortezza di Civitella del Tronto, sempre lei, osservarmi preoccupata. Supero una frana con burrone annesso e in breve torno a ballare il mio dolce valzer sfrecciando tra salite e pietraie.

una piccola frana
Sono quasi arrivato all'asfalto quando mi si presenta il solito bivio: strada nuova o strada vecchia?

“Maledetto Mané, sei solo e lo sei per scelta, oggi la solitudine l'hai cercata per pensare, pensare a quel maledetto venerdì al lavoro, a quella pugnalata gratuita ricevuta da un amico, ma questo non ti da diritto di cacciarti in ogni guaio!”

La mia voce continua a parlarmi ma io non l'ascolto ed in breve mi ritrovo in una frana con un ripido e stretto sentiero alla fine. Scendo per studiarne la fattibilità ma sono più interessato a quello che c'è dopo l'ostacolo piuttosto che nell'ostacolo: un errore che mi costerà caro!

la frana maledetta
Provo a passare ma subito mi ritrovo con la moto incastrata e il burrone ai miei piedi. Butto la moto a terra, a fatica la trascino ma non riesco a rimetterla in piedi:”C'E' NESSUNO! C'E' NESSUNO!”  mi metto ad urlare sperando nell'aiuto di qualche cacciatore ma non arriva nessuno. Continuo faticosamente a trascinare la moto verso monte, il sudore mi ricopre la faccia e fatico a respirare.

Studio ogni possibile soluzione ma il burrone è li a pochi centimetri dalla ruota e non lascia spazio all'inventiva. E' una situazione di merda, una delle peggiori di sempre, la stanchezza sta prendendo il sopravvento ma non mi perdo d'animo. Continuo strenuamente a trascinare la moto cercando di  allontanarla dal burrone e al tempo stesso di rimetterla in piedi. Dopo un'ora e mezza di fatica e sudore finalmente la moto è in piedi e fuori dal pericolo.

il punto di non ritorno
Con la schiena è a pezzi quando me ne torno verso casa, dovrei accontentarmi e tornare verso casa via asfalto ma non sarei io, cosi decido di proseguire via sterrati. Le colline teramane si aprono al mio passaggio, veloci strade bianche si alternano a tortuose pietraie fino a condurmi in breve al fiume Salinello. Osservo il greto del fiume, le sue misere acque, e il suo largo corso memore dell'ultima alluvione: non resisto e decido di ficcarmici dentro!

sul Salinello
Colori
Percorro 5 km del fiume tra guadi, pietraie e sabbia, tanta sabbia. Una goduria per me, un po meno per la mia bistrattata schiena. Un vero paradiso per un bicilindrico, dove puoi sfrecciare veloce e lavare la moto prima degli ultimi tratti fangosi, sterrati che in breve mi conducono fino alla spiaggia dove il mio giro si conclude.


la spiaggia di giualianova

Ciao

Mané

un po di foto della giornata



         















4 commenti:

Anonimo ha detto...

So cosa si prova in queste situazioni.A me è successo sopra Aquaratola,sbagliai sentiero convinto che fosse lo stesso che ho fatto mille volte in mtbike,ad un certo punto rimasi bloccato dentro un canalone pieno di fango.Non potevo fare niente,nè avanti e tantomeno rigirare la moto,perchè ero fermo nella parte superiore del canalone a forma di V.Per fartela breve,dopo quasi mezzora,all'improvviso sentii delle accelerate di moto da cross,non potevano essere altrimenti(l'unico pazzo ero io)non feci in tempo a realizzare che dietro di me si materializzarono tre ragazzi bardati con il loro abbigliamento da cross, si fermarono e mi chiesero come ero arrivato lì.Dopo aver rimesso la moto in direzione opposta(verso la salvezza)uno di loro esclamò:E io pensavo che i matti eravamo noi.- Questa mia non è niente di particolare,però fatta con gomme e abbigliamento da strada è da incoscenti. Ciao Roberto Cosenza-giulianova

Anonimo ha detto...

Finche' va bene.....va bene! Hai almeno il rilevatore satellitare?

Anonimo ha detto...

heheehhe pense te che a me è successo sul monte tenchia!!! porca miseria!!! sono sceso per un sentiero in discesa che alla fina dava su un precipizio!!! ho tirato la moto indietro come un dannato!!! non sapevo più come fare... stavo come larghezza sul sentiero giusto i miei piedi e le ruote della moto... non è venuto nessuno ad aiutarmo e piano piano 5 cm alla volta tirando anche con la testa sull bauletto ho fatto un 500 m fino ad un mezzo spiazzo!!! arrivo li e non ho la forza di girare la moto... mi stavo quasi per arrendere ma alla fine senza forze appoggio la moto atterra e la faccio girare da terra... dolorosa sofferenza che cmq ho preso mettendo sotto il telo coprimoto... e sono ripartito senza neanche riuscire a tenermi sulle braccia in moto! che esperienza!!! meglio la prossima volta se si è in due però! ( ma dove lo trovo un matto come me?!

Francesco ha detto...

..bello. La prossima volta..non osare tanto !

mai esagerare in moto :)

www.francescoinviaggio.it

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