Lupo solitario

lunedì 10 dicembre 2012

"Una folata di vento gelido avvolse il muso del giovane lupo: il momento di abbandonare il branco era giunto, stavolta sarebbe stato solo, solo con le proprie paure e con la ardente voglia di scoprire il mondo... non sarebbe più stato lo stesso!" 


La vita fa il suo corso, persone nascono, altre crescono, altre se ne vanno per la propria strada... è la natura e non possiamo farci nulla. Il gruppo di lupi di cui vi parlo non fa eccezione, ci sono lupi che nascono, altri che crescono, altri semplicemente cercano la propria strada.

“Dove vai con questo tempaccio?” - chiese il capo branco al giovane lupo.
“Vado a caccia, ho annusato l'aria e ho sentito gli odori di qualche grossa preda... farò caccia grossa!” - rispose il giovane lupo entusiasta.
“Ma fa freddo, perché non te ne stai nella tana al caldo con gli altri lupacchiotti?” - insistette il capobranco.
“C'è qualcosa nell'aria di magico, e la tempesta in arrivo favorirà la mia caccia” - insistette il giovane.
“Ma è pericoloso, rischi di non tornare più...” ribadì preoccupato il capobranco.
“Devo andare, il mondo mi aspetta!”

il mondo mi aspetta
Il giovane lupo abbandonò la confortevole tana e si diresse verso un bosco scuro. Non era nuovo a queste avventure, temeva la solitudine ma al tempo stesso ne era attratto, era un'esperienza quasi mistica che lo faceva sentire vivo, libero ed in pace con se stesso; non era una sfida al destino ma un concedersi una pausa, un momento privato, intimo, un momento per parlare con se stesso e con quel mondo magico che lo circondava.

Si diresse verso valle cercando invano la propria via, caparbiamente insistette nonostante le difficoltà, per qualche istante fu tentato di arrendersi finché il fato gli fece trovare la giusta direzione. In un lampo ritrovò il buonumore e si diresse verso i territori di caccia più volte battuti ma resi ostici da una spessa coltre di neve soffice. Subito gli occhi gli si illuminarono colpiti dai riflessi di alcuni raggi di sole che erano riusciti ad intrufolarsi attraverso le nubi, in breve fatica e freddo sparirono dal volto provato del giovane lupo. 


Il giovane lupo si sedette sulla cima di una piccola vetta e si mise ad osservare l'ambiente circostante: vide un'ombra, una figura esile che si muoveva furtiva attraverso i boschi. Si muoveva agilmente e con grande sicurezza, si capiva che conosceva quel territorio: decise di seguirlo! In breve si ritrovò catapultato in un bosco avvolto da un silenzio ovattato, lepri e cerbiatti si allontanarono alla sua vista correndo in tutte le direzioni, ma non era interessato a loro, era quella strana figura che lo interessava! Continuò a scendere attraverso un antico sentiero, scivolò ruzzolando per alcuni metri per poi fermarsi vicino un vecchio casolare: era un rifugio fantastico, con paglia e un vecchio camino, il posto ideale per sottrarsi alla morsa del gelo. Osservò le sue zampe rese rosse dal giaccio, il suo pelo ricoperto dalla neve e si chiese che senso avesse essere lì, da solo, ad inseguire un fantasma... Si guardò attorno cercando delle risposte: vide dei castagni secolari scolpiti dalla neve, osservò le sfumature arancioni e gialle delle foglie, guardò la geometria perfetta di alcuni fiocchi che fluttuavano leggeri nel vento gelido... non ebbe bisogno di altre spiegazioni, a fatica si rialzò, si scrollò di dosso la neve e imperterrito si rimise a caccia! 


Vagò per ore attraverso boschi e sentieri, superò salite viscide e torrenti ghiacciati, scese per canaloni scavati dalla pioggia e si inerpicò su per una vecchia strada di tagliaboschi, nulla poterono la neve e il ghiaccio di fronte alla curiosità del giovane lupo, solo quella strana figura continuava a sfuggirgli! Stremato e infreddolito si fermò per riprendere fiato, quando ebbe una sorta di allucinazione: vide quella figura avvicinarsi con la coda tra le gambe. Non lo vide chiaramente ma annusò il suo odore e subito notò qualcosa di strano: aveva il suo stesso odore.
“Come fai ad avere il mio stesso odore?” chiese preoccupato il giovane lupo.
“Cos'è, non l'hai ancora capito?” - rispose quello strano animale dalla forma non ancora definita.
“No, chi sei? Sono più di tre ore che ti inseguo, di solito le mie prede non mi sfuggono mai” - ribadì l'animale.
“Non mi hai preso perché io sono te, sono il giovane lupo che è in te e che non è mai cresciuto! Per tutto il tempo hai creduto di inseguire una preda, mentre in realtà stavi solo dando sfogo alla tua parte cucciola, la più vera e genuina, quella senza paure né ipocrisie, per questo non mi hai preso...”.
“Continuo a non capire...” - ribadì il giovane lupo.
“Ora svegliati, il tuo branco ti sta aspettando, non preoccupati, hai solo sognato!”.


Il giovane lupo si ridestò dal sonno, aveva uno strano sapore in bocca che non sapeva spiegarsi, di colpo aveva perso interesse per quella strana figura e, forse persuaso dai morsi della fame, abbandonò la caccia e si diresse verso la tana.

Prima di varcare l'uscio si guardò intorno annusando l'aria e lanciando al vento il suo solito richiamo: era il suo modo per congedarsi dalla propria solitudine e ritornare alla vita del branco.

Il lupo solitario

Mané


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