Ruote di terra |
“...vado a lavare la moto al fiume
poi torno!”
Che ci crediate o no, ci sono dei
messaggi che ci arrivano dall'aldilà, sono messaggi che ci avvisano
che sta succedendo qualcosa di grosso, segnali tangibili che ci
mettono in guardia da possibili sventure o disastri. Forare a 3 metri
da casa è uno di questi messaggi e non ci vuole uno scienziato per
interpretarlo: “Lasciate stare le moto e tornatevene a casa che non
è giornata!”
Non è giornata, punto, tornatevene a
casa a fare l'uncinetto piuttosto, che fate più bella figura o a
giocare con le Barbie tanto sempre per checche vi prendono, almeno
per oggi lasciate perdere la moto e tornate a scorrazzare per casa
con quelle pantofole rosa con la faccia di coniglio che tanto vi
donano, capito?
No, non l'ho capito e se l'ho capito
preferisco essere stupido e correre incontro al destino! Fanculo ai
messaggi premonitori, alla settimana di pioggia che ha reso viscido
il terreno e fanculo al fatto che per cambiare una camera d'aria ci
abbiamo messo due ore: adesso si fa E N D U R O !
facce da enduro |
E' una giornata fantastica questa,
sapete? Le nuvole cariche di pioggia hanno lasciato spazio ad un sole
travolgente, colline e montagne sono lì pronte a regalare sfumature
e panorami mozzafiato e il grecale, dopo una settimana di gelo, è
pronto a lasciar spazio ad un po' di caldo che in moto non guasta
mai! E allora via, su per un prato, con la moto che scoda come
un'anguilla quando provi ad afferrarla, con la gomma che scava, scava
e non avanza, con i piedi che scivolano e ti permettono di rimanere
miracolosamente in sella... E' una giornata bella ma al tempo stesso
difficile: le piogge dei giorni scorsi hanno reso viscidi anche i
terreni più duri e la moto continua a scartare a destra e a sinistra
come una trottola, seguendo una traiettoria che non è mai quella
indicata dai tuoi occhi! Avanziamo verso sud cercando dei percorsi
meno infangati, lentamente il colore marrone mescolato al verde
intenso dei germogli di grano appena spuntato si impossessa dei
nostri occhi mentre sullo sfondo le maestose creste del Gran Sasso
d'Italia iniziano a dominare il paesaggio.
panorami |
Faccio appello a tutta la memoria del
GPS che ho in testa per trovare le strade brecciate ma poi succede
l'inevitabile, imbocco una strada di terra in discesa: “vabbé,
cosa vorrà mai succedere? In un modo o nell'altro in giù le moto ci
vanno sempre...” penso tra me e me mentre tiro fuori gli sci...
ehmmm i piedi “anticaduta”. Inizio a scendere e la moto tanto per
cambiare va per fatti suoi, inizio a tirar giù tutte le imprecazioni
possibili ed immaginabili, ma è quando me ne torna in mente una in
friulano che mi appaiono due santi, san Gabriele e san Bibo: “Mané,
se sei incerto dai gas!”
Spinto da questo celestiale
suggerimento dato da due guru della moto provo a sfiorare dolcemente
il gas e...e la moto va in testacoda!
Giro la moto, tiro giù qualche altra
imprecazione, lascio scivolare la moto verso valle quando mi torna in
mente la scena del Serenelli sulla discesa del tubo: “molla la moto
molla la moto!“ – gli urlò Gegé – “Ma a chi cazzo la
mollo!” – fu la sua risposta...per un attimo mi son sentito come
lui.. eheheh.
Arrivo a fine discesa miracolosamente
illeso ma con una scomunica papale già firmata e un biglietto per
l'inferno in tasca, ma poi il pensiero va a loro, ai miei due amici:
dove cavolo sono?
Mi giro e non li vedo, torno indietro e
li trovo fermi a metà discesa:”Cazzo fate lì? Prendete il sole?
Venite giù, che il meglio deve arrivare!”
William mi fa cenno che la sua frizione
è ko mentre Simone è fermo con le ruote bloccate!
“No dai, ti sbagli, non puoi aver
bruciato una frizione, in fondo questa è solo una piccola
discesa...” penso tra me e me.
A fatica raggiungo il mio amico e provo
a ingranare la marcia ma niente, la frizione è andata e le ruote
sono incollate a terra dalla creta che è finita ovunque!
Facce rassegnate |
Proviamo a liberare le ruote dalla
terra e a spingere la moto verso valle...
Un'ora e mezza per percorrere meno di
cento metri e per liberare due moto dalla morsa del fango... una
sfacchinata assurda, avrei preferito piuttosto essere seppellito lì,
in mezzo alla campagna abruzzese! Ripartiamo, a fatica riesco a
rimorchiare la moto di William in un bar vicino e con estremo piacere
mi gusto un panino ed una Heineken gelata: mai birra fu così
gustosa!
Emanuele Manè ACI Ferretti |
Accompagniamo a casa William ma è
presto, che si fa? I segnali premonitori ci sono stati, abbiamo visto
chiaramente che non è giornata, in una situazione del genere anche
il più stupido degli enduristi batterebbe in ritirata e noi che si
fa? Si va per fossi, ovvio!
Decidiamo di tornare verso ovest e di
andare a cercare alcune sterrate verso Civitella del Tronto,
cercando di evitare ulteriori rogne...a chi lo dico, lo sapete
benissimo come va quando sono in sella ad un mono: sono pericoloso!
Superiamo frotte di pseudo Babbi Natali
dell'ultima ora intenti a passare questo caldo pomeriggio di dicembre
nei centri commerciali e ci ficchiamo in un fosso: dieci secondi e
Simone è già impantanato! E' un record da guinness dei primati,
penso tra me e me mentre osservo rassegnato l'XT con l'acqua alla
marmitta.
Mi fiondo in acqua e fatica tiriamo fuori la moto, pochi
secondi e siamo di nuovo a giocare tra pietre, fango e fossi. Dura
poco, nemmeno il tempo di riprendersi dalla faticaccia che ci
ritroviamo entrambi con le moto incastrate nel greto del fiume e
l'acqua sopra le ginocchia: “niente, oggi non è giornata!” penso
con molta molta rassegnazione.
AIUTO!!!!! |
A fatica tiriamo fuori dall'acqua
entrambe le moto e torniamo a correre liberi nel greto del torrente,
risaliamo su per una piccola cascata e poi corriamo su per una
collina diretti verso Civitella del Tronto. Alterniamo veloci strade
bianche a faticose strade di terra, filiamo veloci attraverso boschi
e prati, attraverso moderni paesi ed antichi casolari diroccati
finché.... finché non mi viene in mente una delle mie (brillanti)
deviazioni!
“Cazzo Mané, siete usciti fuori
dalle sabbie mobili, da torrenti in piena, perché non ti accontenti?
“ me lo ripeto mentre mi fiondo giù per una strada di erba con il
fango che inizia a farsi minaccioso.
Non mi rispondo nemmeno, preso come
sono a tenere in piedi la moto, avanzo determinato verso ovest mentre
l'ottimo Simone mi segue a ruota. Ci inerpichiamo su per una salita
fangosa, la ruota subito inizia a sbandare vistosamente, nel
frattempo Simone mi sorpassa a sinistra ricoprendomi di fango,
'stardo! L'orgoglio ferito si impossessa dell'acceleratore e appena
trovo un pezzo di strada meno fangoso ingrano seconda e terza in
rapida sequenza sverniciando Simone che sta facendo lo slalom gigante
su un campo di grano, continuo a salire veloce e felice, “vendetta
è stata fatta, l'orgoglio ferito è stato sanato” penso tra me e
me finché... mi ritrovo sull'ennesimo tratto di fango, e la moto
finisce violentemente a terra e io con la faccia nel fango, fanculo!
Rialzo la moto mentre Simone mi ripassa veloce sollevando zolle di
terra e fango che tanto per cambiare mi finiscono addosso,
ari'stardo!
Finisce la salita ma la moto di Simone
inizia a fare le bizze: problemi elettrici dovuti a qualche guado
preso troppo allegramente, tocca tornare indietro. Ecatombe tour,
cosi lo dovevo chiamare questo racconto!
Torniamo al mare ma le moto sono
infangate da far schifo anche ad un maiale...urge fare qualcosa! Simo
ha la moto ko, ma io no per cui...
“Vado a lavare la moto al fiume,
aspettami qui!”
Ciao
Mané
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